domenica 16 gennaio 2011

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

Gesù è deposto dalla Croce


Morto mio Gesù, vedo che i tuoi discepoli si affrettano a deporti dalla Croce; Giuseppe e Nicodemo finora rimasti occulti, ora con coraggio, senza nulla temere, vogliono darti onorevole sepoltura e perciò prendono martelli e tenaglie per compiere il sacro e mesto schiodamento dalla Croce, mentre la tua trafitta Madre stende le sue braccia materne per riceverti nel suo grembo.

Mio Gesù, mentre Ti schiodano, voglio anch’io aiutare i tuoi discepoli a sostenere il Tuo SS. Corpo e con i chiodi che ti tolgono, inchiodami tutto a Te, e con la tua santa Madre voglio adorarti e baciarti e poi chiudermi nel tuo Cuore per non uscirne mai più.

Mio Gesù, la prima a riceverTi nel suo grembo, deposto dalla Croce, è la Madre tua Addolorata; e fra le sue braccia il tuo capo trafitto dolce¬mente riposa. O dolce Mamma, non disdegnare di avermi in tua com¬pagnia, e insieme con Te fa che io possa prestare gli ultimi uffici al mio amato Gesù. Madre mia dolcissima, è vero che Tu mi superi nell'amore e nella delicatezza per toccare il mio Gesù, ma io procurerò d'imitarTi nel miglior modo possibile, per compiacerGli in tutto. Perciò insieme alle tue SS. mani voglio anche con le mie estrarre tutte le spine che cir¬condano la Sua testa adorata, ed intendo unire le mie alle tue profonde adorazioni.

Celeste Mamma, già le tue mani si accingono a togliere il Sangue aggru¬mito dagli occhi di Gesù, da quegli occhi che un giorno davano luce a tutto il mondo, ed ora sono oscurati e spenti. O Mamma, a Te mi uni¬sco, baciamoli insieme, e profondamente adoriamoli! Vedo le orecchie del mio Gesù intrise di Sangue, peste dagli schiaffi, lacerate dalle spine; prestiamo, Madre, le nostre adorazioni a quelle orecchie che più non odono, e che hanno pure tanto sofferto per richiamare tante anime sorde ed ostinate alle voci della grazia. O dolce Mamma vedo il tuo volto lacrimoso e addolorato nel mirare il Volto dell'addolorato Gesù; unisco il mio dolore al tuo, e insieme togliamoGli il fango e gli sputi che l'han¬no così deformato, e adoriamo quel Volto di maestà divina che innamo-rava Cielo e Terra, e che ora non dà più segno di vita!

Baciamo insieme, o dolce Mamma, la sua bocca; quella bocca divina, che con la soavità della sua parola tante anime ha attirato al suo Cuore! Madre, con la tua stessa bocca intendo baciare quelle labbra livide ed insanguinate, e profondamente le adoro.

Dolce Mamma mia, insieme con Te voglio baciare e ribaciare l'adora¬bile Corpo del mio Gesù, ridotto tutto una piaga; insieme con Te metto le mie mani per rinsaldare quei pezzi di carne da esso pendenti e pro¬fondamente adoriamolo.

Baciamo, o Madre, quelle mani creatrici, che tanti prodigi hanno opera¬to per noi, quelle mani traforate, contorte, già fredde e irrigidite dalla morte!

O dolce Mamma, racchiudiamo in queste sacrosante ferite la sorte di tutte le anime: Gesù risorgendo le troverà qui messe da Te e nessuna andrà perduta. O Madre, insieme adoriamo queste profonde ferite a nome di tutti, e insieme con tutti.

O Celeste Mamma, già Ti accingi a baciare i Piedi del povero Gesù. Quanto sono strazianti queste ferite! I chiodi hanno portato via parte della carne e della pelle, e il peso del sacratissimo Corpo li ha orribil¬mente squarciati! Baciamo insieme queste ferite, adoriamole profonda¬mente. In esse rinchiudiamo tutti i passi dei peccatori, affinché, cammi¬nando, sentano il passo di Gesù che da vicino li segue, e così non ardi¬scano di offenderlo.

Ti vedo, o dolce Mamma, fissare il Cuore aperto dell'adorato Gesù. Deh, seppelliscimi e chiudimi in esso e lì depositando il mio cuore e la mia vita, rimarrò nascosto fino all'eternità. Dammi il tuo amore, o Mamma, per amare Gesù, dammi il tuo dolore per patire e perorare per tutti e riparare qualunque offesa si fa a questo Cuore!

Ricordati o Mamma, che come seppellisci Gesù, con le tue stesse mani voglio essere con lui seppellito anch'io, affinché poi possa risorgere con Lui, e con tutto ciò ch'è suo. Così sia.

Ed ora anche a Te, o amorosissima Madre, il mio tributo figliale. Ti compatisco assai, e con tutta l'effusione del mio povero cuore, se fosse pos¬sibile, vorrei riunire tutti i palpiti, tutti i desideri, tutte le vite delle crea¬ture e prostrarli innanzi a Te, in atto di compatimento e di amore.

Ti compatisco per l'estremo dolore da Te sofferto nel vedere Gesù morto, coronato di spine, straziato dalle battiture e dai chiodi; nel vede¬re quegli occhi che più non Ti guardano, quelle orecchie che più non ascoltano la tua voce, quella bocca che più non Ti parla, quelle mani che più non Ti accarezzano, quei piedi che non più Ti seguiranno. Se fosse possibile, vorrei offrirTi il Cuore dello stesso Gesù, riboccante d'amore, per compatirTi, come meriti, e per dare un sollievo ai tuoi acerbissimi dolori.

A MARIA DESOLATA

Dolente Mamma mia, vedo che ti disponi all’ultimo sacrificio di dover dare sepoltura al tuo morto Figlio Gesù. Rassegnatissima al Volere di Dio, Lo accompagni e con le tue stesse mani Lo deponi nel sepolcro; ma mentre componi quelle membra e fai per dargli l’ultimo addio e l’ultimo bacio, per il dolore Ti senti strappare il Cuore dal petto. L’amore T’inchioda su quelle membra e per forza d’amore e di dolore la tua vita sta per spegnersi insieme col tuo estinto Figlio. Povera Mamma, come farai senza di Gesù? È la tua Vita, il tuo tutto; eppure è il Volere dell’Eterno che così vuole. Dovrai combattere con due potenze insormontabili: l'Amore e il volere Divino. L'Amore T'inchioda, in modo da non poter separarti; il Volere Divino s’impone e vuole il sacrificio. Povera Mamma, come farai? Quanto ti compatisco! Deh, Angeli del Cielo, venite a sollevarla dalle membra irrigidite di Gesù, altrimenti morirà!

Ma, o portento, mentre pareva estinta insieme con Gesù, sento la sua voce tremante ed interrotta dai singhiozzi, che dice: "Figlio amato, Figlio, era questo l’unico sollievo che Mi restava e che dimezzava le mie pene, la tua SS. Umanità, sfogarmi su queste piaghe, adorarle, baciarle. Ora anche questo Mi viene tolto, perché il Voler Divino così vuole ed Io Mi rassegno; ma sappi, Figlio, che lo voglio e non posso. Al solo pensiero di farlo Mi mancano le forze e la vita Mi sfugge. Deh, permettimi, o figlio, per poter avere vita e forza di separarmi, che rimanga sepolta tutta in Te e che prenda per Me la tua vita, le tue pene, le tue riparazioni e tutto ciò che sei Tu. Ah, solo uno scambio di vita tra Te e Me Può darmi forza per compiere il sacrificio di separarmi da Te!"

Così decisa, afflitta Mamma mia, vedo che di nuovo passi su quelle membra e deponi nella testa di Gesù la tua; baciandola racchiudi in Essa i tuoi pensieri e prendi per te le sue spine, i suoi afflitti ed offesi pensieri e tutto ciò che ha sofferto nella sua SS. Testa. Oh, come vorresti animare l’Intelligenza di Gesù con la tua, per poter dare vita per vita! Già Ti senti incominciare a rivivere, con aver preso nella tua mente i pensieri e le spine di Gesù.

Addolorata Mamma, Ti vedo baciare gli occhi spenti di Gesù e mi sento trafitto nel vedere che Gesù più non ti guarda. Quante volte i suoi sguardi Ti riempivano di Paradiso e ti facevano risorgere da morte a vita, ed ora, non vedendoti guardata, Ti senti morire! Perciò negli occhi di Gesù deponi i tuoi e prendi per Te i suoi, le sue lacrime ed amarezze nel vedere le offese delle creature, i tanti insulti e disprezzi.

Ma vedo, trafitta Mamma mia, che baci le sue Ss. Orecchie e Lo chiami e richiami dicendo: "Figlio mio, possibile che più non Mi ascolti, Tu che ad ogni mio piccolo cenno Mi sentivi? Ed ora piango, ti chiamo e non Mi ascolti? Ah, l’amore è il più crudele tiranno! Tu eri per Me più che la mia stessa vita, ed ora dovrò sopravvivere a tanto dolore? Perciò, o figlio, lascio nel tuo udito il mio e prendo per Me ciò che ha sofferto il tuo udito SS., l’eco di tutte le offese che in esso risuonavano; solo questo Mi può dare vita, le tue pene, i tuoi dolori".

E mentre dici così, è tanto il dolore e le strette al cuore, che perdi la voce e resti senza moto. Povera Mamma mia, povera Mamma mia, quanto ti compatisco! Quante morti crudeli non subisci!

Ma il Volere Divino s’impone e ti mette in moto e Tu guardi il suo SS. Volto, lo baci ed esclami: "Adorato Figlio, come sei sfigurato! Ah, se l’amore non Mi dicesse che sei il Figlio mio, la mia Vita, il mio tutto, non più ti riconoscerei, tanto sei irriconoscibile! La tua bellezza si è trasformata in deformità, le tue guance in lividure e la luce, la grazia del tuo volto — che vederti e rimanere beatificata era lo stesso — si è convertita in pallore di morte, o Figlio amato. Figlio, come sei ridotto! deh brutto lavorio ha fatto il peccato sulle tue SS. Membra! Ah, come la tua indivisibile Mamma vorrebbe restituirti la tua primiera bellezza! Voglio fondere il mio volto nel tuo e prendere per Me il tuo, e gli schiaffi, gli sputi, i disprezzi e tutto ciò che hai sofferto nel tuo Volto SS. Ah, Figlio, se Mi vuoi viva, dammi le tue pene, altrimenti Io muoio!"

Ed è tanto il tuo dolore, che ti soffoca, Ti tronca la parola e resti come estinta sul Volto di Gesù. Povera Mamma, quanto ti compatisco! Angeli miei, venite a sollevare la Mamma mia; il suo dolore è immenso, La inonda, La soffoca e non Le resta più vita né forza. Ma il Volere Divino, infrangendo queste onde, Le ridà la vita.

Sei già sulla bocca di Gesù e, baciandola, Ti senti amareggiare le labbra dal fiele che ha tanto amareggiato la sua bocca e singhiozzando continui: "Figlio, dì un’ultima parola alla tua Mamma. Possibile che non dovrò più ascoltare la tua voce? Tutte le parole che Mi hai detto in vita, come tante frecce Mi feriscono il Cuore di dolore e di amore, ed ora, vedendoti muto, si rimettono in moto nel mio lacerato Cuore, Mi danno tante morti e a viva forza vorrebbero strappare un’ultima tua parola. Ma non avendola, Mi straziano e Mi dicono: Sicché non più Lo ascolterai, non sentirai più il suo dolce accento, la melodia della sua parola creatrice! Tanti Paradisi creava in Me per quante parole diceva. Ah, il mio Paradiso è finito e non avrò altro che amarezze! Ah, figlio, voglio darti la mia lingua per animare la tua. Dammi ciò che tu hai sofferto nella tua SS. Bocca, l’amarezza del fiele, la tua sete ardente, le tue riparazioni e preghiere; e sentendo così la tua voce per mezzo di queste, il mio dolore sarà più sopportabile e la tua Mamma potrà vivere mediante le tue pene".

Mamma straziata, vedo che ti affretti, perché quelli che ti stanno intorno vogliono chiudere il sepolcro e, quasi di volata prendi le mani di Gesù fra le tue, le baci, Te le stringi al cuore e, deponendo le tue mani nelle sue, prendi per te i dolori e le trafitture di quelle mani SS. Poi sorvoli sui piedi di Gesù, guardando lo strazio crudele che i chiodi hanno fatto in essi, e mentre vi deponi i tuoi, prendi per Te quelle piaghe e Ti offri a correre al posto di Gesù presso i peccatori, per strapparli all’inferno.

Angosciata Mamma, ti vedo dare l’ultimo addio al Cuore trafitto di Gesù. Qui fai sosta; è l’ultimo assalto al tuo cuore Materno; Te lo senti strappare dal petto per la veemenza dell’amore e del dolore e, da solo, fugge a deporsi nel Cuore SS. di Gesù.. E Tu, vedendoti senza cuore, Ti affretti a prendere nel tuo il suo Cuore Sacratissimo, il suo Amore respinto da tante creature, i tanti suoi desideri ardenti non compiuti per le loro ingratitudini e i dolori e le trafitture di quel Cuore Ss., che ti terranno crocifissa per tutta la vita. E guardando la larga ferita, la baci, ne lambisci il Sangue e, sentendoti la Vita di Gesù, senti la forza di fare l’amara separazione. Quindi Lo abbracci e permetti che la pietra sepolcrale Lo rinserri.

Dolente Mamma mia, piangendo Ti prego di non permettere per adesso che Gesù sia tolto al nostro sguardo; aspetta che prima mi chiuda in Gesù, per prendere in me la sua Vita. Se Tu che sei la Senza macchia, la tutto Santa, la piena di Grazia, non puoi vivere senza di Gesù, molto meno io, che sono la debolezza, la miseria, pieno di peccati. Come posso vivere senza di Gesù? Mamma dolente, non mi lasciare solo, portami con Te, ma prima deponimi tutto in Gesù, svuotami di tutto per poter mettere tutto Gesù in me, come Lo hai messo in Te. Incomincia da me l’ufficio materno che Gesù Ti ha dato sulla Croce, e facendo breccia sul tuo Cuore materno la mia povertà estrema, con le tue stesse mani, chiudimi tutto in Gesù.

Chiudi nella mia mente i pensieri di Gesù, affinché nessun altro pensiero entri in me. Chiudi gli occhi di Gesù nei miei, perché mai possa sfuggire dal mio sguardo e il suo udito nel mio, onde sempre lo ascolti ed in tutto compia il suo SS. volere. Deponi il suo Volto nel mio, affinché mirandolo così sfiguarato per amor mio, Lo ami, Lo compatisca e ripari; la sua lingua nella mia, onde parli, preghi ed insegni con la lingua di Gesù; le sue mani nelle mie, affinché ogni movimento che faccio ed ogni opera che compio abbia vita dalle opere e dalle azioni di Gesù; metti i suoi piedi nei miei, affinché ogni mio passo sia per le altre creature una vita di salvezza, di forza, di zelo.

Ed ora, afflitta Mamma mia, permettimi di baciare il suo Cuore e di lambire il suo preziosissimo Sangue e, chiudendo Tu il suo Cuore nel mio, possa vivere del suo amore, dei suoi desideri, delle sue pene. Infine prendi la destra irrigidita di Gesù, affinché mi dia l’ultima benedizione.

La pietra chiude il sepolcro e tu, straziata, lo baci e piangendo gli dai l’ultimo addio e te ne vai; ma è tanto il tuo dolore che a momenti resti impietrita e agghiacciata. Trafitta Mamma mia, insieme con Te dico addio a Gesù, e piangendo voglio compatirti ed accompagnarti nella tua amara desolazione. Voglio mettermi al tuo fianco, per darti ad ogni tuo sospiro, affanno e dolore, una parola di conforto, una sguardo di compassione. Raccoglierò le tue lacrime e ti sosterrò nelle mie braccia, se ti vedrò venir meno.

Ma vedo che sei costretta a ritornare a Gerusalemme dalla via donde venisti. Appena pochi passi, e sei già dinanzi alla Croce su cui Gesù tanto ha sofferto ed è poi morto, e tu corri, l’abbracci e, vedendola tinta di Sangue, uno per uno si rinnovano nel tuo Cuore i dolori che Gesù ha sofferto su di essa; ma non potendo contenere il dolori, singhiozzando esclami: "O Croce, come, così crudele con mio figlio? Ah, in nulla Lo hai risparmiato! Che male ti aveva fatto? Non hai permesso a Me, dolente mamma, di dargli neppure un sorso d’acqua mentre lo chiedeva e alla bocca riarsa hai dato fiele ed aceto! Il mio cuore trafitto Me lo sento liquefare, e Glielo avrei voluto apprestare alle sue labbra per dissetarlo, ma ebbi il dolore di vedermi respinta. O Croce, crudele sì, ma santa, perché divinizzata e santificata dal contatto del mio Figlio! Quella crudeltà che usasti con Lui, ricambiala in compassione per i miseri mortali, e per le pene che ha sofferto su di te, impetra grazia e forza alle anime che soffrono, affinché nessuna si perda per causa di tribolazioni e croci. Troppo Mi costano le anime: Mi costano la vita d’un Figlio Dio, ed Io, come Corredentrice e Madre, le lego a Te, o Croce".

E baciandola e ribaciandola parti. Povera Mamma, quanto ti compatisco! Ad ogni passo ed incontro sorgono nuovi dolori, che crescendo nella loro immensità e rendendosi più amari, T’inondano, Ti affogano e ad ogni istante Ti senti morire. Ed ecco che sei già al punto dove stamattina Lo incontrasti sfinito sotto l’enorme peso della Croce, grondante sangue e con un fascio di spine in testa, le quali, urtando con la Croce, penetravano dentro dentro, dandogli ad ogni urto dolori di morte. Gli sguardi di Gesù, incrociandosi coi tuoi, cercavano pietà, ma i soldati, per impedirvi questo sollievo, Lo spinsero e Lo fecero cadere, facendogli versare nuovo Sangue. Tu ne vedi il terreno inzuppato, ti getti e terra e, mentre baci quel Sangue, Ti sento dire: "Angeli miei, venite a mettervi a guardia di questo Sangue, affinché non sia calpestata e profanata nessuna goccia".

Dolente Mamma, lascia che Ti dia la mano per alzarti e sollevarti, perché ti vedo svenire sul Sangue di Gesù. Come cammini, nuovi dolori trovi; dovunque vedi tracce di sangue, ricordi i dolori di Gesù, quindi affretti il passo e Ti chiudi nel Cenacolo. Anch’io mi chiudo nel Cenacolo, ma il mio Cenacolo è il Cuore SS. di Gesù e da lì voglio venire a Te per tenerti compagnia in quest’ora di amara desolazione. Non mi regge il cuore di lasciarti sola in tanto dolore.

Ma mi sento trafiggere nel vedere che, come muovi la testa, Ti senti penetrare le spine che hai preso da Gesù, le punture di tutti i nostri peccati di pensiero, che penetrandoti fin negli occhi, ti fanno piangere lacrime e sangue. Ed avendo nei tuoi occhi la vista di Gesù, innanzi alla tua vista passano tutte le offese delle creature. Come ne resti amareggiata! Come comprendi ciò che ha sofferto Gesù, avendo in Te le sue stesse pene! Ma un dolore non aspetta l’altro. Come tendi l’orecchino, ti senti assordare dall’eco delle voci delle creature e dalla varietà di queste offese, che arrivandoti al Cuore te lo trafiggono, e Tu ripeti: "Figlio, quanto hai sofferto!"

Desolata Mamma, quanto ti compatisco! Permettimi che Ti rasciughi il volto bagnato di lacrime e di sangue; ma mi sento indietreggiare nel vederlo adesso coperto di lividure, irriconoscibile e pallido, d’un pallore mortale. Comprendo: sono i maltrattamenti di Gesù che hai preso su di Te, che ti fanno soffrire tanto che come muovi le labbra nella preghiera o come sospira il tuo infuocato petto, Ti senti l’alito amore e le labbra bruciate dalla sete di Gesù. Povera Mamma, quanto ti compatisco! I tuoi dolori crescono sempre più e, prendendo le tue mani nelle mie, le vedo trafitte dai chiodi. È nelle mani che senti il dolore e vedi gli omicidi, i tradimenti, i sacrilegi e tutte le opere cattive, che ripetono i colpi, allargando le piaghe ed inasprendole sempre più. Quanto ti compatisco! Tu sei la vera Mamma crocifissa, tanto che nemmeno i piedi restano senza chiodi, anzi, non solo Te li senti inchiodare, ma come strappare da tanti passi iniqui e dalle anime che vanno all’inferno e Tu corri appresso a loro, affinché non cadano nelle fiamme infernali.

Ma ancora non è tutto, trafitta Mamma. Tutte le tue pene, riunendosi insieme, fanno eco nel tuo Cuore e Te lo trafiggono, non con sette spade, ma con mille e mille spade; molto più che, avendo in Te il Cuore Divino di Gesù, che contiene tutti i cuori e nel cui palpito ravvolge i palpiti di tutti, come palpita dice: "Anime!", nel tuo palpito ti senti scorrere tutti i peccati e Ti senti dare morte, e nel palpito "Amore!" ti senti dare vita, sicché stai in continuo atto di morte e di vita.

Mamma crocifissa, guardandoti compatisco i tuoi dolori; sono inenarrabili. Vorrei trasformare il mio essere in lingua e voce per compatirti, ma innanzi a tanto dolore il mio compatimento è nulla. Perciò chiamo gli Angeli, la stessa Trinità Sacrosanta e prego che mettano intorno a Te le loro armonie, i loro contenti e la loro bellezza, per raddolcire e compatire i tuoi intensi dolori; che Ti sostengano fra le loro braccia e Ti ricambino in amore tutte le tue pene.

Ed ora, desolata Mamma, grazie a nome di tutti, per tutto ciò che hai sofferto, e Ti prego, per questa tua amara desolazione, di venirmi ad asistere nel momento della mia morte. Quando mi troverò solo ed abbandonato da tutti, in mezzo a mille ansie e timore, vieni tu allora a ridarmi la compagnia che tante volte Ti ho fatto invita, vieni ad assistermi, mettiti al mio fianco e mettimi in fuga il nemico; lava l’anima mia con le tue lacrime, coprimi col Sangue di Gesù, vestimi coi suoi meriti, abbelliscimi e risanami coi tuoi dolori e con tutte le pene e le opere di Gesù ed in virtù di esse, fa scomparire tutti i miei peccati, dandomi totale perdono. E nello spirare, ricevimi fra le tue braccia , mettimi sotto il tuo manto, nascondimi allo sguardo del nemico, portami di volata al Cielo e mettimi nelle braccia di Gesù. Così restiamo intesi, cara Mamma mia!

Ed ora ti prego di ridare la compagnia che ti ho fatto oggi a tutti gli agonizzanti. Fa a tutti da Mamma; sono momenti estremi e ci vogliono grandi aiuti. Perciò non negare a nessuno il tuo ufficio materno.

Un’ultima parola: mentre Ti lascio, ti prego di chiudermi nel Cuore Sacratissimo di Gesù e Tu, dolente Mamma mia, fammi da sentinella, affinché Gesù non mi metta fuori ed io, anche a volerlo, non ne possa uscire. Perciò ti bacio la mano materna e tu benedicimi. Così sia.

Nos cum prole pia, benedicat Virgo Maria.

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