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domenica 16 gennaio 2011

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

Gesù è deposto dalla Croce


Morto mio Gesù, vedo che i tuoi discepoli si affrettano a deporti dalla Croce; Giuseppe e Nicodemo finora rimasti occulti, ora con coraggio, senza nulla temere, vogliono darti onorevole sepoltura e perciò prendono martelli e tenaglie per compiere il sacro e mesto schiodamento dalla Croce, mentre la tua trafitta Madre stende le sue braccia materne per riceverti nel suo grembo.

Mio Gesù, mentre Ti schiodano, voglio anch’io aiutare i tuoi discepoli a sostenere il Tuo SS. Corpo e con i chiodi che ti tolgono, inchiodami tutto a Te, e con la tua santa Madre voglio adorarti e baciarti e poi chiudermi nel tuo Cuore per non uscirne mai più.

Mio Gesù, la prima a riceverTi nel suo grembo, deposto dalla Croce, è la Madre tua Addolorata; e fra le sue braccia il tuo capo trafitto dolce¬mente riposa. O dolce Mamma, non disdegnare di avermi in tua com¬pagnia, e insieme con Te fa che io possa prestare gli ultimi uffici al mio amato Gesù. Madre mia dolcissima, è vero che Tu mi superi nell'amore e nella delicatezza per toccare il mio Gesù, ma io procurerò d'imitarTi nel miglior modo possibile, per compiacerGli in tutto. Perciò insieme alle tue SS. mani voglio anche con le mie estrarre tutte le spine che cir¬condano la Sua testa adorata, ed intendo unire le mie alle tue profonde adorazioni.

Celeste Mamma, già le tue mani si accingono a togliere il Sangue aggru¬mito dagli occhi di Gesù, da quegli occhi che un giorno davano luce a tutto il mondo, ed ora sono oscurati e spenti. O Mamma, a Te mi uni¬sco, baciamoli insieme, e profondamente adoriamoli! Vedo le orecchie del mio Gesù intrise di Sangue, peste dagli schiaffi, lacerate dalle spine; prestiamo, Madre, le nostre adorazioni a quelle orecchie che più non odono, e che hanno pure tanto sofferto per richiamare tante anime sorde ed ostinate alle voci della grazia. O dolce Mamma vedo il tuo volto lacrimoso e addolorato nel mirare il Volto dell'addolorato Gesù; unisco il mio dolore al tuo, e insieme togliamoGli il fango e gli sputi che l'han¬no così deformato, e adoriamo quel Volto di maestà divina che innamo-rava Cielo e Terra, e che ora non dà più segno di vita!

Baciamo insieme, o dolce Mamma, la sua bocca; quella bocca divina, che con la soavità della sua parola tante anime ha attirato al suo Cuore! Madre, con la tua stessa bocca intendo baciare quelle labbra livide ed insanguinate, e profondamente le adoro.

Dolce Mamma mia, insieme con Te voglio baciare e ribaciare l'adora¬bile Corpo del mio Gesù, ridotto tutto una piaga; insieme con Te metto le mie mani per rinsaldare quei pezzi di carne da esso pendenti e pro¬fondamente adoriamolo.

Baciamo, o Madre, quelle mani creatrici, che tanti prodigi hanno opera¬to per noi, quelle mani traforate, contorte, già fredde e irrigidite dalla morte!

O dolce Mamma, racchiudiamo in queste sacrosante ferite la sorte di tutte le anime: Gesù risorgendo le troverà qui messe da Te e nessuna andrà perduta. O Madre, insieme adoriamo queste profonde ferite a nome di tutti, e insieme con tutti.

O Celeste Mamma, già Ti accingi a baciare i Piedi del povero Gesù. Quanto sono strazianti queste ferite! I chiodi hanno portato via parte della carne e della pelle, e il peso del sacratissimo Corpo li ha orribil¬mente squarciati! Baciamo insieme queste ferite, adoriamole profonda¬mente. In esse rinchiudiamo tutti i passi dei peccatori, affinché, cammi¬nando, sentano il passo di Gesù che da vicino li segue, e così non ardi¬scano di offenderlo.

Ti vedo, o dolce Mamma, fissare il Cuore aperto dell'adorato Gesù. Deh, seppelliscimi e chiudimi in esso e lì depositando il mio cuore e la mia vita, rimarrò nascosto fino all'eternità. Dammi il tuo amore, o Mamma, per amare Gesù, dammi il tuo dolore per patire e perorare per tutti e riparare qualunque offesa si fa a questo Cuore!

Ricordati o Mamma, che come seppellisci Gesù, con le tue stesse mani voglio essere con lui seppellito anch'io, affinché poi possa risorgere con Lui, e con tutto ciò ch'è suo. Così sia.

Ed ora anche a Te, o amorosissima Madre, il mio tributo figliale. Ti compatisco assai, e con tutta l'effusione del mio povero cuore, se fosse pos¬sibile, vorrei riunire tutti i palpiti, tutti i desideri, tutte le vite delle crea¬ture e prostrarli innanzi a Te, in atto di compatimento e di amore.

Ti compatisco per l'estremo dolore da Te sofferto nel vedere Gesù morto, coronato di spine, straziato dalle battiture e dai chiodi; nel vede¬re quegli occhi che più non Ti guardano, quelle orecchie che più non ascoltano la tua voce, quella bocca che più non Ti parla, quelle mani che più non Ti accarezzano, quei piedi che non più Ti seguiranno. Se fosse possibile, vorrei offrirTi il Cuore dello stesso Gesù, riboccante d'amore, per compatirTi, come meriti, e per dare un sollievo ai tuoi acerbissimi dolori.

A MARIA DESOLATA

Dolente Mamma mia, vedo che ti disponi all’ultimo sacrificio di dover dare sepoltura al tuo morto Figlio Gesù. Rassegnatissima al Volere di Dio, Lo accompagni e con le tue stesse mani Lo deponi nel sepolcro; ma mentre componi quelle membra e fai per dargli l’ultimo addio e l’ultimo bacio, per il dolore Ti senti strappare il Cuore dal petto. L’amore T’inchioda su quelle membra e per forza d’amore e di dolore la tua vita sta per spegnersi insieme col tuo estinto Figlio. Povera Mamma, come farai senza di Gesù? È la tua Vita, il tuo tutto; eppure è il Volere dell’Eterno che così vuole. Dovrai combattere con due potenze insormontabili: l'Amore e il volere Divino. L'Amore T'inchioda, in modo da non poter separarti; il Volere Divino s’impone e vuole il sacrificio. Povera Mamma, come farai? Quanto ti compatisco! Deh, Angeli del Cielo, venite a sollevarla dalle membra irrigidite di Gesù, altrimenti morirà!

Ma, o portento, mentre pareva estinta insieme con Gesù, sento la sua voce tremante ed interrotta dai singhiozzi, che dice: "Figlio amato, Figlio, era questo l’unico sollievo che Mi restava e che dimezzava le mie pene, la tua SS. Umanità, sfogarmi su queste piaghe, adorarle, baciarle. Ora anche questo Mi viene tolto, perché il Voler Divino così vuole ed Io Mi rassegno; ma sappi, Figlio, che lo voglio e non posso. Al solo pensiero di farlo Mi mancano le forze e la vita Mi sfugge. Deh, permettimi, o figlio, per poter avere vita e forza di separarmi, che rimanga sepolta tutta in Te e che prenda per Me la tua vita, le tue pene, le tue riparazioni e tutto ciò che sei Tu. Ah, solo uno scambio di vita tra Te e Me Può darmi forza per compiere il sacrificio di separarmi da Te!"

Così decisa, afflitta Mamma mia, vedo che di nuovo passi su quelle membra e deponi nella testa di Gesù la tua; baciandola racchiudi in Essa i tuoi pensieri e prendi per te le sue spine, i suoi afflitti ed offesi pensieri e tutto ciò che ha sofferto nella sua SS. Testa. Oh, come vorresti animare l’Intelligenza di Gesù con la tua, per poter dare vita per vita! Già Ti senti incominciare a rivivere, con aver preso nella tua mente i pensieri e le spine di Gesù.

Addolorata Mamma, Ti vedo baciare gli occhi spenti di Gesù e mi sento trafitto nel vedere che Gesù più non ti guarda. Quante volte i suoi sguardi Ti riempivano di Paradiso e ti facevano risorgere da morte a vita, ed ora, non vedendoti guardata, Ti senti morire! Perciò negli occhi di Gesù deponi i tuoi e prendi per Te i suoi, le sue lacrime ed amarezze nel vedere le offese delle creature, i tanti insulti e disprezzi.

Ma vedo, trafitta Mamma mia, che baci le sue Ss. Orecchie e Lo chiami e richiami dicendo: "Figlio mio, possibile che più non Mi ascolti, Tu che ad ogni mio piccolo cenno Mi sentivi? Ed ora piango, ti chiamo e non Mi ascolti? Ah, l’amore è il più crudele tiranno! Tu eri per Me più che la mia stessa vita, ed ora dovrò sopravvivere a tanto dolore? Perciò, o figlio, lascio nel tuo udito il mio e prendo per Me ciò che ha sofferto il tuo udito SS., l’eco di tutte le offese che in esso risuonavano; solo questo Mi può dare vita, le tue pene, i tuoi dolori".

E mentre dici così, è tanto il dolore e le strette al cuore, che perdi la voce e resti senza moto. Povera Mamma mia, povera Mamma mia, quanto ti compatisco! Quante morti crudeli non subisci!

Ma il Volere Divino s’impone e ti mette in moto e Tu guardi il suo SS. Volto, lo baci ed esclami: "Adorato Figlio, come sei sfigurato! Ah, se l’amore non Mi dicesse che sei il Figlio mio, la mia Vita, il mio tutto, non più ti riconoscerei, tanto sei irriconoscibile! La tua bellezza si è trasformata in deformità, le tue guance in lividure e la luce, la grazia del tuo volto — che vederti e rimanere beatificata era lo stesso — si è convertita in pallore di morte, o Figlio amato. Figlio, come sei ridotto! deh brutto lavorio ha fatto il peccato sulle tue SS. Membra! Ah, come la tua indivisibile Mamma vorrebbe restituirti la tua primiera bellezza! Voglio fondere il mio volto nel tuo e prendere per Me il tuo, e gli schiaffi, gli sputi, i disprezzi e tutto ciò che hai sofferto nel tuo Volto SS. Ah, Figlio, se Mi vuoi viva, dammi le tue pene, altrimenti Io muoio!"

Ed è tanto il tuo dolore, che ti soffoca, Ti tronca la parola e resti come estinta sul Volto di Gesù. Povera Mamma, quanto ti compatisco! Angeli miei, venite a sollevare la Mamma mia; il suo dolore è immenso, La inonda, La soffoca e non Le resta più vita né forza. Ma il Volere Divino, infrangendo queste onde, Le ridà la vita.

Sei già sulla bocca di Gesù e, baciandola, Ti senti amareggiare le labbra dal fiele che ha tanto amareggiato la sua bocca e singhiozzando continui: "Figlio, dì un’ultima parola alla tua Mamma. Possibile che non dovrò più ascoltare la tua voce? Tutte le parole che Mi hai detto in vita, come tante frecce Mi feriscono il Cuore di dolore e di amore, ed ora, vedendoti muto, si rimettono in moto nel mio lacerato Cuore, Mi danno tante morti e a viva forza vorrebbero strappare un’ultima tua parola. Ma non avendola, Mi straziano e Mi dicono: Sicché non più Lo ascolterai, non sentirai più il suo dolce accento, la melodia della sua parola creatrice! Tanti Paradisi creava in Me per quante parole diceva. Ah, il mio Paradiso è finito e non avrò altro che amarezze! Ah, figlio, voglio darti la mia lingua per animare la tua. Dammi ciò che tu hai sofferto nella tua SS. Bocca, l’amarezza del fiele, la tua sete ardente, le tue riparazioni e preghiere; e sentendo così la tua voce per mezzo di queste, il mio dolore sarà più sopportabile e la tua Mamma potrà vivere mediante le tue pene".

Mamma straziata, vedo che ti affretti, perché quelli che ti stanno intorno vogliono chiudere il sepolcro e, quasi di volata prendi le mani di Gesù fra le tue, le baci, Te le stringi al cuore e, deponendo le tue mani nelle sue, prendi per te i dolori e le trafitture di quelle mani SS. Poi sorvoli sui piedi di Gesù, guardando lo strazio crudele che i chiodi hanno fatto in essi, e mentre vi deponi i tuoi, prendi per Te quelle piaghe e Ti offri a correre al posto di Gesù presso i peccatori, per strapparli all’inferno.

Angosciata Mamma, ti vedo dare l’ultimo addio al Cuore trafitto di Gesù. Qui fai sosta; è l’ultimo assalto al tuo cuore Materno; Te lo senti strappare dal petto per la veemenza dell’amore e del dolore e, da solo, fugge a deporsi nel Cuore SS. di Gesù.. E Tu, vedendoti senza cuore, Ti affretti a prendere nel tuo il suo Cuore Sacratissimo, il suo Amore respinto da tante creature, i tanti suoi desideri ardenti non compiuti per le loro ingratitudini e i dolori e le trafitture di quel Cuore Ss., che ti terranno crocifissa per tutta la vita. E guardando la larga ferita, la baci, ne lambisci il Sangue e, sentendoti la Vita di Gesù, senti la forza di fare l’amara separazione. Quindi Lo abbracci e permetti che la pietra sepolcrale Lo rinserri.

Dolente Mamma mia, piangendo Ti prego di non permettere per adesso che Gesù sia tolto al nostro sguardo; aspetta che prima mi chiuda in Gesù, per prendere in me la sua Vita. Se Tu che sei la Senza macchia, la tutto Santa, la piena di Grazia, non puoi vivere senza di Gesù, molto meno io, che sono la debolezza, la miseria, pieno di peccati. Come posso vivere senza di Gesù? Mamma dolente, non mi lasciare solo, portami con Te, ma prima deponimi tutto in Gesù, svuotami di tutto per poter mettere tutto Gesù in me, come Lo hai messo in Te. Incomincia da me l’ufficio materno che Gesù Ti ha dato sulla Croce, e facendo breccia sul tuo Cuore materno la mia povertà estrema, con le tue stesse mani, chiudimi tutto in Gesù.

Chiudi nella mia mente i pensieri di Gesù, affinché nessun altro pensiero entri in me. Chiudi gli occhi di Gesù nei miei, perché mai possa sfuggire dal mio sguardo e il suo udito nel mio, onde sempre lo ascolti ed in tutto compia il suo SS. volere. Deponi il suo Volto nel mio, affinché mirandolo così sfiguarato per amor mio, Lo ami, Lo compatisca e ripari; la sua lingua nella mia, onde parli, preghi ed insegni con la lingua di Gesù; le sue mani nelle mie, affinché ogni movimento che faccio ed ogni opera che compio abbia vita dalle opere e dalle azioni di Gesù; metti i suoi piedi nei miei, affinché ogni mio passo sia per le altre creature una vita di salvezza, di forza, di zelo.

Ed ora, afflitta Mamma mia, permettimi di baciare il suo Cuore e di lambire il suo preziosissimo Sangue e, chiudendo Tu il suo Cuore nel mio, possa vivere del suo amore, dei suoi desideri, delle sue pene. Infine prendi la destra irrigidita di Gesù, affinché mi dia l’ultima benedizione.

La pietra chiude il sepolcro e tu, straziata, lo baci e piangendo gli dai l’ultimo addio e te ne vai; ma è tanto il tuo dolore che a momenti resti impietrita e agghiacciata. Trafitta Mamma mia, insieme con Te dico addio a Gesù, e piangendo voglio compatirti ed accompagnarti nella tua amara desolazione. Voglio mettermi al tuo fianco, per darti ad ogni tuo sospiro, affanno e dolore, una parola di conforto, una sguardo di compassione. Raccoglierò le tue lacrime e ti sosterrò nelle mie braccia, se ti vedrò venir meno.

Ma vedo che sei costretta a ritornare a Gerusalemme dalla via donde venisti. Appena pochi passi, e sei già dinanzi alla Croce su cui Gesù tanto ha sofferto ed è poi morto, e tu corri, l’abbracci e, vedendola tinta di Sangue, uno per uno si rinnovano nel tuo Cuore i dolori che Gesù ha sofferto su di essa; ma non potendo contenere il dolori, singhiozzando esclami: "O Croce, come, così crudele con mio figlio? Ah, in nulla Lo hai risparmiato! Che male ti aveva fatto? Non hai permesso a Me, dolente mamma, di dargli neppure un sorso d’acqua mentre lo chiedeva e alla bocca riarsa hai dato fiele ed aceto! Il mio cuore trafitto Me lo sento liquefare, e Glielo avrei voluto apprestare alle sue labbra per dissetarlo, ma ebbi il dolore di vedermi respinta. O Croce, crudele sì, ma santa, perché divinizzata e santificata dal contatto del mio Figlio! Quella crudeltà che usasti con Lui, ricambiala in compassione per i miseri mortali, e per le pene che ha sofferto su di te, impetra grazia e forza alle anime che soffrono, affinché nessuna si perda per causa di tribolazioni e croci. Troppo Mi costano le anime: Mi costano la vita d’un Figlio Dio, ed Io, come Corredentrice e Madre, le lego a Te, o Croce".

E baciandola e ribaciandola parti. Povera Mamma, quanto ti compatisco! Ad ogni passo ed incontro sorgono nuovi dolori, che crescendo nella loro immensità e rendendosi più amari, T’inondano, Ti affogano e ad ogni istante Ti senti morire. Ed ecco che sei già al punto dove stamattina Lo incontrasti sfinito sotto l’enorme peso della Croce, grondante sangue e con un fascio di spine in testa, le quali, urtando con la Croce, penetravano dentro dentro, dandogli ad ogni urto dolori di morte. Gli sguardi di Gesù, incrociandosi coi tuoi, cercavano pietà, ma i soldati, per impedirvi questo sollievo, Lo spinsero e Lo fecero cadere, facendogli versare nuovo Sangue. Tu ne vedi il terreno inzuppato, ti getti e terra e, mentre baci quel Sangue, Ti sento dire: "Angeli miei, venite a mettervi a guardia di questo Sangue, affinché non sia calpestata e profanata nessuna goccia".

Dolente Mamma, lascia che Ti dia la mano per alzarti e sollevarti, perché ti vedo svenire sul Sangue di Gesù. Come cammini, nuovi dolori trovi; dovunque vedi tracce di sangue, ricordi i dolori di Gesù, quindi affretti il passo e Ti chiudi nel Cenacolo. Anch’io mi chiudo nel Cenacolo, ma il mio Cenacolo è il Cuore SS. di Gesù e da lì voglio venire a Te per tenerti compagnia in quest’ora di amara desolazione. Non mi regge il cuore di lasciarti sola in tanto dolore.

Ma mi sento trafiggere nel vedere che, come muovi la testa, Ti senti penetrare le spine che hai preso da Gesù, le punture di tutti i nostri peccati di pensiero, che penetrandoti fin negli occhi, ti fanno piangere lacrime e sangue. Ed avendo nei tuoi occhi la vista di Gesù, innanzi alla tua vista passano tutte le offese delle creature. Come ne resti amareggiata! Come comprendi ciò che ha sofferto Gesù, avendo in Te le sue stesse pene! Ma un dolore non aspetta l’altro. Come tendi l’orecchino, ti senti assordare dall’eco delle voci delle creature e dalla varietà di queste offese, che arrivandoti al Cuore te lo trafiggono, e Tu ripeti: "Figlio, quanto hai sofferto!"

Desolata Mamma, quanto ti compatisco! Permettimi che Ti rasciughi il volto bagnato di lacrime e di sangue; ma mi sento indietreggiare nel vederlo adesso coperto di lividure, irriconoscibile e pallido, d’un pallore mortale. Comprendo: sono i maltrattamenti di Gesù che hai preso su di Te, che ti fanno soffrire tanto che come muovi le labbra nella preghiera o come sospira il tuo infuocato petto, Ti senti l’alito amore e le labbra bruciate dalla sete di Gesù. Povera Mamma, quanto ti compatisco! I tuoi dolori crescono sempre più e, prendendo le tue mani nelle mie, le vedo trafitte dai chiodi. È nelle mani che senti il dolore e vedi gli omicidi, i tradimenti, i sacrilegi e tutte le opere cattive, che ripetono i colpi, allargando le piaghe ed inasprendole sempre più. Quanto ti compatisco! Tu sei la vera Mamma crocifissa, tanto che nemmeno i piedi restano senza chiodi, anzi, non solo Te li senti inchiodare, ma come strappare da tanti passi iniqui e dalle anime che vanno all’inferno e Tu corri appresso a loro, affinché non cadano nelle fiamme infernali.

Ma ancora non è tutto, trafitta Mamma. Tutte le tue pene, riunendosi insieme, fanno eco nel tuo Cuore e Te lo trafiggono, non con sette spade, ma con mille e mille spade; molto più che, avendo in Te il Cuore Divino di Gesù, che contiene tutti i cuori e nel cui palpito ravvolge i palpiti di tutti, come palpita dice: "Anime!", nel tuo palpito ti senti scorrere tutti i peccati e Ti senti dare morte, e nel palpito "Amore!" ti senti dare vita, sicché stai in continuo atto di morte e di vita.

Mamma crocifissa, guardandoti compatisco i tuoi dolori; sono inenarrabili. Vorrei trasformare il mio essere in lingua e voce per compatirti, ma innanzi a tanto dolore il mio compatimento è nulla. Perciò chiamo gli Angeli, la stessa Trinità Sacrosanta e prego che mettano intorno a Te le loro armonie, i loro contenti e la loro bellezza, per raddolcire e compatire i tuoi intensi dolori; che Ti sostengano fra le loro braccia e Ti ricambino in amore tutte le tue pene.

Ed ora, desolata Mamma, grazie a nome di tutti, per tutto ciò che hai sofferto, e Ti prego, per questa tua amara desolazione, di venirmi ad asistere nel momento della mia morte. Quando mi troverò solo ed abbandonato da tutti, in mezzo a mille ansie e timore, vieni tu allora a ridarmi la compagnia che tante volte Ti ho fatto invita, vieni ad assistermi, mettiti al mio fianco e mettimi in fuga il nemico; lava l’anima mia con le tue lacrime, coprimi col Sangue di Gesù, vestimi coi suoi meriti, abbelliscimi e risanami coi tuoi dolori e con tutte le pene e le opere di Gesù ed in virtù di esse, fa scomparire tutti i miei peccati, dandomi totale perdono. E nello spirare, ricevimi fra le tue braccia , mettimi sotto il tuo manto, nascondimi allo sguardo del nemico, portami di volata al Cielo e mettimi nelle braccia di Gesù. Così restiamo intesi, cara Mamma mia!

Ed ora ti prego di ridare la compagnia che ti ho fatto oggi a tutti gli agonizzanti. Fa a tutti da Mamma; sono momenti estremi e ci vogliono grandi aiuti. Perciò non negare a nessuno il tuo ufficio materno.

Un’ultima parola: mentre Ti lascio, ti prego di chiudermi nel Cuore Sacratissimo di Gesù e Tu, dolente Mamma mia, fammi da sentinella, affinché Gesù non mi metta fuori ed io, anche a volerlo, non ne possa uscire. Perciò ti bacio la mano materna e tu benedicimi. Così sia.

Nos cum prole pia, benedicat Virgo Maria.

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

Seconda parola sulla Croce


Confitto Amor mio, mentre con Te prego, la forza rapitrice del tuo amore e delle tue pene mantiene fisso il mio sguardo su di te; ma il cuore mi si spezza nel vederti tanto soffrire. Tu spasimi d’amore e di dolore e le fiamme che bruciano il tuo Cuore si elevano tanto in alto, che stanno in atto d’incenerirti; il tuo amore contenuto è più forte della stessa morte e tu, volendolo sfogare, guardando il ladrone alla tua destra, lo rubi all’Inferno: con la tua grazia gli tocchi il cuore, e quel ladro è tutto mutato, Ti riconosce, ti confessa per Dio, e tutto contrito dice: "Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo Regno." E tu non esiti a rispondergli: "Oggi sarai con me in Paradiso"; e ne fai il primo trionfo del tuo amore. Ma nel tuo amore vedo che non è al solo ladrone che rubi il cuore, ma anche a tanti morenti! Ah, tu metti a loro disposizione il tuo Sangue, il tuo amore, i tuoi meriti ed usi tutti gli artifizi e stratagemmi divini per toccare i loro cuori e rubarli tutti a Te. Ma anche qui il tuo amore è contrastato! Quante ripulse, quante sconfidenze, quante disperazioni! E tanto il dolore, che di nuovo ti riduce al silenzio!

Intendo, o mio Gesù, riparare per quelli che disperano della divina Misericordia in punto di morte. Dolce Amor mio, ispira in Te fiducia e confidenza illuminata a tutti, specialmente a quelli che si trovano fra le strette dell’agonia; e in virtù di questa tua parola, concedi loro luce, forza e aiuto per poter morire santamente e volare da questa Terra al Cielo. Nel tuo SS. Corpo, nel tuo Sangue, nelle tue piaghe, contieni tutte, tutte, le anime, o Gesù. Per i meriti dunque di questo tuo preziosissimo Sangue, non permettere che anche un’anima sola vada perduta! Il tuo Sangue gridi ancora per tutte, insieme con la tua voce: "Oggi sarete con me in Paradiso".

Terza parola sulla Croce

Mio Gesù, Crocifisso straziato, le tue pene aumentano sempre di più: ah, su questa Croce tu sei il vero Re dei dolori; fra tante pene nessun’anima Ti sfugge, anzi dai a ciascuna la tua propria vita. Ma il tuo amore si vede contrastato dalle creature, disprezzato, non curato e, non potendo sfogare, si fa più intenso, Ti da torture indicibili; in queste torture va investigando che altro può dare all’uomo per vincerlo e ti fa dire: "Vedi, o anima, quanto ti ho amato, se non vuoi aver pietà di Te stesso, abbi pietà almeno del mio amore!" Intanto, vedendo che non hai più che dargli, avendogli dato tutto, volgi il tuo languido sguardo alla tua Mamma; anch’essa è più che morente per le tue pene, ed è tanto l’amore che la tortura, che la rende crocifissa al par di Te. Madre e Figlio V’intendete: e Tu sospiri con soddisfazione e ti conforti nel vedere che puoi dare alla creatura la tua Mamma, e, considerando in Giovanni tutto l’Umano Genere, con voce così tenera da intenerire tutti i cuori dici: "Donna, ecco il tuo figlio;" ed a Giovanni: "Ecco la Madre tua.". La tua voce scende nel suo cuore materno, ed unita alle voci del tuo Sangue continua a dire: "Madre mia, ti affido tutti i miei figli, tutto l’amore che senti per Me, sentilo per loro; tutte le tue premure e tenerezze materne siano per i miei figli; Tu me li salverai tutti". La tua mamma accetta. Intanto le pene sono così forti, che Ti riducono di nuovo al silenzio.

Intendo, o mio Gesù, riparare le offese che si fanno alla Ss. Vergine, le bestemmie e le ingratitudini di tanti che non vogliono riconoscere i benefizi che Tu hai fatto a tutti dandocela per Madre.

Come possiamo noi ringraziarti di tanto benefizio? Ricorriamo, o Gesù, alla tua stessa fonte e ti offriamo il tuo Sangue, le tue piaghe, l’amore infinito del tuo Cuore! O Vergine SS. quale non è la tua commozione nell’udir la voce del buon Gesù che Ti lascia a noi tutti per Madre?

Te ne ringraziamo, o Vergine benedetta, e, per ringraziarti come meriti, ti offriamo gli stesi ringraziamenti del tuo Gesù. O dolce Mamma, sii tu la nostra Madre, prendi cura di noi e non permettere mai che ti offendiamo anche menomamente. Tienici sempre stretti a Gesù, con le tue mani legaci tutti, tutti a Lui, in modo da non potergli sfuggire mai più. Con le tue stesse intenzioni intendo per tutti riparare le offese che si fanno al tuo Gesù ed a Te, dolce Mamma mia!

O mio Gesù, mentre Te ne stai immerso in tante pene, Tu perori maggiormente la causa della salvezza delle anime; io però non me ne starò indifferente, ma come colomba voglio spiccare il mio volo sulle tue piaghe, baciarle, lenirle e tuffarmi nel tuo Sangue, per poter dire con Te: "Anime, anime!" Voglio sostenere il tuo capo trafitto e addolorato per ripararti e chiederti misericordia, amore e perdono per tutti.

Regna nella mia mente, o mio Gesù, e risanala in virtù delle spine che trafiggono la tua testa; e non permettere che paura alcuna entri in me. Fronte maestosa del mio Gesù ti bacio, attira tutti i miei pensieri a contemplarti, a comprenderti. Occhi dolcissimi del mio Bene, quantunque coperti di Sangue, guardatemi; guardate la mia miseria, guardate la mia debolezza, guardate il povero mio cuore e fate che possa provare gli effetti mirabili del vostro sguardo divino. Orecchi del mio Gesù, sebbene assordati dagli insulti e dalle bestemmie degli empi, ma pure intendi ad ascoltarci; deh, ascoltate le mie preghiere e non disdegnate le mie riparazioni. Sì ascolta, o Gesù, il grido del mio cuore; allora si calmerà quando me lo avrai riempito del tuo amore. Volto bellissimo del mio Gesù, mostrati, fa che io Ti veda, affinché da tutti e da tutto possa staccare il mio povero cuore. La tua bellezza m’innamori continuamente e mi tenga sempre rapito in Te. Bocca soavissima del mio Gesù parlami, risuoni sempre la tua voce in me e la potenza della tua parola distrugga tutto ciò che non è Volontà di Dio, che non è amore.

O Gesù, stendo le mie braccia al tuo collo per abbracciarti, e Tu stendimi le tue per abbracciarmi. Deh fa, o mio Bene, che sia tanto stretto questo amplesso d’amore, che nessuna forza umana, possa svincolarci, e così abbracciati, io poggerò le tue labbra, e Tu mi darai il tuo bacio di amore. Così mi farai respirare il tuo alito dolcissimo, il tuo amore, il tuo Volere, le tue pene e tutta la tua vita divina. Spalle SS. del mio Gesù, sempre forti e costanti nel patire per amor mio, date a me fortezza, costanza ed eroismo nel patire per amor suo.

O Gesù, deh, non permettere che io sia incostante nell’amore, anzi fammi parte della tua immutabilità! Petto infiammato del mio Gesù, dammi le tue fiamme: Tu non puoi più contenerle ed il mio cuore, con ansia, le cerca attraverso quel Sangue e quelle piaghe. Sono le fiamme del tuo amore, o Gesù, che più Ti tormentano; o mio Bene, fammene parte: non Ti muove a compassione un’anima così fredda e povera del tuo amore? Mani SS. del mio Gesù, voi che avete creato il Cielo e la Terra, siete ridotte a non potervi più muovere! O mio Gesù, continua la tua creazione: la creazione dell’amore. Crea in tutto il mio essere vita nuova, vita divine; pronunzia le tue parole sul povero mio cuore e trasformalo tutto nel tuo. Piedi SS. del mio Gesù, non mi lasciate mai solo, fate che io corra sempre con voi e che io non faccia un sol passo da voi lontano. Gesù, col mio amore e con le mie riparazioni intendo ristorarti delle pene che Tu soffri nei tuoi SS. Piedi.

O mio Gesù crocifisso, adoro il Sangue tuo preziosissimo, bacio una per una le tue piaghe intendendo profondere in esse tutto il mio amore, le mie adorazioni, le riparazioni più sentite. Sia il tuo Sangue per tutte le anime luce nelle tenebre, conforto nelle pene, forza nella debolezza, perdono nella colpa, aiuto nelle tentazioni, difesa nei pericoli, sostegno in morte e ali per trasportarle da questa Terra al Cielo.

O Gesù, a Te vengo e nel tuo Cuore faccio il mio nido e la mia dimora. Da dentro il tuo Cuore, o mio dolce Amore, chiamerò tutti a Te; e se qualcuno vorrà avvicinarsi per offenderti, io esporrò il mio petto e non permetterò che ti ferisca, anzi lo chiuderò nel tuo Cuore, parlerò del tuo amore e farò convertire le offese in amore.

O Gesù, non permettere ch’io esca giammai dal tuo Cuore, alimentami con le tue fiamme, dammi vita con la tua vita per poterti amare come tu stesso brami essere amato.

Quarta parola sulla Croce

Penante Gesù, mentre stretto al tuo Cuore io mi sto abbandonato numerando le tue pene, vedo che un tremito convulso invade la tua Ss. Umanità; le tue membra si dibattono come se uno si volesse distaccare dall’altro, e tra i contorcimenti, per gli atroci spasimi tu gridi forte: "Dio mio, Dio mio, perché Mi hai abbandonato?" A questo grido tutti tremano, le tenebre si fanno più fitte, la impietrita Mamma impallidisce e sviene!

Mia vita! Mio tutto! Mio Gesù, che vedo? Ah, tu sei vicino a morire, le stesse pene tanto a Te fedeli, stanno per lasciarti; ed intanto, dopo tanto patire, con immenso dolore vedi le anime non tutte incorporate in Te, anzi scorgi che molte andranno perdute e senti la dolorosa separazione di esse che si distaccano dalle tue membra. E Tu, dovendo soddisfare la Divina Giustizia anche per loro, senti la morte di ciascuna e le stesse pene che soffriranno nell’inferno, e gridi forte, a tutti i cuori: "Non Mi abbandonate; se volete più pene sono pronto, ma non vi separate dalla mia Umanità. Questa è il dolore dei dolori, è la morte delle morti; tutto il resto mi sarebbe nulla, se non subissi la vostra separazione da Me! Deh, pietà del mio Sangue, delle mie piaghe della mia morte! Questo grido sarà continuo ai vostri cuori. Deh, non Mi abbandonate!"

Amore mio, quanto mi dolgo insieme a Te! Tu affanni; la tua Ss. Testa cade già sul tuo petto, la vita Ti abbandona.

Mio Amore, mi sento morire, anch’io voglio gridare con Te "anime, anime!" Non mi distaccherò da questa Croce, da queste piaghe, per chiederti anime, e se Tu vuoi, scenderò nei cuori delle creature, li circonderò delle tue pene, affinché non mi sfuggano e, se mi fosse possibile, mi vorrei mettere sulla porta dell’inferno per fare indietreggiare le anime ivi destinate e condurle al tuo Cuore. Ma tu agonizzi e taci ed io piango la tua vicina morte. O mio Gesù, Ti compatisco, stringo il tuo Cuore forte al mio, lo bacio e lo guardo con tutta la tenerezza di cui son capace e, per darti un son capace e, per darti un sollievo maggiore, faccio mia la tenerezza divina e con questa intendo compatirti, cambiare il mio cuore in fiume di dolcezza e versarlo nel tuo per raddolcire l’amarezza che provi per la perdita delle anime. È doloroso purtroppo questo tuo grido, o mio Gesù; più che l’abbandono del Padre, è la perdita della anime, che si allontanano da Te, che fa sfuggire dal tuo Cuore questo doloroso lamento! O mio Gesù, aumenta in tutti la grazia, affinché nessuno si perda, e sia la mia riparazione a pro di quelle anime che si dovrebbero perdere, perché non vadano perdute.

Ti prego ancora, o mio Gesù, per questo estremo abbandono, a dare aiuto a tante anime amanti, che per averle compagne nel tuo abbandono, par che le privi di Te, lasciandole nelle tenebre. Siano o Gesù, le pene di queste come preci che chiamino le anime a Te vicino e Ti sollevino nel tuo dolore.

Quinta parola sulla Croce

O mio Crocifisso moribondo, abbracciato alla Croce, sento il fuoco che brucia tutta la tua SS. Persona; il Cuore Ti batte sì forte, che, sollevandoti le costole, Ti tormenta in modo sì straziante e orribile, che tutta la tua SS. Umanità subisce una trasformazione da renderti irriconoscibile. L’amore da cui è avvampato il tuo Cuore tutto ti dissecca e brucia; e Tu, non potendo contenerlo, senti forte il tormento, non solo della sete corporale, per lo spargimento di tutto il tuo Sangue, ma molto più della sete ardente della salute delle anime nostre. Tu, come acqua vorresti berci per metterci tutti in salvo dentro di Te, perciò raccogliendo le tue affievolite forze, gridi: "Ho sete". Ah, questa voce la ripeti ad ogni cuore: "Ho sete della tua volontà, dei tuoi affetti, dei tuoi desideri, del tuo amore; acqua più fresca e dolce non puoi darmi, che la tua anima. Deh, non farmi bruciare. Ho sete ardente, per cui non solo Mi sento bruciare la lingua e la gola, tanto che non posso più articolare parola, ma Mi sento anche disseccare il Cuore e le viscere. Pietà della mia sete, pietà!" E come delirante per la gran sete, Ti abbandoni alla Volontà del Padre.

Ah, il mio cuore non può più vivere nel vedere l’empietà dei tuoi nemici che, invece di acqua, Ti danno fiele e aceto, e Tu non li rifiuti! Ah, comprendo, è il fiele di tante colpe, è l’aceto delle nostre passioni non domate che vogliono darti, e che invece di ristorarti Ti bruciano di più. O mio Gesù, ecco il mio cuore, i miei pensieri, i miei affetti, ecco tutto il mio essere affinché Ti disseti e dia un ristoro alla tua bocca arsa ed amareggiata.

Tutto quello che ho, tutto quello che sono, tutto è per Te, o mio Gesù. Se fossero necessarie le mie pene per poter salvare anche una sola anima, eccomi, io son pronto a tutto soffrire: a Te io mi offro interamente, fa’ di me ciò che a Te meglio piacerà.

Intendo riparare il dolore che Tu soffri per tutte le anime che si perdono e la pena che Ti danno quelle, alle quali, mentre Tu permetti le tristezze, gli abbandoni, esse invece di offrirli a Te, come ristoro alla cocente sete che Ti divora, si abbandonano a se stesse e così Ti fanno penare di più.

Sesta parola sulla Croce

Morente mio Bene, il mare interminabile delle tue pene, il fuoco che Ti consuma e più che tutto il Volere supremo del Padre, che vuole che Tu muoia, non ci fanno più sperare che Tu possa continuare a vivere. Ed io come potrò vivere senza di Te? Già le forze Ti mancano, gli occhi si velano, il volto si trasforma e si copre di pallore mortale, la bocca è semiaperta, il respiro affannoso ed interrotto, tanto che non vi è più speranza che ti possa rianimare. Al fuoco che Ti brucia, sottentra un gelo ed un sudore freddo che Ti bagna la fronte. I muscoli e i nervi si contraggono sempre di più per l’acerbità dei dolori e per le trafitture dei chiodi; le piaghe si squarciano ancora ed io tremo, mi sento morire. Ti guardo, o mio Bene e vedo scendere dai tuoi occhi le ultime lagrime, foriere della vicina morte, mentre a stento fai sentire ancora una parola: "Tutto è consumato".

O mio Gesù, già tutto hai esaurito, altro non Ti resta; l’amore è giunto al suo termine. Ed io mi son consumato tutto del tuo amore? Qual ringraziamento non dovrò io renderti, qual non dovrà essere la mia gratitudine per Te? O mio Gesù, intendo riparare per tutti, riparare le incorrispondenze al tuo amore e consolarti degli affronti che ricevi dalle creature, mentre Ti stai consumando d’amore sulla Croce.

Settima parola sulla Croce

Mio Crocifisso spirante, Gesù, già stai per dare gli ultimi aneliti della vita mortale; la tua Ss. Umanità è già irrigidita; il Cuore sembra che più non Ti batte. Con la Maddalena mi abbraccio ai tuoi piedi e vorrei, se fosse possibile, dare la mia vita per animare la tua.

Intanto, o Gesù, vedo che riapri i tuoi occhi moribondi e guardi intorno alla Croce, come se volessi dare l’ultimo addio a tutti. Guardi la tua morente Mamma che non ha più moto e voce, tante sono le pene che sente, e dici: "Addio, Mamma, Io parto, ma ti terrò nel mio Cuore; Tu abbi cura dei miei e dei tuoi figli." Guardi la piangente Maddalena, il fidato Giovanni e gli stessi tuoi nemici, e con i tuoi sguardi dici loro: "Io vi perdono, vi do il bacio di pace." Il tuo sguardo niente sfugge; da tutti ti licenzi e perdoni a tutti, poi raccogli tutte le tue forze e con voce forte e tonante gridi: "Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio". E chinato il capo, spiri.

Mio Gesù, a questo grido la natura tutta si sconvolge e piange la tua morte, la morte del suo Creatore! La terra trema forte e col suo tremito par che pianga e voglia scuotere gli animi a riconoscerti per vero Dio. Il velo del Tempio si squarcia, i morti risorgono, il sole, che fin’ora ha pianto le tue pene, ha ritirato con orrore la sua luce. I tuoi nemici a questo grido s’inginocchiano, si percuotono il petto e dicono: "Veramente costui è il Figlio di Dio"; e la tua Madre, impietrita e morente, soffre pene più dure della morte.

Morto mio Gesù, con questo grido Tu metti anche noi tutti nelle mani del Padre, perché non ci rigetti; perciò gridi forte non solo con la voce, ma con tutte le tue pene e con le voci del tuo Sangue: "Padre, nelle tue mani metto il mio spirito e tutte le anime". Mio Gesù, anch’io mi abbandono in Te e dammi grazia di morire tutto nel tuo amore, nel tuo Volere, pregandoti di non permettere mai né in vita né in morte, ch’io esca dalla tua SS. Volontà. Intendo intanto riparare per tutti quelli che non si abbandonano perfettamente alla tua Ss. Volontà, perdendo così, o menomando il prezioso frutto della tua Redenzione. Qual non è il dolore del tuo Cuore, o mio Gesù, nel vedere tante creature che sfuggono dalle tue braccia e si abbandonano a se stesse? Pietà per tutti, o mio Gesù, pietà per me. Bacio la tua testa coronata di spine e ti chiedo perdono di tanti miei pensieri di superbia, di ambizione e di propria stima e ti prometto che ogni qual volta mi verrà un pensiero che non sia tutto per Te, o Gesù, e mi troverò nelle occasioni di offenderti, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù, bacio i tuoi begli occhi bagnati ancora di lacrime e coperti di Sangue raggrumito e Ti chiedo perdono di quante volte ti offesi con gli sguardi cattivi e immodesti; ti prometto che ogni qual volta i miei occhi saranno portati a guadare cose di terra, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù mio, bacio le tue sacratissime orecchie assordate fin negli ultimi momenti da insulti e orribili bestemmie e Ti chiedo perdono di quante volte ho ascoltato o ho fatto ascoltare discorsi che ci allontanano da Te; di tanti discorsi cattivi che fanno le creature; e Ti prometto che ogni qual volta mi troverò nell’occasione di udire discorsi che non convengono, "Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù mio, bacio il tuo SS. Volto, pallido, livido e sanguinante e ti domando perdono dei tanti disprezzi, affronti e insulti che ricevi da noi, vilissime creature, coi nostri peccati; io Ti prometto che ogni qual volta mi verrà la tentazione di non dare a Te tutta la gloria, l’amore e l’adorazione a Te dovuta, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù mio, bacio la tua sacratissima bocca arsa e amareggiata. Ti chiedo perdono di quante volte Ti ho offeso coi miei discorsi cattivi, di quante volte ho concorso ad amareggiarti e ad accrescere la tua sete; Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di far discorsi che potrebbero offenderti, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù mio, bacio il tuo SS. Collo e vedo ancora i segni delle catene e delle funi che Ti hanno oppresso; Ti domando perdono di tanti legami e di tanti attacchi delle creature che hanno accresciuto funi e catene al tuo sacratissimo collo; e Ti prometto che ogni qual volta mi sentirò turbato da attacchi, desideri e affetti che non saranno per Te, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

Gesù mio, bacio le tue SS. Spalle e Ti chiedo perdono di tante illecite soddisfazioni, perdono di tanti peccati commessi con tutti i cinque sensi del nostro corpo; Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di prendermi qualche piacere o soddisfazione che non sia per la tua gloria, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

Gesù mio, bacio il SS. Petto e Ti chiedo perdono di tante freddezze, indifferenze, tiepidezze e ingratitudini orrende che ricevi dalle creature e Ti prometto che ogni qual volta mi sentirò raffreddare nel tuo amore, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

Gesù mio, bacio le tue sacratissime mani; Ti chiedo perdono di tutte le opere cattive e indifferenti, di tanti atti malignati dall’amor proprio e dalla propria stima. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di non operare per il tuo solo amore, griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù mio, bacio i tuoi SS. Piedi e Ti domando perdono di tanti passi, di tante vie battute senza la retta intenzione, per tanti che si allontano da Te per andare in cerca dei piaceri della terra. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di scostarmi da Te griderò subito: "Gesu e Maria, vi raccomando l’anima mia".

O Gesù mio, bacio il tuo sacratissimo Cuore ed in esso, con l’anima mia, intendo chiudervi tutte le anime da Te redente, perché tutte siano salve, nessuna esclusa.

O Gesù, serrami nel tuo Cuore, e chiudimi le porte in modo che io non abbia a vedere altro che Te. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di voler uscire da questo Cuore, io griderò subito: "Gesù e Maria, a Voi dono il cuore e l’anima mia".

Morto mio Gesù, la natura tutta ha mandato un grido di dolore al tuo spirare ed ha pianto la tua dolorosa morte, riconoscendoti per suo Creatore. Gli Angeli a mille a mille sorvolano intorno alla Croce e piangono la tua morte; Ti adorano vero nostro Dio e Ti accompagnano al Limbo, dove vai a beatificare tante anime che da secoli e secoli Ti sospirano ardentemente. Morto mio Gesù, io non so distaccarmi dalla tua Croce, né mi sazio di baciare e ribaciare le tue SS. Piaghe, che mi parlano eloquentemente di quanto mi hai amato; nel vedere gli orrendi squarci, la profondità delle tue piaghe, tanto che scoprono le tue ossa, ahi, mi sento morire! Vorrei tanto piangere su queste piaghe, da lavarle con le mie lagrime; vorrei tanto amarti, da risanarti tutto col mio amore e restituire alla tua irriconoscibile Umanità, la tua naturale bellezza; vorrei svenarmi per riempire le tue vuotate vene del mio sangue e richiamarti a vita.

O mio Gesù, che non può l’amore? L’amore è vita, ed io col mio amore voglio darti vita e, se non basta il mio, dammi il tuo amore e col tuo amore tutto potrò; sì, potrò dar vita alla tua SS. Umanità. O mio Gesù, anche dopo morto vuoi mostrarmi che mi ami, attestarmi il tuo amore e darmi un rifugio, un ricetto nel tuo sacrato Cuore; perciò, un soldato, spinto da forza suprema, per assicurarsi della tua morte, con una lancia Ti squarcia il Cuore, aprendoti una piaga profonda; e Tu, Amor mio, versi le ultime gocce di Sangue ed acqua che contiene il tuo infuocato Cuore.

Ah, quante cose mi dice questa piaga aperta dall’amore! E se la tua bocca è muta, mi parla il tuo Cuore e sento che dice: "Figlio mio, dopo aver dato tutto, da questa lancia ho voluto farmi aprire un ricovero per tutte le anime in questo mio cuore. Esso, aperto, griderà continuamente a tutti: Venite in me se volete essere salvi. In questo Cuore troverete la santità e vi farete santi, troverete il sollievo nelle afflizioni, la forza nella debolezza, la pace nei dubbi, la compagnia negli abbandoni. O anime che mi amate, se volete amarmi davvero, venite a dimorare sempre in questo Cuore; qui troverete il vero amore per amarmi e fiamme ardenti per bruciarvi e consumarvi tutte d’amore. Tutto è accentrato in questo Cuore: qui si contengono i Sacramenti, qui la mia Chiesa, qui la vita della mia Chiesa e la vita di tutte le anime. In esso sento anche le profanazioni che si fanno alla mia Chiesa, le trame dei nemici, le saette che le lanciano, i miei figli conculcati, perché non c’è offesa che questo mio Cuore non senta. Perciò figlio mio, la tua vita sia in questo mio Cuore; difendimi, riparami, conducimi tutti in esso".

Amor mio, se una lancia ha ferito il tuo Cuore per me, ti prego, che anche Tu con le tue mani ferisca il cuor mio, i miei affetti, i miei desideri, tutto me stesso; non ci sia cosa in me che non resti ferita dal tuo amore. Tutto unisco alle pene strazianti della nostra cara Mamma, la quale, per il dolore nel vedere squarciare il tuo Cuore, cade in delirio di dolore ed amore e, quale colomba vola in Essa a prendere il primo posto, per essere la prima riparatrice, la Regina dello stesso tuo Cuore, la mezzana fra Te e le creature. Anch’io con la mia Mamma voglio volare nel tuo Cuore per sentire come Essa Ti ripara e ripetere le sue riparazioni per tutte le offese che Tu ricevi. O mio Gesù, in questo tuo Cuore ferito io ritroverò la mia vita; sicché qualunque cosa sarò per fare, l’attingerò sempre da esso. Non più darò vita ai pensieri, ma se questi vita vorranno, prenderò i tuoi. Non più vita avrà il mio volere, ma se vita vorrà prenderò la tua SS. volontà; non più avrà vita il mio amore, se vita vorrà prenderò il tuo amore. O mio Gesù, tutta la tua vita è mia, questa è la tua Volontà, questo è il mio volere.

giovedì 13 gennaio 2011

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

Prima parte: la crocifissione

Amor mio, Gesù già sei stato spogliato delle tue vesti ed hai il tuo SS.mo corpo tutto lacero, che mi sembri un agnello scorticato; vedo che tremi tutto e il cuore mi si stringe per il dolore nel vederti grondante Sangue da tutte le parti del tuo SS.mo corpo! I tuoi nemici stanchi, ma non sazi di tormentarti, nello spogliarti ti strappano dal capo, con tuo indicibile dolore, la corona di spine e poi di nuovo Te la conficcano, facendoti provare spasimi inauditi, aggiungendo alle prime, altre più dolorose ferite.

Ah, Gesù mio, in questa terza coronazione Tu ripari la perfidia dell’uomo e la sua ostinazione nel peccato!
Gesù mio, se l’amore non avesse voluto farti soffrire pene maggiori di queste, certo Tu saresti morto per l’intensità del dolore che hai sofferto in questa terza coronazione di spine; ma ormai vedo che non puoi più reggere al dolore e, con gli occhi coperti di Sangue, guardi se qualcuno almeno si avvicini a Te per sorreggerti in tanti patimenti e in tanta confusione.

Dolce mio Bene, cara mia Vita, qui non sei solo come nella notte scorsa; v’è la tua dolente Mamma, che, trafitta nel cuore da intenso dolore, tante morti subisce, per quante pene Tu soffri! Vi sono pure l’amante Maddalena ed il fido Giovanni che alla vista delle tue pene restano muti per il dolore. Dimmi, Amor mio, chi vuoi per sorreggerti in tanto dolore? Deh, permettimi che venga io, che più di tutti sento il bisogno di esserti vicino in questi momenti; la cara Mamma e gli altri mi cedono il posto, ed ecco, mio Gesù mi avvicino a Te, Ti abbraccio e Ti prego di poggiare la tua testa sulla mia spalla e di farmi sentire le trafitture delle tue spine, per riparare tutte le offese di pensiero che commettono le creature. Amor mio, deh, stringiti a me; voglio baciare una ad una le gocce di Sangue che corrono dal tuo SS. Volto e Ti prego che ognuna di queste gocce sia luce ad ogni mente di creatura affinché nessuna Ti offenda con pensieri cattivi.

Intanto mio Gesù, Tu guardi la Croce che i tuoi nemici Ti stanno preparando; senti i colpi di martello con cui i tuoi carnefici formano i fori ove conficcare i chiodi che Ti terranno crocifisso ed il tuo Cuore batte forte forte, sussulta di ebbrezza divina, agognando di distenderti su quel letto di dolore, per suggellare con la tua morte la salvezza delle anime nostre. Già ti sento dire: "Deh, o Croce, ricevimi presto nelle tue braccia, io sono impaziente di aspettare! Croce santa, su Te verrò a dare compimento a tutto: presto Croce, adempi il desiderio ardente che Mi consuma di dar vita alle anime; non più indugiare, con ansia aspetto di stendermi su di Te per aprire il Cielo a tutti i figli miei.

Oh Croce, è vero che tu sei il mio martirio, ma fra poco sarai anche la mia vittoria ed il trionfo più completo; e per te darò copiose eredità vittorie, trionfi e corone ai figli miei."
Ed ecco che mentre Gesù così parla, i nemici Gli comandano di stendersi su di essa ed Egli, pronto, ubbidisce loro, per riparare le nostre disubbidienze.
Amor mio, prima che Ti distendi sulla Croce, permettimi che Ti stringa più forte al mio cuore e che baci le tue amorose ferite sanguinanti. Senti, o Gesù, non voglio lasciarti, voglio venire con Te a distendermi sulla Croce e rimanere con Te inchiodato su di essa. Il vero amore non sopporta separazione e Tu perdonerai l’arditezza del mio amore, concedimi di rimanere con Te crocifisso. Vedi, tenero Amor mio, non sono io solo che ciò Ti chiedo, ma anche la dolente Mamma, la inseparabile Maddalena, il prediletto Giovanni; tutti Ti diciamo che sarà più sopportabile rimanere inchiodati con Te sulla Croce, che vedere te solo crocifisso! Perciò insieme con Te mi offro all’Eterno Padre, immedesimato con la tua Volontà, col tuo Cuore, con le tue riparazioni e con tutte le tue pene.

Ah, pare che il mio adorato Gesù mi dica: "Figlio mio, hai prevenuto il mio amore, questa è la mia Volontà, che tutti quelli che mi amano, siano con Me crocifissi. Ah si, vieni pure a distenderti con Me sulla Croce, ti darò vita con la mia vita, ti terrò come il prediletto del mio Cuore."
Ed ecco, dolce mio Bene, che Ti distendi sulla Croce e guardi con tanto amore e con tanta dolcezza i carnefici, che già tengono pronti nelle mani chiodi e martelli per inchiodarti, da far loro dolce invito a sollecitare la crocifissione; infatti con ferocia inumana già prendono la tua destra, fermano il chiodo nella palma di essa, e a colpi di martello lo fanno uscire dalla parte opposta della Croce. E’ tale e tanto il dolore che soffri, o mio Gesù, che tremi; la luce dei tuoi begli occhi si eclissa ed il tuo Volto santissimo impallidisce e sembra di morte.
Destra benedetta del mio Gesù, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti ringrazio per me e per tutti: quanti colpi ricevi, tante anime ti chiedo di liberare in questo momento dalla condanna eterna; quante gocce di Sangue versi, tante anime ti prego di lavare in questo tuo preziosissimo Sangue. O mio Gesù, per il dolore acerbo che soffri, Ti prego di aprire il Cielo a tutti e di benedire tutte le creature; possa la tua benedizione chiamare alla conversione tutti i peccatori ed alla luce della Fede tutti gli eretici ed infedeli.

Oh Gesù, dolce mia Vita, il tuo tormento è ancora agli inizi ed ecco che, terminato d’inchiodarti le destra, i tuoi carnefici, con crudeltà inaudita, prendono la tua mano sinistra, con violenza la stirano tanto per farla giungere al foro segnato, che Tu resti slogato nelle giunture delle braccia e delle spalle e per la forza del dolore anche le gambe restano attratte e convulse; poscia, con ferocia instancabile, egualmente come la destra la inchiodano sulla croce.

Sinistra mano del mio Gesù, ti bacio, ti compatisco, ti adoro e ti prego, per i colpi che ricevi e per gli acerbi dolori che soffri mentre ti conficcano il chiodo, di concedere in questo momento alle anime purganti la loro liberazione dal Purgatorio. Si, per il Sangue che spargi, o Gesù, da questa mano, Ti prego di estinguere le fiamme che bruciano quelle anime; e questo Sangue sia a tutte di refrigerio e bagno salutare da purgarle da qualunque macchia per disporle alla visione beatifica. Amor mio e mio tutto, per questo acuto dolore che soffri, Ti prego di chiudere l’inferno a tutte le anime e di trattenere i fulmini della divina Giustizia, purtroppo irritata dalle nostre colpe! Fa, o Gesù, che si calmi la divina Giustizia per non far piovere i divini flagelli sulla Terra e si aprano i tesori della divina Misericordia a pro di tutti. Gesù mio, nelle tue braccia metto il mondo e le generazioni tutte e Ti prego, o dolce Amor mio, con le voci dello stesso tuo Sangue, di non negare il perdono a nessuno, e per i meriti di questo tuo preziosissimo Sangue, di concedere a tutti la salvezza della propria anima! Non escludere nessuno, o Gesù!

Amor mio, Gesù, i tuoi nemici non sono contenti ancora: con ferocia diabolica prendono i tuoi SS. Piedi, attratti per il grande dolore provato nelle stirature delle mani e li tirano tanto, che restano slogate le ginocchia, le costole e tutte le ossa del petto. Il cuore non mi regge, caro mio Bene; veggo i tuoi begli occhi, per la forza del dolore, eclissati e velati di Sangue; le tue labbra livide si contorcono, le tue guance si affossano, i denti si battono, mentre il petto è celermente affannato. Ahi, Amor mio, quanto volentieri prenderei il tuo posto per risparmiarti tanto dolore! Voglio su tutte le tue membra darti un lenitivo, un bacio, un conforto, una riparazione per tutti.

Mio Gesù, già ti mettono un piede sull’altro e vi conficcano un chiodo senza punta. Piedi benedetti del mio Gesù, vi bacio, vi adoro, vi ringrazio e vi prego, per gli acerbissimi dolori che soffrite, per le stirature e per il Sangue che spargete, di rinchiudere tutte le anime nelle vostre piaghe sacratissime.
O Gesù, non disdegnare nessuno! I tuoi chiodi inchiodino le nostre potenze, perché non si spostino da Te; inchiodino il nostro cuore, affinché si fissi sempre e solamente in Te; inchiodino tutti i nostri sentimenti, affinché non prendano alcun gusto che non venga da Te. Oh mio Gesù crocifisso, Ti vedo tutto insanguinato come nuotare in un bagno di Sangue, che chiede continuamente anime. Per la potenza dunque di questo Sangue Ti chiedo o Gesù, che nessuna più Ti sfugga!
Oh Gesù, mi avvicino al tuo Cuore straziato; vedo che non ne puoi più, ma l’amore grida più forte: "Pene, pene, pene ancora."

Mio Gesù, Ti abbraccio, Ti bacio, Ti compatisco, Ti adoro e Ti ringrazio per me e per tutti. Gesù, voglio poggiare la mia testa sul tuo Cuore per sentire ciò che soffri in questa dolorosa Crocifissione. Ah, sento che ogni colpo di martello fa eco in esso; tutto in esso si accentra, per cui da esso incominciano i dolori ed in esso finiscono. Ah, se non fosse già decretato che una lancia dovrà squarciarti il Cuore, le fiamme del tuo amore si farebbero via e te lo farebbero scoppiare! Queste fiamme chiamano le anime amanti a far felice dimora nel tuo Cuore, ed io, o Gesù, per il tuo preziosissimo Sangue Ti chiedo la santità per queste anime: deh, non farle uscire giammai dal tuo Cuore e, con la tua grazia, moltiplica le vocazioni delle anime vittime, che continuino la tua vita sulla Terra. Tu volesti dare un posto distinto nel tuo Cuore alle anime amanti; fa che questo posto non lo perdano mai. Oh Gesù, le fiamme del tuo Cuore mi brucino e mi consumino, il tuo Sangue mi abbellisca, il tuo amore mi tenga sempre inchiodato ad essa col dolore e con la riparazione.

O mio Gesù, già i carnefici hanno inchiodato le tue mani e i tuoi piedi alla Croce, e voltando questa per ribattere i chiodi, costringono il tuo Volto adorabile a toccare la terra insanguinata dallo stesso tuo Sangue e Tu, con le tue labbra divine, la baci. Con questo tuo bacio, o dolce Amor mio, Tu intendi baciare tutte le anime e vincolarle al tuo amore, suggellandone la loro salvezza. O Gesù, lascia che prenda io il tuo posto e mentre i carnefici ribattono i chiodi, fa che questi colpi feriscano me pure e m’inchiodino tutto al tuo amore.
Gesù mio, mentre le spine si vanno addentrando sempre più nella tua testa, voglio offrirti, o dolce mio Bene, tutti i miei pensieri che, come baci affettuosi, Ti consolino e leniscano l’amarezza delle tue spine.
O Gesù, vedo che i tuoi nemici non sono ancora sazi d’insultarti e deriderti, ed io voglio confortare i tuoi sguardi divini con i miei sguardi di amore.

La tua lingua è quasi attaccata al palato per l’amarezza del fiele e per la sete ardente. Per ristoro alla tue sete, o mio Gesù, Tu vorresti tutti i cuori delle creature traboccanti d’amore e, non avendoli, bruci sempre più per loro. Dolce amor mio, intendo io mandarti fiumi d’amore, per mitigarti in qualche modo l’amarezza del fiele e la tue sete ardente. O Gesù, vedo che ad ogni movimento che fai, le piaghe delle tue mani più si squarciano e il dolore si fa più intenso e acerbo. Caro mio Bene, per ristorare e raddolcire questo dolore, Ti offro le opere sante di tutte le creature. O Gesù, quanto soffri nei tuoi santissimi piedi! Tutti i movimenti del sacratissimo tuo Corpo pare che si ripercuotano in esse e nessuno è a Te vicino per sorreggerti e lenire alquanto l’acerbità dei tuoi dolori! Vita mia dolcissima, vorrei riunire i passi delle creature di tutte le generazioni passate, presenti e future ed indirizzarli tutti a Te, per venirti a consolare nelle tue dure pene.

O mio Gesù, ahi, come è straziato il tuo povero Cuore! Come confortare tanto dolore? Mi diffonderò in Te, metterò il mio cuore nel tuo, i miei desideri ardenti nei tuoi, perché sia distrutto qualunque desiderio cattivo; diffonderò il mio amore nel tuo, perché col tuo fuoco siano bruciati i cuori di tutte le creature e distrutti gli amori profani. Il tuo Cuore sacratissimo rimarrà confortato ed io, fin d’ora, prometto, o Gesù, di tenermi sempre inchiodato a questo Cuore amorosissimo con i chiodi dei tuoi desideri, del tuo amore e della tua Volontà.

O mio Gesù, crocifisso Tu, crocifisso io in Te. Tu non permettere che mi schiodi menomamente da Te, ma vi resti sempre inchiodato, per poterti amare e riparare per tutti e lenire il dolore che Ti arrecano le creature con le loro colpe.
Seconda parte: Gesù Crocifisso. Con Lui disarmiamo la Divina Giustizia
Mio buon Gesù, vedo che i tuoi nemici innalzano il pesante legno della Croce e lo lasciano cadere nella fossa da essi preparata; e Tu, dolce Amor mio, resti sospeso fra cielo e terra. In questo solenne momento Ti volgi al Padre e, con voce debole e fioca, Gli dici: "Padre santo, eccomi qui, carico di tutti i peccati del mondo; non vi è colpa che non si riversi su di Me, perciò non più scaricare sugli uomini i flagelli della tua divina Giustizia, ma su di Me, tuo Figlio. O Padre, permettimi che leghi tutte le anime a questa Croce, e che loro implori perdono con le voci del mio Sangue e delle mie piaghe. O Padre, non vedi come Mi son ridotto? Per questa Croce, in virtù di questi dolori, concedi a tutti verace conversione, pace, perdono e santità. Arresta il tuo furore contro la povera Umanità, contro i figli miei; sono ciechi e non sanno quello che fanno; perciò, guardami bene come sono ridotto per causa loro: se non Ti muovi a compassione per essi, T’intenerisca almeno questo mio Volto insozzato di sputi, coperto di Sangue, illividito e gonfio per i tanti schiaffi e colpi ricevuti. Pietà Padre mio! Ero Io il più bello di tutti, ed ora sono tutto sfigurato tanto, che non mi riconosco più; son diventato l’abiezione di tutti, perciò, a qualunque costo voglio salva la povera creatura!"

Mio Gesù, possibile che ci ami tanto? Il tuo amore stritola questo mio povero cuore. Oh, vorrei portarmi in mezzo a tutte le creature e far vedere loro questo tuo Volto così sfigurato per causa loro, per muoverle a compassione delle loro anime e del tuo Amore; e con la luce che tramanda questo tuo Volto, e con la forza rapitrice del tuo amore, far loro comprendere chi sei Tu e chi sono esse che ardiscono offenderti, perché si prostrino innanzi a Te, per adorarti e glorificarti.

Mio Gesù, Crocifisso adorabile, la creatura va sempre irritando la divina Giustizia e fa risuonare con la sua lingua l’eco di bestemmie orrende, voci d’imprecazioni e maledizioni, discorsi cattivi. Ah, tutte queste voci assordano la terra e, penetrando fin nei Cieli, mentre assordano l’udito divino, imprecano e chiedono vendetta e giustizia contro essa stessa! Oh, come la divina Giustizia si sente spingere a scagliare i suoi flagelli! Oh, come tante bestemmie orrende accendono il suo furore contro la creatura! Ma Tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali, con la tua voce onnipotente e creatrice e gridi misericordia, grazie, amore per essa. E per placare lo sdegno del Padre, tutto amore Gli dici: "Padre mio, tornami a guardare, non sentire le voci delle creature, ma la mia; son Io che soddisfo per tutti, perciò Ti prego di guardare la creatura e di guardarla in Me; se la guardi fuori di Me, che sarà di essa? E’ debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie; pietà pietà della povera creatura; rispondo Io per essa con questa lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore."

Mio amareggiato Gesù, la mia voce nella tua vuole far fronte a tutte queste offese, a tutte le bestemmie, per poter cambiare tutte le voci umane in voci di benedizioni e lodi.
Mio Crocifisso Gesù, la creatura, a tanto tuo amore e dolore, non si arrende ancora, anzi disprezzandoti, va aggiungendo colpe a colpe, commettendo sacrilegi enormi, omicidi, suicidi, duelli, frodi, inganni, crudeltà e tradimenti. Ah, tutte queste opere cattive appesantiscono le braccia del tuo Celeste Padre che, non potendo sostenere il peso, sta per abbassarle e riversare sulla terra furore e distruzione. E Tu, o mio Gesù, per strappare la creatura dal furore divino, temendo di vederla distrutta, stendi le tue braccia al Padre, Lo disarmi e impedisci che la Divina Giustizia faccia il suo corso; e per muoverlo a compassione della misera Umanità ed intenerirlo, Gli dici con la voce più insinuante: "Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi che Me le trafiggono, che Me le inchiodano insieme a tutte queste opere cattive. Ah, è in queste mani che sento tutti gli spasimi che mi danno queste opere cattive. Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori? Non sono forse capace di soddisfarti? Si, queste mie braccia slogate saranno sempre catene che terranno strette le povere creature, affinché non mi sfuggano, tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza; e queste mie braccia saranno catene amorose che Ti legheranno, Padre mio, per impedire che Tu distrugga la povera creatura; anzi Ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordie!"
Mio Gesù, il tuo amore è un dolce incanto per me e mi spinge a fare ciò che fai Tu; perciò insieme con Te voglio impedire, a costo di qualunque pena, che la Divina Giustizia faccia il suo corso contro la povera Umanità; col Sangue che scorre da queste tue mani voglio smorzare il fuoco della colpa che l’accende e calmare il suo furore. Permettimi che io metta in queste tue braccia i dolori e gli strazi di tutti gli uomini ed i tanti cuori addolorati ed oppressi; permettimi che io giri per tutte le creature e le stringa tutte in queste tue braccia, affinché tutte ritornino al tuo Cuore; permettimi che con la potenza delle tue mani creatrici arresti la corrente di tante opere malvagie e ritragga tutti dall’operare il male.

Mio amabile crocifisso Gesù, la creatura non è contenta ancora d’offenderti; vuol bere fino al fondo tutta la feccia della colpa e corre quasi all’impazzata nella via del male; si precipita di colpa in colpa, disobbedisce alle tue leggi e, disconoscendoti, si ribella a Te, e quasi per farti dispetto, vuol andare all’inferno. Oh, come si sdegna la Maestà suprema! E Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, anche dell’ostinatezza delle creature, per placare il Divin Padre, Gli fai vedere tutta la tua SS. Umanità lacerata, slogata, straziata in modo orribile; mostri i tuoi SS. Piedi trafitti, contorti dall’atrocità degli spasimi e sento la tua voce più che mai commuovente come in atto di spirare, che vuol vincere per forza di amore e di dolore la creatura e trionfare sul Cuore Paterno: "Padre mio, guardami dalla testa ai piedi: non c’è parte sana in Me, non ho dov’altro farmi aprire altre piaghe e procurarmi altri dolori: se non Ti plachi a questo spettacolo di amore e di dolore, chi mai potrà placarti? O creature, se non vi arrendete a tanto Amore, che speranza vi resta di convertirvi? Queste mie piaghe e questo Sangue saranno sempre voci che chiameranno dal Cielo alla Terra grazie di pentimento, perdono, compassione per voi!"

Mio Gesù, amante Crocifisso, vedo che non ne puoi più; la tensione terribile che subisci sulla Croce, lo scricchiolio continuo delle tue ossa che sempre più si slogano ad ogni piccolo movimento, le carni che più si squarciano, la sete ardente che Ti consuma, le pene interne che Ti soffocano di amarezza, di dolore e di amore e con tanti tuoi martiri la ingratitudine umana che Ti affronta e che, come onda impetuosa, penetra fin dentro il trafitto tuo Cuore, Ti opprimono tanto, che la tua SS. Umanità, non reggendo sotto il peso di tanti martiri, sta per finire e come delirando di amore e di patire, chiede aiuto e pietà! Crocifisso Gesù, possibile, Tu che reggi tutto e dai vita a tutti, chiedi poi aiuto?

Ah, come vorrei penetrare in ogni goccia del tuo preziosissimo Sangue e versare il mio per lenirti ogni piaga, per attutire e rendere meno dolorose le punture di ogni spina e in ogni pena interna del tuo Cuore per sollevare le intensità delle tue amarezze; vorrei darti vita per vita: se mi fosse possibile vorrei schiodarti dalla Croce per sostituirmi in vece tua; ma vedo che sono nulla e nulla posso, sono troppo insignificante, perciò dammi Te stesso, prenderò vita in Te e in Te darò Te stesso. Così contenterai le mie brame. Straziato Gesù vedo che la tua SS. Umanità finisce non per Te, ma per compiere in tutto la nostra Redenzione; hai bisogno di aiuto divino e perciò Ti getti nelle braccia paterne e chiedi aiuto e soccorso. Oh, come il Divin Padre s’intenerisce nel guardar l’orrendo strazio della tua SS. Umanità, il lavorìo terribile che la colpa ha fatto sulle tue SS. Membra!
E per contentare le tue brame d’amore, ti stringe al suo Cuore paterno e ti dà gli aiuti necessari per compiere la nostra Redenzione e, mentre Ti stringe, senti nel tuo Cuore più forte ripetere i colpi dei chiodi, le sferze dei flagelli, gli squarci delle piaghe, le punture delle spine.

Oh, come il Padre ne resta colpito! Come si sdegna nel vedere che tutte queste pene Te le recano fin nel tuo Cuore anche anime a Te consacrate! E nel suo dolore Ti dice: "Possibile, Figlio mio, che neppure la parte da Te eletta è tutta con Te? Anzi pare che queste anime chiedano rifugio e nascondimento in questo tuo Cuore per amareggiarti e darti morte più dolorosa, e quel che è più, tutti questi dolori che Ti danno, sono nascosti e coperti da ipocrisie. Ah Figlio, non posso più contenere lo sdegno per l’ingratitudine di queste anime, le quali Mi addolorano più che le altre creature tutte insieme!"

Ma Tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, difendi anche queste anime e fai riparo con l’amore immenso di questo tuo Cuore, alle onde delle amarezze e trafitture che queste anime Ti danno, e per placare il Padre Gli dici: "Padre mio, guarda questo mio Cuore; tutti questi dolori Ti soddisfino e quanto più acerbi essi sono, altrettanto più potenti siano sul tuo Cuore di Padre, per impetrare loro grazie, luce e perdono. Padre mio, non li rigettare, saranno essi i miei difensori che continueranno la mia vita sulla terra."

Vita mia, Crocifisso Gesù, vedo che ancora agonizzi sulla Croce, non essendo ancor pago il tuo amore per dare compimento a tutto. Anch’io, si, agonizzo insieme con Te e voi tutti, Angeli, Santi, venite sul monte Calvario a mirare gli eccessi e le follie dell’amore d’un Dio! Baciamo le sue piaghe sanguinanti, adoriamole, sosteniamo quelle membra lacerate, ringraziamo Gesù dell’operata Redenzione, diamo uno sguardo alla trafitta Madre che tante pene e morti sente nell’Immacolato suo Cuore, per quante pene vede nel suo Figlio Dio: le sue stesse vesti ne sono intrise di Sangue; il monte Calvario n’è cosparso tutto; perciò tutti insieme prendiamo questo Sangue, preghiamo la dolente Madre che si unisca a noi, dividiamoci in tutto il mondo e andiamo in aiuto a tutti.

Aiutiamo i pericolanti, affinché non periscano, i caduti affinché si rialzino, quelli che stanno per cadere affinché non cadano; diamo questo Sangue a tanti poveri ciechi, affinché splenda in essi la luce della verità; e, in modo speciale, portiamoci in mezzo ai poveri combattenti, facciamo loro da vigili sentinelle e, se stanno per cadere colpiti da piombo nemico, riceviamoli nelle nostre braccia per confortarli, e se vengono abbandonati da tutti, se sono disperati della loro triste sorte, diamo loro questo Sangue, perché si rassegnino e venga lenita l’atrocità dei dolori; e se vediamo che vi sono anime per cadere nell’inferno, diamo loro questo Sangue divino, che contiene il prezzo della Redenzione e strappiamole a satana! E mentre mi terrò Gesù stretto al mio cuore per difenderlo e ripararlo da tutto, stringerò tutti a questo Cuore, affinché tutti ottengano grazia efficace di conversione, forza e salvezza.

Intanto vedo, o Gesù, che il Sangue a rivi scorre dalle tue mani e dai tuoi piedi; gli Angeli, piangenti, facendoti corona, ammirano i portenti dell’immenso tuo Amore. Vedo la tua dolce Mamma ai pié della Croce trafitta dal dolore, la tua cara Maddalena, il prediletto Giovanni, tutti presi da estasi di stupore, d’amore e di dolore! O Gesù, mi unisco a Te e mi stringo alla tua Croce, prendo tutte le gocce del tuo Sangue e le verso nel mio Cuore.

Quando vedrò la tua Giustizia irritata contro i peccatori, io, per placarti, Ti mostrerò questo Sangue. Quando vorrò la conversione di anime ostinate nella colpa, Ti mostrerò questo Sangue e per virtù di esso, non rigetterai la mia preghiera, perché ne ho il pegno nelle mani. Ed ora, Crocifisso mio Bene, a nome di tutte le generazioni passate, presenti e future, insieme con la tua Mamma e con tutti gli Angeli mi prostro innanzi a Te e Ti dico: "Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo."

Crocifisso mio Bene, Ti vedo sulla Croce, come sul tuo Trono di trionfo, in atto di conquistare tutto e tutti i cuori, e di attirarli tanto a Te, che tutti sentano il tuo sovrumano potere. La natura, inorridita di tanto misfatto, si prostra innanzi a Te, ed in silenzio aspetta un tuo detto, per renderti onore e far riconoscere il tuo dominio; il sole piangente ritira la sua luce, non potendo sostenere la vista di Te, troppo dolorosa. L’inferno sente terrore e, silenzioso, aspetta. Sicché tutto è silenzio: la tua trafitta Mamma, i tuoi fidi sono tutti muti e così pietrificati alla vista, ahi, troppo dolorosa della tua squarciata e slogata Umanità, silenziosi aspettano una tua parola! La tua stessa Umanità che giace in un mare di dolori tra gli spasimi atroci dell’agonia, è silenziosa, tanto che si teme che da un respiro all’altro Tu muoia! Che più? Gli stessi perfidi Giudei, gli stessi spietati carnefici, che sino a poco fa Ti oltraggiavano, Ti schernivano, Ti chiamavano impostore, malfattore, gli stessi ladroni che ti bestemmiavano, tutti tacciono, ammutoliscono, il rimorso li invade, e se si sforzano di lanciarti qualche insulto, questo muore sulle loro labbra. Ma penetrando nel tuo interno, vedo che l’amore rigurgita,

Ti soffoca e non puoi contenerlo; e costretto dal tuo amore, che Ti tormenta più delle stesse pene con voce forte e commovente Tu parli, dal quel Dio che sei, elevi i morenti tuoi occhi al Cielo, ed esclami: "Padre, perdona loro, ché non sanno quel che fanno!" E di nuovo ti chiudi nel silenzio immerso in pene inaudite. Crocifisso Gesù, possibile tanto amore? Ah, dopo tante pene ed insulti, la prima parola è il perdono e ci scusi innanzi al Padre di tanti peccati! Ah, questa parola la fai scendere in ogni cuore dopo la colpa e sei Tu il primo ad offrire il perdono. Ma quanti la respingono e non l’accettano; il tuo amore allora va in follie, perché Tu smaniando vuoi dare a tutti il perdono ed il bacio di pace!

A questa tua parola l’inferno trema e Ti riconosce per Dio; la natura e tutti restano attoniti e riconoscono la tua Divinità, il tuo inestinguibile amore e, silenziosi aspettano per vedere dove esso giunge. E non è solo la tua voce, ma è anche il tuo Sangue, le tue piaghe che gridano ad ogni cuore dopo il peccato: "Vieni nelle mie braccia, ché Ti perdono e il suggello del perdono è il prezzo del mio Sangue". O mio amabile Gesù, ripeti ancora questa parola a quanti peccatori stanno nel mondo; per tutti implora misericordia, per tutti applica i meriti infiniti del tuo preziosissimo Sangue, per tutti, o buon Gesù, continua a placare la divina Giustizia e concedi grazia a chi, trovandosi in atto di dover perdonare, non ne sente la forza. Mio Gesù, Crocifisso adorato, in queste tre ore di amarissima agonia Tu vuoi dare compimento a tutto, e mentre silenzioso Te ne stai su questa Croce, vedo che nel tuo interno vuoi soddisfare in tutto il Padre. Lo ringrazi per tutti, soddisfi Tu per tutti, per tutti chiedi perdono e a tutti impetri grazia che mai più Ti offendano; e per impetrare ciò dal Padre, riepiloghi tutta la tua vita dal prima istante del tuo concepimento fino all’ultimo respiro. Mio Gesù, amore interminabile, lascia che ancor io riepiloghi tutta la tua vita con Te, con l’inconsolabile Mamma, con San Giovanni e con le pie donne.

Riepiloghiamo la Vita e le pene di Gesù

Mio dolce Gesù, Ti ringrazio delle tante spine che hanno trafitto la tua adorabile testa, delle gocce di Sangue da questa versate, dei colpi che su di essa hai ricevuti e dei capelli che Ti hanno strappato. Ti ringrazio di quanto bene hai fatto e hai impetrato a tutti, dei lumi e delle buone ispirazioni che ci hai date, e di quante volte hai perdonato tutti i nostri peccati di pensieri, di superbia, di orgoglio e di propria stima.
Ti chiedo perdono a nome di tutti, o mio Gesù, de quante volte Ti abbiamo coronato di spine, di quante gocce di Sangue

Ti abbiamo fatto versare dal sacratissimo tuo capo, di quante volte non abbiamo corrisposto alle tue ispirazioni; per tutti questi dolori da Te sofferti, Ti prego, o buon Gesù, d’impetrarci la grazia di non commettere mai più peccati di pensieri. Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nella tua santissima testa, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato se avessero fatto buon uso della loro intelligenza.                                          
Adoro, o Gesù mio, i tuoi SS. Occhi e Ti ringrazio di quante lagrime e sangue hai versato, per le punture crudeli delle spine, per gli insulti, le derisioni e i vilipendi sostenuti in tutta la tua Passione. Ti chiedo perdono per tutti quelli che si servono della vista per offenderti e oltraggiarti, pregandoti, per i dolori sofferti nei tuoi sacratissimi occhi, a compartirci la grazia che nessuno più Ti offenda con gli sguardi cattivi. Intendo ancora offrirti tutto quello che Tu stesso soffristi nei tuoi SS. Occhi, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se i loro sguardi fossero fissi solo al Cielo, alla Divinità e a Te, o mio Gesù.

Adoro le tue SS. Orecchie; Ti ringrazio di quanto soffristi mentre i manigoldi sul Calvario Te le assordavano con grida e scherni. Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quanti discorsi cattivi si ascoltano e Ti prego che si aprano le orecchie di tutti gli uomini alle verità eterne, alle voci della Grazia e che nessuno più Ti offenda col senso dell’udito. Intendo ancora offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo SS. Udito, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se di quest’organo avessero fatto santo uso.

Adoro e bacio, o Gesù mio, il tuo SS. Volto e Ti ringrazio di quanto soffristi per gli sputi, schiaffi e scherni ricevuti, e per quante volte Ti lasciasti calpestare dai tuoi nemici. Ti domando perdono a nome di tutti, per quante volte si è avuto l’ardire d’offenderti, pregandoti per questi schiaffi e per questi sputi di far si che da tutti venga riconosciuta, lodata, glorificata la tua Divinità; anzi, o mio Gesù, intendo io stesso andare per tutto il mondo, dall’oriente all’occidente, da mezzogiorno a settentrione, unire tutte le voci delle creature e cambiarle in altrettanti atti di lode, d’amore e di adorazione. Intendo ancora, o mio Gesù, portare a Te tutti i cuori delle creature, affinché in tutti Tu possa gettare luce, verità, amore, compatimento alla tua divina Persona; e mentre perdonerai tutti, io Ti prego di non permettere che alcuno più Ti offenda, e se fosse possibile anche a costo del mio sangue. Intendo infine offrirti tutto ciò che soffristi nel tuo SS. Volto, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se nessuno avesse ardito offenderti.

Adoro la tua santissima bocca e Ti ringrazio dei tuoi primi vagiti, di quanto latte succhiasti, di quante parole dicesti, dei baci infuocati che desti alla tua santissima Madre, del cibo che prendesti, dell’amarezza del fiele e della sete ardente che soffristi sulla Croce, delle preghiere che innalzasti al Padre, e Ti chiedo perdono per quante mormorazioni e discorsi cattivi e mondani si fanno e per quante bestemmie pronunziano le creature. Intendo offrire i tuoi santi discorsi in riparazione dei loro discorsi non buoni, la mortificazione del tuo gusto per riparare le loro golosità e tutte le offese che Ti hanno arrecato col cattivo uso della lingua. Intendo offrirti tutto ciò che soffristi nella tua SS. Bocca, per darti io tutta la gloria che le creature Ti avrebbero data, se nessuna avesse ardito offenderti col senso del gusto e con l’abuso della lingua.
O Gesù, di tutto Ti ringrazio e a nome di tutti, T’innalzo l’inno di un ringraziamento eterno, infinito. Intendo, o mio Gesù, offrirti tutto ciò che hai sofferto nella tua SS. Persona, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato tutte le creature, se avessero uniformato la loro vita alla tua.

Ti ringrazio, o Gesù, per quanto hai sofferto nelle tue SS. Spalle, per quanti colpi hai ricevuto, per quante piaghe Ti sei lasciato aprire sul tuo sacratissimo Corpo e per quante gocce di Sangue hai versato. Ti chiedo perdono a nome di tutti, per quante volte, per amore delle comodità, Ti hanno offeso con piaceri illeciti e non buoni. Ti offro la tua dolorosa flagellazione per riparare tutti i peccati commessi con tutti i sensi, l’amore ai propri gusti, ai piaceri sensibili, al proprio io, a tutte le soddisfazioni naturali, e intendo pure offrirti tutto ciò che hai sofferto nelle tue spalle, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero data, se in tutto avessero cercato di piacere a Te solo e di rifugiarsi all’ombra della tua divina protezione.

Gesù mio, bacio il tuo piede sinistro; Ti ringrazio di quanti passi facesti nella tua vita mortale e di quante volte stancasti le tue povere membra per andare in cerca di anime da condurre al tuo Cuore. Ti offro perciò, o mio Gesù, tutte le mie azioni, passi e movimenti, con l’intenzione di darti riparazione per tutto e per tutti. Ti chiedo perdono per quelli che non operano con retta intenzione; unisco le mie azioni alle tue per divinizzarle e le offro unite a tutte le opere che facesti con la tua SS. Umanità, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato le creature, se avessero operato santamente e con fini retti.

Ti bacio, o Gesù mio, il piede destro e Ti ringrazio di quanto hai sofferto e soffri per me, specialmente in quest’ora che sei pendente dalla Croce: Ti ringrazio per lo straziante lavorio che fanno i chiodi nelle tue piaghe, le quali si squarciano sempre più al peso del tuo sacratissimo Corpo.
Ti chiedo perdono di tutte le ribellioni e disobbedienze che commettono le creature, offrendoti i dolori dei tuoi Ss. Piedi in riparazione di queste offese, per darti tutta la gloria che le creature Ti avrebbero dato, se in tutto fossero state soggette a Te.

O mio Gesù, bacio la tua santissima mano sinistra; Ti ringrazio di quanto hai sofferto per me, di quante volte hai placato la divina Giustizia soddisfacendo per tutto! Bacio la tua mano destra e Ti ringrazio di quanto bene hai operato e operi per tutti, in modo speciale Ti ringrazio delle opere della Creazione, delle Redenzione e della Santificazione. Ti chiedo perdono a nome di tutti, di quante volte siamo stati ingrati ai tuoi benefici, delle tante nostre opere fatte senza retta intenzione. In riparazione di tutte queste offese, intendo offrirti tutta la perfezione e santità delle tue opere, per darti tutta quella gloria che le creature Ti avrebbero dato, se avessero corrisposto a tutti questi benefici.

O Gesù mio, bacio il tuo sacratissimo Cuore e Ti ringrazio di quanto hai sofferto, desiderato e zelato per amor di tutti e per ognuno in particolare. Ti chiedo perdono di tanti desideri cattivi, affetti e tendenze non buone: perdono, o Gesù, per tanti che pospongono il tuo amore all’amore delle creature; e per darti tutta la gloria che queste Ti hanno negato, Ti offro tutto ciò che ha fatto e continua a fare il tuo adorabilissimo Cuore.

mercoledì 12 gennaio 2011

Gesù di nuovo innanzi a Pilato

che Lo mostra al popolo bendano la vista dell’intelligenza per non vedere la luce della verità. Con questa tua benda impetri per noi che ci siano tolte le bende delle passioni, delle ricchezze e dei piaceri. Mio Re Gesù, i tuoi nemici continuano i loro insulti; il Sangue che scorre dal tuo SS. capo è tanto, che giungendoti fino alla bocca T’impedisce di farmi sentire chiaramente la tua dolcissima voce, e quindi non posso fare ciò che fai Tu. Perciò vengo nelle tue braccia, voglio sostenere il tuo capo trafitto e addolorato, voglio mettere la testa sotto queste spine per sentire le loro punture.

Ma mentre dico ciò, il mio Gesù mi chiama col suo sguardo di amore ed io subito mi abbraccio al suo Cuore e cerco di sostenere la sua testa. Oh, come’è bello stare con Gesù anche in mezzo a mille tormenti! E Lui mi dice: "Figlio mio, queste spine dicono che voglio essere costituito Re di ogni cuore; a Me spetta ogni dominio. Tu prendi queste spine e pungi il tuo cuore, fanne uscire tutto ciò che a Me non appartiene e poi lascia dentro una spina, come suggello che Io sono il tuo Re e per impedire che nessun’altra cosa entri in te. Poi gira per tutti i cuori e, pungendoli, fanne uscire tutti i fumi di superbia e il marciume che contengono, e costituiscimi Re di tutti".

Amor mio, il cuore mi si stringe nel lasciarti; perciò Ti prego di assordarmi le orecchie con le tue spine, perché senta solo la tua voce; coprimi gli occhi con le tue spine, per poter guardare Te solo; riempimi con le tue spine la bocca, in modo che la mia lingua resti muta a tutto ciò che possa offenderti e sia libera per lodarti e benedirti in tutto. O mio Re Gesù, circondami di spine, affinché mi custodiscano, mi difendano e mi tengano in Te tutto intento. Ed ora voglio asciugarti il Sangue e baciarti, perché vedo che i tuoi nemici Ti conducono a Pilato, il quale Ti condannerà a morte. Amor mio, aiutami a continuare la tua Via dolorosa e benedicimi.

Mio coronato Gesù, il povero mio cuore, ferito dal tuo amore e trafitto dalle tue pene, non può vivere senza di Te, perciò Ti cerco e Ti trovo di nuovo innanzi a Pilato.
Ma quale spettacolo commovente! I Cieli inorridiscono, e l’inferno trema di paura e di rabbia! Vita del mio cuore, il mio sguardo non può sostenere la tua vista senza sentirmi morire; ma la forza rapitrice del tuo amore mi costringe a guardarti per farmi ben comprendere le tue pene; ed io, fra lagrime e sospiri, Ti contemplo.
Mio Gesù, sei nudo, ed invece di vesti, Ti vedo vestito di sangue, le carni squarciate, le ossa denudate, il tuo Volto SS. irriconoscibile; le spine infisse nella tua SS. testa Ti giungono negli occhi, nel Volto, ed io non vedo che sangue, che scorrendo fino a terra, forma un sanguigno ruscello dietro i tuoi piedi.

Mio Gesù, non ti riconosco più per come sei ridotto! Il tuo stato è giunto agli eccessi più profondi delle umiliazioni e degli spasimi! Ah, io non posso più sostenere la tua vista sì dolorosa, mi sento morire; vorrei strapparti dalla presenza di Pilato per chiuderti nel mio cuore e darti riposo; vorrei sanare le tue piaghe col mio amore, e col tuo Sangue vorrei allagare tutto il mondo per chiudervi tutte le anime e condurle a Te, come conquista delle tue pene!

E Tu, o paziente Gesù, a stento par che mi guardi attraverso le spine, e mi dici: "Figlio mio, vieni fra queste mie braccia legate, poggia il tuo capo sul mio seno e vedrai dolori più intensi ed acerbi, perché quello che vedi al di fuori della mia Umanità non è altro che lo sbocco delle mie pene interne. Fa attenzione ai palpiti del mio cuore, e sentirai che riparo le ingiustizie di chi comanda, le oppressioni de’ poveri, degl’innocenti posposti ai rei, la superbia di quelli che per sostenere le dignità, le cariche, le ricchezze, non si curano di rompere qualunque legge e di far male al prossime, chiudendo gli occhi alla luce della verità. Con queste spine voglio frantumare lo spirito di superbia delle loro signorie, e coi fori che formano nella mia testa, voglio farmi via nelle loro menti, per riordinare in esse tutte le cose secondo la luce della verità.

 Con lo starmi così umiliato innanzi a questo ingiusto giudice, voglio fare a tutti comprendere che la sola virtù è quella che costituisce l’uomo re di sé stesso, e insegno a chi comanda, che la sola virtù, unita al retto sapere, è sola degna e capace di governare e di reggere gli altri: mentre tutte le altre dignità, senza la virtù, sono cose pericolose e da deplorarsi. Figlio mio, fa eco alle mie riparazioni e segui a far attenzione alle mie pene".
Amor mio, vedo che Pilato, nel vederti sì malamente ridotto, si sente rabbrividire e, tutto impressionato, esclama: "Possibile tanta crudeltà in petti umani? Ah, non era questa la mia volontà nel condannarlo alle battiture!" E volendo liberarti dalle mani dei tuoi nemici per poter trovare ragioni più convenienti, tutto dimesso, distogliendo il suo sguardo, perché non può sostenere la tua vista troppo dolorosa, torna ad interrogarti: "Ma dimmi, che hai fatto? La tua gente mi Ti ha dato nelle mani, dimmi, sei Tu re? Qual è il tuo regno?"

Alle domande tempestose di Pilato, Tu, o mio Gesù, non rispondi, e racchiuso in Te stesso pensi a salvare la povera anima mia a costo di tante pene!
E Pilato, poiché non rispondi, soggiunge: "Non sai Tu che sta in mio potere il liberarti o il condannarti?" Ma Tu, o Amor mio, volendo fare splendere nella mente di Pilato la luce della verità, rispondi: "Non avresti alcun potere su di Me se non ti venisse dall’alto; però quelli che Mi hanno dato nelle tue mani hanno commesso un peccato più grave del tuo." Allora Pilato, quasi mosso dalle dolcezza della tua voce, irrisoluto come sta, col cuore in tempesta, credendo che i cuori dei Giudei fossero più pietosi, si decise di mostrarti dalla loggia, sperando che si muovessero a compassione nel vederti sì straziato, e così poterti liberare.

Addolorato Gesù, il cuore mi vien meno nel vederti seguir Pilato; a stento cammini e curvo sotto quel la orribile corona di spine, il Sangue segna i tuoi passi, e come esci fuori, senti la folla tumultuante che, ansiosa, aspetta la tua condanna. Pilato imponendo silenzio, per richiamare l’attenzione di tutti e farsi da tutti ascoltare, prende con ribrezzo i due lembi della porpora che Ti copre il petto e le spalle, la solleva, per farti da tutti vedere come sei ridotto, e ad alta voce dice: "Ecce Homo! Guardatelo, non ha più figura di uomo, osservate le sue piaghe, non più si riconosce; se male ha fatto, ha già sofferto abbastanza, anzi troppo; io son già pentito d’averlo fatto tanto soffrire, lasciamolo perciò libero."

Gesù, Amor mio, lascia che ti sostenga, perché vedo che non reggendoti in piedi sotto il peso di tante pene, vacilli. Ah, in questo momento solenne si decide la tua sorte: alle parole di Pilato si fa silenzio profondo in Cielo, in terra e nell’inferno! E poi, come in una sola voce sento il grido di tutti: - "Crocifiggilo, crocifiggilo, a qualunque costo Lo vogliamo morto!"

Vita mia, Gesù, vedo che tremi. Il grido di morte scende nel tuo Cuore, ed in queste voci scorgi la voce del tuo caro Padre che dice: "Figlio mio, Ti voglio morto, e morto crocifisso!" Ah senti pure la tua Mamma, che sebbene trafitta, desolata, fa eco al tuo caro Padre: "Figlio, Ti voglio morto!" Gli Angeli, i Santi, l’inferno, tutti ad unanime voce gridano: "Crocifiggilo, crocifiggilo." Sicché non c’è anima che Ti voglia vivo. Ed ahi, ahi! Con sommo mio rossore, dolore e raccapriccio, anch’io mi sento costretto da una forza suprema a gridare: "Crocifiggilo!"
Mio Gesù perdonami, se io pure misera anima peccatrice Ti voglio morto! Però, Ti prego di far morire me insieme a Te.

E Tu intanto, o mio straziato Gesù, mosso dal mio dolore par che mi dica: "Figlio mio, stringiti al mio Cuore, e prendi parte alle mie pene ad alle mie riparazioni; il momento è solenne, si deve decidere o la mia morte o la morte di tutte le creature. In questo momento due correnti si riversano nel mio Cuore; in una vi sono le anime che, se Mi vogliono morto, gli è perché vogliono trovare in Me la vita; e così con l’accettare Io per loro la morte, vengono sciolte dalla condanna eterna e le porte del Cielo si schiudono per riceverle. Nell’altra corrente vi sono quelle che Mi vogliono morto per odio e per conferma della loro condanna, ed il mio Cuore è lacerato, e sente la morte di ciascuna e le stesse pene dell’inferno! Ah, il mio Cuore non regge a questi dolori acerbi; sento la morte ad ogni palpito, ad ogni respiro, e vado ripetendo: ‘Perché tanto sangue sarà sparso invano? Perché le mie pene saranno inutili per tanti?’ Ah, figlio, sorreggimi che più non posso, prendi parte alle mie pene, la tua vita sia una continua offerta per salvare le anime, per lenirmi pene sì strazianti!"

Cuor mio, Gesù, le tue pene sono le mie e faccio eco alle tue riparazioni. Ma vedo che Pilato rimane sbalordito, e si affretta a dire: "Come, debbo crocifiggere il vostro Re? Io non trovo colpa in Lui per condannarlo." E i Giudei gridano, assordando l’aria: - "Non abbiamo altro re che Cesare e, se tu non Lo condanni, non sei amico di Cesare; folle, folle, crocifiggilo, crocifiggilo!"
Pilato, non sapendo più che fare, per timore di essere spodestato, si fa portare un catino d’acqua e, lavandosi le mani, dice: "Io sono innocente del Sangue di questo giusto." E ti condanna a morte. Ma i Giudei gridano: - Il suo Sangue cada su di noi e sui figli nostri!" E nel vederti condannato vanno in festa, battono le mani, fischiano, urlano; mentre tu, o Gesù, ripari per quelli che trovandosi in alto, per vano timore e per non perdere i posti, rompono le leggi più sacre, non curando la rovina dei popoli interi, favorendo gli empii e condannando gli innocenti; ripari anche per quelli che dopo la colpa, istigano l’ira divina a punirli.

Ma mentre ciò ripari, il Cuore Ti sanguina per il dolore nel vedere il popolo da Te eletto fulminato dalla maledizione del Cielo, che loro stessi con piena volontà hanno voluto, suggellandola col tuo Sangue che hanno imprecato! Ah, il Cuore Ti vien meno, lasciami che lo sostenga fra le mie mani, facendo mia le tue riparazioni e le tue pene; ma il tuo amore Ti spinge più in alto e, impaziente, già cerchi la Croce!
Vita mia, Ti seguirò, ma per ora riposati nelle mie braccia, e dopo giungeremo insieme al monte Calvario; perciò rimani in me e benedicimi.

Mio Gesù, amore insaziabile, vedo che non Ti dai pace, sento le tue smanie d’amore, i tuoi dolori; il Cuore ti batte forte, ed in ogni palpito sento scoppi, torture, violenze d’amore, e Tu, non potendo contenere il fuoco che Ti divora, Ti affanni, gemi, sospiri e, in ogni gemito, Ti sento dire: "Croce!" Ogni goccia del tuo Sangue ripete: "Croce!" Tutte le tue pene, nelle quali come in mare interminabile Tu nuoti dentro, ripetono fra loro: "Croce!" E Tu esclami: "O Croce diletta e sospirata, Tu sola salverai i miei figli, ed Io concentro in Te tutto il mio Amore!"



Seconda Incoronazione di Spine

Intanto, i tuoi nemici Ti fanno rientrare nel Pretorio, Ti tolgono la porpora volendoti rivestire delle tue vesti. Ma ahi, quanto dolore! Mi sarebbe più dolce il morire che vederti tanto soffrire! La veste si attacca alla corona e non possono tirarla su; quindi, con crudeltà mai vista, Ti strappano tutto insieme e veste e corona. Allo strappo crudele, molte spine si spezzano e restano infitte nella tua SS. Testa; il Sangue a ruscelli Ti piove, ed è tanto il tuo dolore, che Tu gemi; ma i nemici, non curando le tue torture, Ti mettono la veste, di nuovo ritornando a metterti la corona e, premendola fortemente sul tuo capo, le spine giungono negli occhi, nelle orecchie: sicché non c’è parte della tua SS. Testa che non senta le trafitture di esse. E’ tanto il tuo dolore, che vacilli sotto quelle mani crudeli, tremi da capo a pié, tra spasimi atroci stai per morire, e con i tuoi occhi languidi e ripieni di sangue a stento mi guardi, per chiedermi aiuto in tanto dolore!

Mio Gesù, Re di dolori, lascia che Ti sostenga e Ti stringa al mio cuore. Vorrei prendere il fuoco che Ti divora per incenerire i tuoi nemici e metterti in salvo, ma Tu non vuoi perché le ansie della Croce si fanno più ardenti e vuoi su di Essa subito immolarti, anche per i tuoi stessi nemici! Ma mentre Ti stringo al mio cuore, Tu stringendomi al tuo, mi dici: "Figlio mio, fammi sfogare il mio amore, ed insieme con Me ripara per quelli che fanno il bene e Mi disonorano. Questi Giudei Mi vestono delle mie vesti per screditarmi maggiormente innanzi al popolo, per convincerlo che io sia un malfattore. Apparentemente l’azione di vestirmi era buona, ma in sé stessa era cattiva. Ah, quanti fanno opere buone, amministrano Sacramenti, li frequentano, con fini umani ed anche cattivi; ma il bene, fatto malamente, porta alla durezza; ed Io voglio essere coronato una seconda volta, con dolori più acerbi della prima, per frangere questa durezza e così, con le mie spine, attirarli a Me. Ah, figlio mio, questa seconda coronazione Mi è ben più dolorosa;

 Mi sento la testa come nuotare dentro le spine e, ad ogni movimento che faccio, o urto che mi danno, tante morti crudeli Io subisco. Riparo così la malizia delle offese, riparo per quelli che in qualunque stato d’animo si trovano, invece di pensare alla propria santificazione, si dissipano e rigettano la mia grazia, ritornano a darmi spine più pungenti; mentre Io sono costretto a gemere, a piangere con lagrime di sangue e a sospirare la loro salvezza.
Ah, Io faccio tutto per amarle e le creature fanno di tutto per offendermi! Almeno Tu non lasciarmi solo nelle mie pene e nelle mie riparazioni"
Gesù abbraccia la Croce

Straziato mio Bene, con Te riparo, con Te soffro; ma vedo che i tuoi nemici Ti precipitano dalle scale, il popolo con furore ed ansie Ti aspetta; già Ti fanno trovare pronta la Croce che con tanti sospiri Tu cerchi e Tu, con amore, la guardi e, con passo franco, Ti avvicini ad abbracciarla; ma prima la baci e correndoti un brivido di gioia per la tua SS. Umanità, con sommo tuo contento ritorni a guardarla e ne misuri la lunghezza e la larghezza. In essa già stabilisci la porzione per tutte le creature; le doti sufficientemente per vincolarle alla Divinità con nodo di sposalizio e renderle eredi del Regno dei Cieli; poi non potendo contenere l’amore con cui le ami, ritorni a baciare la Croce e le dici: "Croce adorata, finalmente ti abbraccio; eri tu il sospiro del mio Cuore, il martirio del mio amore; ma tu, o Croce, tardasti finora, mentre i miei passi sempre verso di te si dirigevano.

Croce Santa, eri tu la meta dei miei desideri, lo scopo della mia esistenza quaggiù; in te concentro tutto l’essere mio, in te metto tutti i miei figli e tu sarai la loro vita, e la loro luce, la difesa, la custodia, la forza; tu li sovverrai in tutto, e gloriosi me li condurrai in Cielo. Oh Croce, Cattedra di sapienza, tu sola insegnerai la vera santità, tu sola formerai gli eroi, gli atleti, i martiri, i santi. Croce bella, tu sei il mio Trono e, dovendo Io partire dalla terra, tu rimarrai in vece mia; a te do in dote tutte le anime; Me le custodisci, Me le salvi, a te le affido!"

Così dicendo, ansioso Te la fai mettere sulle tue SS. Spalle. Ah, mio Gesù, la Croce per il tuo amore è troppo leggera, ma al peso della Croce si unisce quello delle nostre colpe enormi ed immense quanto la distesa dei cieli; e Tu, affranto mio Bene, Ti senti schiacciare sotto il peso di tante colpe; la tua anima inorridisce alla vista di esse e sente la pena di ogni colpa; la tua santità resta scossa di fronte a tanta bruttezza e perciò, addossando la Croce sulle tue spalle, vacilli, affanni, e dalla tua SS. Umanità trafila un sudore mortale. Deh, Amor mio, non mi regge l’animo di lasciarti solo, voglio dividere insieme a Te il peso della Croce e, per sollevarti il peso delle colpe, mi stringo ai tuoi piedi; voglio darti, a nome di tutte le creature, amore per chi non Ti ama, lodi per chi Ti disprezza, benedizioni, ringraziamenti, ubbidienza per tutti.

 Protesto che in qualunque offesa riceverai, io intendo offrirti tutto me stesso per ripararti, fare l’atto opposto alle offese che le creature Ti fanno e consolarti coi miei baci e continui atti d’amore. Ma vedo che sono troppo misero, ho bisogno di Te per poterti riparare davvero: perciò mi unisco alla tua SS. Umanità e, insieme a Te unisco i miei pensieri ai tuoi per riparare i pensieri cattivi miei e di tutti; la mia bocca alla tua, per riparare le bestemmie e i discorsi cattivi; il mio cuore al tuo per riparare le tendenze, i desideri e gli affetti cattivi; in una parola, voglio riparare tutto ciò che ripara la tua Santissima Umanità, unendomi all’immensità del tuo amore per tutti ed al bene immenso che fai a tutti.

Ma non sono contento ancora; voglio unirmi alla tua Divinità e questo mio nulla lo sperdo in Essa, e così ti do il tutto. Ti do il tuo amore per ristorare le tue amarezze; ti do il tuo cuore per ristorarti delle nostre freddezze, incorrispondenze, ingratitudini e poco amore delle creature. Ti do le tue armonie per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che riceve con le bestemmie. Ti do la tua bellezza per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci infanghiamo nella colpa. Ti do la tua purità per rinfrancarti delle mancanze di rettitudine d’intenzione e del fango e del marciume che vedi in tante anime. Ti do la tua immensità per rinfrancarti delle volontarie strettezze in cui si mettono le anime. Ti do il tuo ardore per bruciare tutti i peccati e tutti i cuori, affinché tutti ti amino e nessuno più Ti offenda. Insomma Ti do tutto ciò che sei Tu per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed infinito.



La Via Dolorosa al Calvario

Mio pazientissimo Gesù, vedo che fai i primi passi sotto il peso enorme della Croce ed io unisco i miei passi ai tuoi e quando Tu, debole, svenato e vacillante starai per cadere, io sarò al tuo fianco per sorreggerti, presterò le mie spalle sotto di essa per dividerne insieme con Te il peso; Tu non disdegnarmi, ma accettami per tuo fedele compagno. Oh Gesù, Tu mi guardi e vedo che ripari per quelli che non portano con rassegnazione la propria croce, anzi imprecano, s’irritano, si suicidano e fanno omicidi; e Tu impetri a tutti amore e rassegnazione alla propria Croce. Ma è tanto il tuo dolore, che Ti senti come stritolare sotto la Croce. Sono appena i primi passi che muovi e già Tu cadi sotto di essa e, mentre cadi, urti nelle pietre; le spine si conficcano di più nel tuo capo, mentre tutte le piaghe s’inaspriscono e danno nuovo sangue; e siccome non hai forza per alzarti, i tuoi nemici irritati, con calci e con spinte cercano di metterti in piedi.

Caduto amor mio, lascia che Ti aiuti a metterti in piedi, Ti baci, Ti rasciughi il sangue, ed insieme con Te ripari per quelli che peccano per ignoranza, per fragilità e debolezza; e Ti prego di dare aiuto a queste anime.
Vita mia, Gesù, i tuoi nemici, facendoti soffrire spasimi inauditi, sono giunti a metterti in piedi e, mentre barcollando Tu cammini, sento il tuo respiro affannoso; il tuo Cuore batte più forte e nuove pene te lo trafiggono intensamente; già scuoti la testa per sgombrare i tuoi occhi dal sangue che li riempie e ansioso guardi. Ah, mio Gesù ho capito tutto; la tua Mamma che, come gemebonda colomba va in cerca di Te, vuol dirti un’ultima parola e ricevere un tuo ultimo sguardo; e Tu senti le sue pene, il suo cuore lacerato nel tuo ed intenerito e ferito dal suo e dal tuo amore. Già la scorgi che spingendosi attraverso la folla, a qualunque costo vuol vedere, abbracciarti e darti l’ultimo addio. Ma Tu resti più trafitto nel vedere la sua pallidezza mortale, tutte le tue pene per forza di amore riprodotte in Lei; se Essa vive, è solo miracolo della tua Onnipotenza. Già Tu muovi i passi incontro ai suoi, ma a stento vi potete scambiare gli sguardi!

Oh, schianto di Cuori d’ambo le parti! I soldati avvertono e, con urti e spine, impediscono che Mamma e Figlio vi diate l’ultimo addio. E’ tanta l’ambascia d’entrambi, che la tua Mamma resta impietrita dal dolore e quasi sta per soccombere; il fedele Giovanni e le pie donne La sorreggono, mentre Tu di nuovo cadi sotto la Croce. Allora la tua dolente Mamma ciò che non fa col Corpo, perché impedita, lo fa con l’anima: entra in Te, fa suo il Volere dell’Eterno e, associandosi in tutte le tue pene, Ti fa l’ufficio di Mamma, Ti bacia, Ti ripara, Ti lenisce ed in tutte le tue piaghe versa il balsamo del suo doloroso amore!

Mio penante Gesù, anch’io mi unisco con la trafitta Mamma; faccio mie tutte le tue pene ed in ogni goccia del tuo Sangue, in ogni piaga, voglio farti da mamma ed insieme con Lei e con Te, riparo per tutti gli incontri pericolosi, e per quelli che si espongono alle occasioni di peccare, o costretti dalla necessità di esporsi, restano allacciati nel peccato.
Tu intanto gemi, caduto sotto la Croce; i soldati temono che Tu muoia sotto il peso di tanti martiri e per lo spargimento di tanto Sangue. Ciò non pertanto a via di frustate e calci, stentatamente giungono a metterti di nuovo in piedi. Così ripari le ripetute cadute nel peccato, i peccati gravi commessi da ogni classe di persone e preghi per i peccatori ostinati e piangi con lagrime di sangue per la loro conversione.

Affranto Amor mio, mentre ti seguo nelle riparazioni, vedo che non reggi sotto il peso enorme della Croce. Già tremi tutto; le spine, ai continui urti che ricevi, penetrano sempre più dentro la tua SS. Testa; la Croce per il suo grave peso si addentra nella spalla, tanto da formare una piaga così profonda da scoprire le ossa e ad ogni passo mi sembra che muori e quindi impossibilitato ad andare più avanti. Ma il tuo amore che tutto può Ti da la forza e, come Ti senti penetrare la Croce nella spalla, ripari per i peccati nascosti, che non essendo riparati, accrescono l’acerbità dei tuoi spasimi. Mio Gesù, lascia che metta la mia spalla sotto la Croce per sollevarti e con Te ripari tutti il peccati occulti.

Ma i tuoi nemici per timore che Tu muoia sotto di essa, costringono il Cireneo ad aiutarti a portare la Croce, il quale mal volentieri e brontolando, non per amore, Ti aiuta, ma per forza. E nel tuo Cuore allora fanno eco tutti i lamenti di chi soffre, le mancanze di rassegnazione, le ribellioni, le ire e i disprezzi nel soffrire; ma molto più resti trafitto nel vedere che le anime a Te consacrate, che chiami a compagne ed aiuto nel tuo dolore Ti sfuggono e se Tu le stringi a Te col dolore, ah, esse si svincolano dalle tue braccia, per andare in cerca di godimenti e così lasciano Te solo a dolorare!

Mio Gesù, mentre riparo con Te, Ti prego di stringermi tra le tue braccia e tanto forte, che non ci sia pena che Tu soffra di cui non prenda parte anch’io, per trasformarmi in esse e per rifarti dell’abbandono di tutte le creature. Affranto mio Gesù, a stento cammini e tutto incurvato; ma vedo che ti soffermi e cerchi di guardare. Cuor mio, ma che c’è, che vuoi? Ah, è la Veronica che nulla temendo, coraggiosamente con un panno Ti rasciuga il Volto tutto coperto di sangue e Tu ve lo lasci impresso in segno di gradimento. Mio generoso Gesù, anch’io voglio asciugarti, e non con un panno, ma voglio esibire tutto me stesso a sollevarti, voglio entrare nel tuo interno e darti, o Gesù, palpiti per palpiti, respiri per respiri, affetti per affetti, desideri per desideri; intendo tuffarmi nella tua SS. Intelligenza e facendo scorrere tutti questi palpiti, respiri, affetti e desideri nell’immensità della tua Volontà, intendo moltiplicarli all’infinito.

Voglio, o mio Gesù, formare onde di palpiti per fare che nessun palpito cattivo si ripercuota nel tuo Cuore e così lenire tutte le sue interne amarezze; intendo formare onde di affetti e di desideri, per allontanare tutti gli affetti e i desideri cattivi che potrebbero menomamente contristare il tuo Cuore; intendo ancora o mio Gesù, formare onde di respiri e di pensieri, per allontanare qualunque respiro e pensiero che potrebbe menomamente dispiacerti. Starò bene in guardia, o Gesù, affinché nulla più affligga e aggiunga alle tue pene interne altre amarezze. O mio Gesù deh, fa che tutto il mio interno nuoti nell’immensità del tuo: così potrò ritrovare amore sufficiente e volontà sufficiente per far che non entri nel tuo interno amore cattivo, né volontà che potrebbe dispiacerti.

O mio Gesù, per essere più sicuro ti prego di suggellare con i tuoi pensieri i miei, con la tua Volontà la mia, con i tuoi desideri i miei, con i tuoi affetti a con i tuoi palpiti i miei; affinché, suggellati, non prendano vita che da Te. Ti prego ancora, o mio Gesù, di accettare il mio povero corpo che vorrei fare a brani per amor tuo e ridurlo in minutissime particelle, per metterle su ciascuna delle tue piaghe: su quella piaga, o Gesù, che Ti dà dolore per le tante bestemmie, pongo una particella del mio corpo ed intendo che ti dica sempre: "Ti benedico". Su quella piaga che Ti dà tanto dolore per le tante ingratitudini, intendo, o Gesù, mettere una porzione del mio corpo, per attestarti la mia gratitudine.

 Su quella piaga, o Gesù, che tanto Ti fa soffrire per le freddezze e le mancanze di amore, intendo mettere tante particelle della mia carne, che Ti dicano sempre: "Ti amo, Ti amo, Ti amo!" Su quella piaga che Ti dà dolore per le tante irriverenze verso la tua SS. Persona, intendo metter un brano di me stesso, che Ti dica sempre: "Ti adoro, Ti adoro, Ti adoro!" O mio Gesù, in tutto voglio diffondermi ed in quelle piaghe inasprite per le tante miscredenze, intendo che i brani del mio corpo Ti dicano sempre: "Credo, credo in Te, o mio Gesù, Dio mio, e nella tua S. Chiesa e intendo dare la mia vita per attestarti la mia Fede!" O mio Gesù, m’immergo nella immensità del tuo Volere e, facendolo mio, voglio supplire per tutti, chiudere le anime di tutti nella potenza della tua SS. Volontà. O Gesù mi è rimasto ancora il sangue, che voglio versare come balsamo e lenitivo sulle tue piaghe, per sollevarti e poterti del tutto risanare.

Intendo ancora, o Gesù, fare scorrere i miei pensieri nel cuore di ciascun peccatore, per sgridarlo continuamente, affinché non ardisca offenderti; e Ti prego, con le voci del tuo Sangue, affinché tutti si arrendano alle mie povere preghiere: così potrò portarli nel tuo Cuore! Un’altra grazia, o mio Gesù, Ti chiedo: che in tutto ciò che vedo, tocco e sento, io veda, tocchi e senta sempre Te; e che la tua santissima immagine e il tuo santissimo Nome siano sempre impressi in ogni particella del mio povero essere.

Intanto i nemici, mal vedendo quest’atto della Veronica, Ti frustano, Ti spingono e Ti mettono in via! Altri pochi passi e ti fermi ancora: il tuo amore, sotto il peso di tante pene, non si arresta e, vedendo le pie donne che piangono per causa delle tue pene, Tu dimentichi Te stesso e le consoli col dir loro: "Figlie non piangete sulle mie pene, ma sopra i peccati vostri e dei figli vostri". Che insegnamento sublime, come dolce è la tua parola! O Gesù, con Te riparo le mancanze di carità e Ti chiedo grazia di farmi dimenticare me stesso, perché non ricordi altro che Te solo.

Ma i tuoi nemici, sentendoti parlare, vanno in furia, Ti tirano per le funi, Ti spingono con tanta rabbia, che Ti fanno cadere e mentre cadi, urti nelle pietre: il peso della Croce Ti cruccia, e Ti senti morire! Lascia che Ti sostenga e faccia riparo con le mie mani al tuo SS. Volto. Vedo che tocchi la terra e boccheggi nel Sangue; ma i tuoi nemici Ti vogliono mettere in piedi, Ti tirano con le funi, Ti alzano per i capelli, Ti danno calci, ma tutto invano. Tu muori, mio Gesù! Che pena, mi si spezza il cuore per il dolore! E, quasi trascinandoti, Ti conducono al monte Calvario. Mentre Ti trascinano, sento che ripari tutti le offese delle anime a Te consacrate, che Ti danno tanto peso, che per quanto Tu Ti sforzi per alzarti, Ti riesce inutile! E così trascinato e calpestato, giungi al Calvario lasciando, da dove passi, rossa traccia del tuo Sangue prezioso.



Gesù è spogliato e coronato la terza volta di spine

Ma qui nuovi dolori Ti aspettano, Ti spogliano di nuovo e Ti strappano vesti e corona di spine. Ah, Tu gemi nel sentire strappare da dentro la tua testa le spine; e mentre Ti strappano la veste, Ti strappano pure le carni lacere attaccate ad essa. Le piaghe si squarciano, il Sangue a rivi scorre fino a terra, ed è tanto il dolore, che, quasi morto, tu cadi.
Ma nessuno si muove a compassione di Te, mio Bene! Anzi con bestiale furore di nuovo Ti mettono la corona di spine, Te la battono ben bene, ed è tanto lo strazio per i laceramenti e per lo strappo che fanno ai tuoi capelli ammassati nel sangue coagulato, che solo gli Angeli potrebbero dire ciò che Tu soffri, mentre, inorriditi, ritorcono i loro sguardi celesti e piangono!

Spogliato mio Gesù, permettimi che Ti stringa al mio cuore per riscaldarti, perché vedo che tremi ed un sudore gelido di morte invade la tua SS. Umanità. Quanto vorrei darti la mia vita, il mio sangue per sostituire il tuo, che hai perduto per darmi vita!
Gesù intanto quasi guardandomi con i suoi occhi languidi e moribondi par che mi dica: "Figlio mio, quanto mi costano le anime! Qui è il luogo dove tutti aspetto per salvarli, dove voglio riparare i peccati di quelli che giungono a degradarsi al di sotto delle bestie e si ostinano tanto nell’offendermi, che giungono a non saper vivere senza fare peccati. La loro ragione resta cieca e peccano all’impazzata; ecco perché una terza volta mi coronano di spine; e con lo spogliarmi, riparo per quelli che indossano vesti di lusso e indecenti, per i peccati contro la modestia e per quelli che sono tanto legati alle ricchezze, agli onori, ai piaceri, che ne formano un dio per i loro cuori.

Ah si, ognuna di queste offese è una morte che sento e, se non muoio, è perché il Volere dell’Eterno mio Padre non ha decretato ancora il momento della mia morte!"
Denudato mio Bene, mentre con Te riparo, Ti prego di spogliarmi di tutto con le tue SS. Mani e non permettere che alcun affetto cattivo entri nel mio cuore; Tu me lo vigili, me lo circondi con le tue pene, me lo riempi del tuo amore; la mia vita non sia altro che la ripetizione della tua e rafferma con la tua benedizione il mio spogliamento; benedicimi di cuore e dammi la forza d’assistere alla tua dolorosa crocifissione, per rimanere crocifisso insieme con Te!