venerdì 7 gennaio 2011

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

O mio Gesù, siamo già a mezzanotte; senti che i nemici si avvicinano, e Tu, rassettandoti e rasciugandoti il Sangue, rafforzato dai conforti ricevuti, vai di nuovo dai tuoi discepoli. Li chiami, li ammonisci e Te li porti insieme con Te, e vai incontro ai nemici, volendo riparare con la tua prontezza la mia lentezza, svogliatezza e pigrizia nell’operare e nel patire per amor tuo.

Ma, o dolce Gesù, mio Bene, che scena commovente vedo! Incontri per primo il perfido Giuda, il quale, avvicinandosi a Te e gettandoti le braccia al collo, Ti saluta e ti bacia; e Tu, Amore svisceratissimo, non disdegni di baciare quelle labbra infernali, lo abbracci e te lo stringi al Cuore, volendolo strappare all’inferno e dandogli segni di nuovo amore. Mio Gesù, com’é possibile non amarti? E’ tanta la tenerezza del tuo Amore che dovrebbe strappare ogni cuore ad amarti, eppure non Ti amano! E Tu, o mio Gesu’ in questo bacio di Giuda, sopportandolo, ripari i tradimenti, le finzioni, gli inganni sotto l’aspetto di amicizia e di santità, specialmente dei sacerdoti. Il tuo bacio, poi, manifesta che a nessun peccatore, purché venga a Te umiliato, rifiuteresti il tuo perdono.

Tenerissimo mio Gesù, già Ti dai in mano ai nemici, dando loro potere di farti soffrire ciò che loro vogliono. Anch’io, o mio Gesù, mi do nelle tue mani, affinché liberamente Tu possa fare di me ciò che più Ti piace; ed insieme con Te voglio seguire la tua Volontà, le tue riparazioni e soffrire le tue pene. Voglio stare sempre a Te dintorno, per fare che non ci sia offesa che io non ripari, amarezza che io non raddolcisca, sputi e schiaffi che Tu non ricevi che non siano seguiti da un mio bacio e carezza. Nelle cadute che farai, le mie mani saranno sempre pronte ad aiutarti per alzarti. Sicché’ sempre con Te voglio stare, o mio Gesù, nemmeno un minuto voglio lasciarti solo; e per essere più sicuro, mettimi dentro di Te ed io staro’ nella tua mente, nei tuoi sguardi, nel tuo Cuore e in tutto Te stesso, per fare che cio’ che fai Tu possa farlo anch’io. Così potrò tenerti fedele compagnia e nulla potrà sfuggirmi delle tue pene, per darti per tutto il mio ricambio d’amore.

Dolce mio Bene, starò al tuo fianco per difenderti, per imparare i tuoi insegnamenti, per numerare una ad una tutte le tue parole. Ah, come mi scende dolce la parola che rivolgesti a Giuda: "Amico, a che sei venuto?", e sento che anche a me rivolgi la stessa parola, non chiamandomi amico, ma col dolce nome di figlio: "Figlio, a che sei venuto?", per sentirti rispondere: "Gesù, ad amarti". "A che sei venuto?", mi ripeti se mi sveglio al mattino; "A che sei venuto?", se prego; "A che sei venuto?", mi ripeti dall’Ostia santa, se vengo a riceverti nel mio cuore.

Che bel richiamo per me e per tutti! Ma quanti al tuo "A che sei venuto?", rispondono: "Vengo per offenderti!" Altri, fingendo di non sentirti, si danno ad ogni sorta di peccati e rispondono al tuo "A che sei venuto?", con l’andare all’inferno! Quanto Ti compatisco, o mio Gesù! Vorrei prendere le stesse funi con cui stanno per legarti i tuoi nemici, per legare queste anime e risparmiarti questo dolore.

Ma di nuovo sento la tua voce tenerissima che dice, mentre vai incontro ai tuoi nemici: "Chi cercate?", e quelli rispondono: "Gesù Nazareno"; e Tu a loro: "Io sono". Con questa sola parola Tu dici tutto e Ti dai a conoscere per quello che sei, tanto che i tuoi nemici tremano e cadono come morti a terra; e Tu, Amore che non ha pari, ripetendo di nuovo: "Io sono", li richiami a vita, e da Te stesso Ti dai in potere dei nemici. Ed essi, perfidi ed ingrati, invece di cadere umili e palpitanti ai tuoi piedi e chiederti perdono, abusando della tua bonta’ e disprezzando grazie e prodigi, Ti mettono le mani addosso e con funi e catene Ti legano, Ti stringono, Ti gettano per terra, ti mettono sotto i piedi, Ti strappano, i capelli, e Tu con pazienza inaudita taci, soffri e ripari le offese di coloro che, malgrado i miracoli, non si arrendono alla tua Grazia e si ostinano di più.
Con le funi e catene impetri dal Padre la grazia di spezzare le catene delle nostre colpe e ci leghi con la dolce catena dell’Amore. E correggi amorosamente Pietro, che vuole difenderti persino tagliando l’orecchio a Malco; intendi riparare con ciò le opere buone non fatte con santa prudenza o che per troppo zelo cadono nella colpa.

Mio pazientissimo Gesù, queste funi e catene pare che mettono qualcosa di piu’ bello alla tua Divina Persona: la tua fronte si fa più maestosa, tanto da attirare l’attenzione dei tuoi stessi nemici, i tuoi occhi sfolgorano di più luce, il tuo Volto divino si atteggia ad una pace e dolcezza suprema, da innamorare i tuoi stessi carnefici; coi tuoi accenti soavi e penetranti, sebbene pochi, li fai tremare, tanto che, se ardiscono di offenderti, è perché Tu stesso glielo permetti.
Oh Amore incatenato e legato, potrai mai permettere che Tu sia legato per me, facendo più sfoggio d’amore verso di me, ed io, piccolo figlio tuo, stia senza catene? No, no, anzi legami con le tue stesse funi e catene, con le tue mani SS.

Perciò Ti prego di legare, mentre bacio la tua fronte divina, tutti i miei pensieri, gli occhi, le orecchie, la lingua, il cuore, i miei affetti e tutto me stesso ed insieme lega tutte le creature, affinché sentendo le dolcezze delle tue amorose catene, non più ardiscano di offenderti.
Dolce mio Bene, siamo già all’una. La mente incomincia ad assopirsi; farò il più possibile per mantenermi sveglio, ma se il sonno mi sorprende, mi lascio in Te per seguire ciò che fai Tu, anzi lo farai Tu stesso per me. In Te lascio i miei pensieri, a difenderti dai tuoi nemici, il mio respiro per corteggio e compagnia, il mio palpito per dirti sempre che Ti amo ed a rifarti dell’amore che gli altri non Ti danno, le gocce del mio sangue a ripararti ed a restituirti l’onore e la stima che Ti toglieranno con gli insulti, sputi e schiaffi. Mio Gesù, baciami, abbracciami e benedicimi e fammi dormire nel tuo adorabile Cuore e dai tuoi palpiti accelerati dall’Amore o dal dolore spesso potrò svegliarmi, e cosi’ mai interrompere la nostra compagnia; cosi’ restiamo intesi, o Gesù!

Amato mio Bene, la mia povera mente tra la veglia ed il sonno Ti segue. Come posso darmi in preda del sonno, se vedo che tutti Ti lasciano e fuggono da Te? Gli stessi Apostoli, il fervente Pietro, che poco fa ha detto di voler dare la vita per Te, il prediletto discepolo che con tanto amore hai fatto riposare sul tuo Cuore, ah, tutti Ti abbandonano e Ti lasciano in balia dei tuoi crudeli nemici!
Mio Gesù, sei solo! I tuoi purissimi occhi guardano d’intorno per vedere se almeno uno dei tuoi beneficati Ti segua per attestarti il suo amore e per difenderti; e mentre scorgi che nessuno, nessuno Ti è rimasto fedele, il Cuore Ti si stringe e dai in dirotto di pianto. E Tu senti piu’ dolore per l’abbandono dei tuoi fidi, che per quello che Ti stanno facendo gli stessi nemici. Mio Gesù, non piangere, o piuttosto fa che pianga io insieme con Te. E l’amabile Gesu’ par che dica: "Ah, figlio, piangiamo insieme la sorte di tante anime a Me consacrate, che per piccole prove, per incidenti della vita, non più si prendono cura di Me e Mi lasciano solo; per tante altre, timide e vili, che per mancanza di coraggio e di fiducia Mi abbandonano; per tanti e tanti che, non trovando il loro tornaconto nelle cose sante, non si curano di Me; per tanti sacerdoti che predicano, che celebrano, che confessano per amore d’interesse e di propria gloria; costoro fan vedere che sono intorno a Me, ma Io rimango sempre solo! Ah figlio, quanto mi e’ duro questo abbandono! Non solo mi piangono gli occhi, ma Mi sanguina il Cuore! Deh, ti prego di riparare il mio acerbo dolore col promettermi di non lasciarmi mai solo."

Si, o mio Gesù, lo prometto, aiutato dalla tua grazia immedesimandomi alla tua Divina Volonta’. Ma mentre, o Gesù, Tu piangi l’abbandono dei tuoi cari, i nemici non Ti risparmiano alcun oltraggio che Ti possano fare; stretto e legato come stai, o mio Bene, tanto che da te stesso neppure puoi fare un passo, Ti calpestano, ti trascinano per quelle vie piene di pietre e di spine, così che non c’é movimento che non ti faccia urtare nelle pietre e pungerti nelle spine. Ah, mio Gesù, veggo che mentre Ti trascinano, Tu lasci dietro di te il Sangue tuo prezioso, i dorati capelli che dal capo Ti strappano! Mia Vita e mio Tutto, permettimi che li raccolga, affinché possa legare tutti i passi delle creature, le quali anche di notte non Ti risparmiano, anzi si servono della notte per offenderti maggiormente: chi per ritrovi, chi per piaceri, chi per teatri, chi per compiere furti sacrileghi! Mio Gesù, mi unisco a Te per riparare tutte queste offese.

Ma, o mio Gesu’ siamo gia’ al torrente Cedron, ed i perfidi Giudei si dispongono a gettarti dentro, Ti fanno urtare contro un sasso che ivi è, con tanto impeto, da farti versare dalla bocca Sangue preziosissimo di cui lasciasti segnato quel sasso! Poi, tirandoti, Ti menano giù in fondo a quelle acque putride, in modo che esse ti entrano nelle orecchie, nella bocca, nelle narici. Oh, amore inarrivabile, Tu resti inondato e come ammantato da quelle acque putride, nauseanti e fredde, e in questo modo mi rappresenti al vivo lo stato lacrimevole delle creature quando commettono il peccato! Oh, come restano coperte e dentro e fuori di un manto di luridezze, da fare schifo al Cielo e a chiunque possa vederle, attirandosi così i fulmini della divina Giustizia! Oh, Vita della mia vita, può darsi mai amore più grande? Per toglierci questo manto di luridezze Tu permetti che i nemici Ti buttino in questo torrente e tutto soffri per riparare i sacrilegi e le freddezze delle anime che Ti ricevono sacrilegamente e che Ti costringono di più che il torrente a farti entrare nei loro cuori, e farti sentire tutta la nausea di esse! Tu permetti ancora che queste acque Ti penetrino fin nelle viscere; tanto che i nemici, temendo che rimanessi affogato, per riserbarti a maggiori tormenti, ti tirano su; ma fai tanto schifo, che essi stessi sentono nausea di toccarti.

Mio tenero Gesù, sei già fuori del torrente. Il cuore non mi regge di vederti così bagnato da queste acque nauseanti; vedo che Tu tremi da capo a pié per il freddo; guardi d’intorno cercando cogli occhi ciò che non fai con la voce, uno almeno che Ti riasciughi, Ti pulisca e Ti riscaldi; ma invano, nessuno si muove a pietà di Te, i nemici Ti beffano e Ti deridono, i tuoi Ti hanno abbandonato, la dolce Mamma e’ lontana, perché così il Padre dispone!
Eccomi, o Gesù, vieni nelle mie braccia, voglio tanto piangere da formarti un bagno per lavarti, pulirti ed aggiustarti, con le mie mani, i tuoi capelli tutti scarmigliati. Mio amore, voglio chiuderti nel mio cuore per riscaldarti col calore dei miei affetti, voglio profumarti coi miei desideri santi, voglio riparare tutte queste offese e mettere la mia vita insieme alla tua per salvare tutte le anime. Il mio cuore voglio offrirtelo come luogo di riposo, per poterti rinfrancare in qualche modo delle pene sofferte fin qui e poi riprenderemo insieme la via della tua Passione.

Gesù, sii sempre con me; dolce Mamma, seguiamo insieme Gesù. Mio Gesù, Sentinella divina, vegliandomi Tu nel Cuore e non volendo restare solo senza di me, mi desti e mi fai trovae insieme con Te nella casa di Anna.
Già Ti trovi a quel punto in cui Anna T’interroga sulla tua dottrina e sui tuoi discepoli, e Tu, o Gesù, per difendere la gloria del Padre, apri la tua sacratissima bocca e con voce sonora e dignitosa rispondi: "Io ho parlato in pubblico, e tutti quelli che qui stanno Mi hanno ascoltato."
Ai tuoi accenti dignitosi tutti si sentono tremare, ma la perfidia è tanta, che un servo, volendo fare onore ad Anna, si avvicina a Te, e con mano ferrata, Ti dà uno schiaffo, ma tanto forte da farti barcollare ed illividire il tuo SS. Volto.

Ora capisco, dolce Vita mia, perchè mi hai destato. Tu avevi ragione; chi doveva sostenerti, in questo momento in cui stai per cadere? I tuoi nemici erompono in risate sataniche, fischi e battimani, applaudendo ad un atto così ingiusto, e Tu, barcollando, non hai a chi appoggiarti. Mio Gesù, Ti abbraccio, anzi, voglio farti muro col mio essere e Ti offro la mai guancia con coraggio, pronto a sopportare qualsiasi pena per amor tuo. Ti compatisco per questo oltraggio ed insieme con Te Ti riparo le timidezze di tante anime che facilmente si scoraggiano, Ti riparo per tutti quelli che per timore non dicono la verità, per le mancanze di rispetto dovuto ai Sacerdoti e per le mormorazioni.

Ma vedo, afflitto Gesù mio, che Anna Ti manda a Caifa; i tuoi nemici Ti precipitano per le scale, e Tu, Amor mio, in questa dolorosa caduta ripari per quelli che di nottetempo precipitano nella colpa col favore delle tenebre, e chiami alla luce della Fede gli eretici e gli infedeli.
Anch’io voglio seguirti in queste riparazioni e, finché giungi a Caifa, Ti mando i miei sospiri per difenderti dai tuoi nemici; e mentre io dormirò, continua a farmi da sentinella, destandomi quando ne avrai bisogno. Perciò dammi il tuo bacio e la tua benedizione ed io Ti bacio il Cuore ed in Esso continuo il mio sonno.

Afflitto ed abbandonato mio Bene, mentre dorme la mie debole natura nel tuo addolorato Cuore, il mio sonno spesso viene interrotto dalle strette d’amore e di dolore del tuo Cuore Divino. Tra la veglia ed il sonno sento gli urti che Ti danno e mi sveglio e dico: Povero mio Gesu’, abbandonato da tutti! Non c’é chi di Te prenda difesa; ma da dentro il tuo Cuore io Ti offro la mia vita, per farti da appoggio nell’atto che Ti fanno urtare. E mi assopisco di nuovo; ma un’altra stretta d’amore del tuo Cuore Divino mi sveglia e mi sento assordare le orecchie dagli insulti che Ti fanno, dai bisbigli, dalle grida e dal correre di gente.
Amor mio, come mai sono tutti contro di Te? Che hai fatto, che come tanti lupi arrabbiati Ti vogliono sbranare? Mi sento gelare il sangue nel sentire i preparativi dei tuoi nemici, ed io tremo e sono angosciato, pensando come fare per difenderti.

Ma il mio afflitto Gesu’, tenendomi nel suo Cuore, mi stringe più forte e mi dice: "Figlio mio, non ho fatto nulla di male, e ho fatto tutto: ho il delitto dell’amore, che contiene tutti i sacrifici, l’amore di costo immensurabile. Siamo ancora al principio; tu sta’ nel mio Cuore, osserva tutto, amami, taci e impara. Fa che il tuo sangue gelato scorra nelle mie vene per dare ristoro al mio Sangue, che va tutto in fiamme; fa che il tuo tremito scorra nelle mie membra, affinche’, immedesimato in Me, possa raffermarti e riscaldarti, per sentire parte delle mie pene, ed insieme possa acquistare forza nel vedermi tanto soffrire. Questa sara’ la piu’ bella difesa che Mi farai; siimi fedele ed attento".

Dolce Amor mio, e’ tale e tanto lo strepito dei tuoi nemici, che non mi lasciano prendere più sonno. Gli urti si fanno più violenti; sento il rumore delle catene con cui Ti hanno legato, e tanto stretto, che ti fanno uscire dai polsi vivo sangue, con cui Tu segni quelle vie. Ricordati che il mio sangue è nel Tuo, e come Tu lo versi, il mio Te lo bacia, lo adora e lo ripara. Il tuo Sangue sia luce a tutti quelli che di notte Ti offendono e calamita per attirare tutti i cuori intorno a Te.

Amor mio e Tutto mio mentre Ti trascinano, l’aria pare assordare di grida e di fischi. Gia’ arrivi davanti a Caifa; Tu sei tutto mansueto, modesto, umile; la tua dolcezza e pazienza e’ tanta da terrorizzare gli stessi nemici, e Caifa, tutto furore, vorrebbe divorarti. Ah, come si distinguono bene l’Innocenza ed il peccato!
Amor mio, Tu sei dinanzi a Caifa come il più colpevole, in atto di essere condannato. Già Caifa domanda ai testimoni quali sono i tuoi delitti. Ah, avrebbe fatto meglio domandando qual è il tuo Amore! E chi Ti accusa di una cosa e chi di un’altra, spropositando e contraddicendosi fra di loro; e come Ti accusano, i soldati che Ti stanno accanto Ti tirano i capelli, Ti scaricano sul Volto SS. orribili schiaffi da far rimbombare tutta la sala, Ti torcono le labbra, Ti battono, e Tu taci, soffri, e se li guardi, la luce dei tuoi occhi scende nei loro cuori, e non potendo sopportarla, si allontanano da Te, ma altri subentrano, per fare di Te maggiore scempio.

Ma in tante accuse ed oltraggi, Ti vedo tendere l’orecchio e il tuo Cuore batte forte, in atto di scoppiare per il dolore. Dimmi, afflitto mio Bene, che c’é di nuovo? Perché di quello che Ti stanno facendo i nemici, vedo che è tanto il tuo Amore, che ansioso lo aspetti e lo offri per la nostra salvezza; ed il tuo Cuore ripara con tutta calma le calunnie, gli odi, le false testimonianze, il male che si fa agli innocenti con premeditazione, e ripari per quelli che Ti offendono per istigazione dei capi e le offese degli ecclesiastici. E mentre unito a Te seguo le tue stesse riparazioni, sento in Te un cambiamento di un nuovo dolore, non mai inteso finora. Dimmi, dimmi, che c’é? Fammi parte di tutto, o Gesù.

"Figlio, vuoi saperlo? Sento la voce di Pietro, che dice di non conoscermi; poi ha giurato e poi ancora ha spergiurato e anatemizza di non conoscermi. O Pietro, come! Non mi conosci? Non ti ricordi di quanti beni ti ho colmato? Ah, se gli altri Mi fanno morire di pene, tu Mi fai morire di dolore! Ah, quanto male hai fatto col seguirmi da lontano, esponendoti poi alle occasioni!"
Negato mio Bene, come si conoscono subito le offese dei tuoi più cari! O Gesù, voglio far scorrere il mio palpito nel tuo per raddolcire lo spasimo atroce che soffri, ed il mio palpito nel tuo Ti giura fedeltà e amore, e ripete e giura mille e mille volte di conoscerti.

Ma il tuo Amore non si calma ancora e cerchi di guardare Pietro. Ai tuoi sguardi amorosi, grondanti lacrime per la tua negazione, Pietro s’intenerisce e piange e si allontana; e Tu, avendolo messo in salvo, Ti calmi, e cosi’ ripari le offese dei Papi e dei capi della Chiesa, specialmente di quelli che si espongono alle occasioni.
Intanto, i tuoi nemici continuano ad accusarti, e vedendo Caifa che niente rispondi alle loro accuse, Ti dice: "Ti scongiuro per il Dio vivente, dimmi, veramente sei Tu il vero Figlio di Dio?"

E Tu, Amor mio, avendo sempre sul tuo labbro la parola della verità, atteggiandoti a Maestà suprema, con voce sonora e soave, tanto che tutti restano colpiti e gli stessi demoni sprofondano nell’abisso, rispondi: "Tu lo dici: si, Io sono il vero Figlio di Dio, ed un giorno scenderò sulle nubi del Cielo a giudicare tutte le nazioni".
Alle tue parole creatrici, tutti fanno silenzio, si sentono rabbrividire e spaventare; ma Caifa, dopo pochi attimi di spavento, riavendosi e tutto furibondo, più che belva feroce, dice a tutti: "Che bisogno abbiamo più di testimoni? Ha detto già una grande bestemmia! Che più aspettiamo per condannarlo? E’ gia’ reo di morte!"
E per dare più forza alle sue sacrileghe parole, si straccia le vesti con tanta rabbia e furore che tutti, come se fossero uno solo, si avventano contro di Te, mio Bene, e chi Ti da’ pugni sulla testa, chi Ti tira i capelli, chi Ti da’ schiaffi, chi Ti sputa sul Volto, chi Ti calpesta sotto i piedi. Sono tali e tanti i tormenti che Ti danno, che la terra trema e i Cieli ne restano scossi.

Amor mio e Vita mia, Gesù, come Ti tormentano, cosi’ il mio povero cuore e’ lacerato dal dolore. Deh, permettimi che esca dal tuo addolorato Cuore e che in vece tua affronti tutti questi oltraggi. Ah, se mi fosse possibile vorrei trafugarti dalle mani dei tuoi nemici; ma Tu non vuoi, poiche’ lo richiede la salvezza di tutti, ed io son costretto a rassegnarmi. Ma dolce Amor mio, lasciami che Ti rassetti, che Ti aggiusti i capelli, che Ti tolga gli sputi, che Ti rasciughi il Sangue e mi chiuda nel tuo Cuore, perche’ vedo che Caifa, stanco, vuole ritirarsi, consegnandoti in mano ai soldati.
Percio’  Ti adoro e Ti benedico, e Tu benedicimi e dammi il bacio del tuo Amore; ed io mi chiudo nella fornace del tuo Cuore divino per prendere sonno. Metto sul tuo Cuore la mia bocca, affinché respirando, Ti baci, e dalla diversità dei tuoi palpiti più o meno sofferenti possa avvertire se Tu soffri o riposi. Perciò, facendoti ala con le mie braccia per tenerti difeso, ti abbraccio, mi stringo forte al tuo Cuore e prendo sonno.

Vita mia dolcissima, Gesù, mentre dormivo stretto al tuo Cuore, spesso mi sentivo pungere dalle spine che pungono il tuo SS. Cuore e, volendo svegliarmi insieme con Te, perché Tu abbia uno almeno che noti tutte le tue pene e Ti compatisca, mi stringo più forte al tuo Cuore; e sentendo più al vivo le tue punture, mi sveglio. Ma che vedo, che sento? Vorrei nasconderti nel mio cuore, per espormi in vece tua a ricevere su di me pene così dolorose, insulti ed umiliazioni così incredibili; ma solo il tuo Amore poteva sostenere tanti oltraggi. Mio pazientissimo Gesù, che cosa potevi sperare da gente così inumana?

Già vedo che si prendono gioco di Te, Ti coprono il Volto di densi sputi, la luce dei tuoi begli occhi resta coperta di sputi, e Tu, mandando fiumi di lacrime per la nostra salvezza, spingi dai tuoi occhi quegli sputi e i tuoi nemici, non essendo il loro cuore capace di vedere la luce dei tuoi occhi, tornano di nuovo a coprirli di sputi. Altri, facendosi più bravi nel male, Ti aprono la dolcissima bocca e Te la riempiono di sputi fetenti, tanto che loro stessi ne sentono la nausea. E siccome quegli sputi in parte scendono e mostrano in parte la maestà del tuo Volto e la tua sovrumana dolcezza, si sentono rabbrividire e si vergognano di sé stessi; e per sentirsi più liberi Ti bendano gli occhi con uno straccio vilissimo, in modo da potersi del tutto sfrenare sulla tua adorabile Persona, sicché Ti battono senza pietà, Ti trascinano, Ti pestano sotto i piedi e ripetono i pugni, gli schiaffi sul tuo Volto e sulla testa, graffiandoti e tirandoti per i capelli, e Ti sbalzano da un punto all’altro.
Gesù, Amor mio, il mio cuore non regge vedendoti in tante pene. Tu vuoi che noti tutto, ma io mi sento che vorrei coprirmi gli occhi per non vedere scene così dolorose, che fanno strappare il cuore da ogni petto, ma l’amore per Te mi costringe a guardare che ne è di Te. E vedo che non fiati, che non dici una parola per difenderti, che stai in mano a questi soldati come uno straccio e possono fare di Te quello che vogliono; e vedendoli saltare sopra di Te, temo che Tu muoia sotto i loro piedi.

Mio Bene e mio Tutto, è tanto il dolore che sento per le tue pene, che vorrei dare grida così forti da farmi sentire su nel Cielo e chiamare il Padre, lo Spirito Santo e gli Angeli tutti, e qui in terra, da un punto all’altro, chiamare per prima la dolce Mamma e tutte le anime che Ti amano, in modo che formando cerchio attorno a Te, impediamo a questi insolenti soldati di avvicinarsi a Te per insultarti e tormentarti ancora; ed insieme con Te ripariamo tutte le specie di peccati notturni, soprattutto quelli commessi dai settari sulla tua Sacramentale Persona durante la notte, e tutte le offese delle anime che non si mantengono fedeli nella notte della prova.
Ma vedo, insultato mio Bene, che i soldati, stanchi ed ubriachi, vorrebbero riposarsi, ed il povero mio cuore, oppresso e lacerato da tante tue pene, non vuol restare solo insieme con Te, sente il bisogno di un’altra compagnia. Deh, dolce Mamma mia, sii Tu la mia  inseparabile compagna; abbracciamo insieme Gesù per consolarlo! O Gesù, insieme con la Mamma Ti bacio e benedico e con Lei prenderò il sonno dell’amore sul tuo adorabile Cuore.

Mio Prigioniero Gesù, mi son destato e non Ti trovo. Il cuore mi batte forte forte, smania di amore. Dimmi, dove sei? Angelo mio, portami nella casa di Caifa. Ma giro e rigiro, frugo dappertutto e non Ti trovo. Amor mio, presto, con le tue mani muovi le catene con cui tieni legato il mio cuore al Tuo e tirami a Te affinché possa prendere il volo per venirmi a gettare nelle tue braccia. E Tu, Gesù, Amor mio, ferito dalla mia voce e volendo la mia compagnia, già mi attiri e vedo che Ti hanno messo in prigione. Il mio cuore esulta di gioia nel trovarti, ma sento che è ferito dal dolore, vedendo lo stato in cui Ti hanno ridotto.
Ti vedo con le mani legate all’indietro ad una colonna, coi piedi legati e stretti; vedo il tuo Volto Santissimo contuso, gonfio e sanguinante per gli orribili schiaffi ricevuti. I tuoi purissimi occhi lividi, la tua pupilla stanca e mesta per la veglia, I tuoi capelli tutti in disordine, la tua SS. Persona tutta pesta e, per giunta, non puoi aiutarti a pulirti, perché sei legato.
Ed io, o mio Gesù, in un singhiozzo di pianto, abbracciandomi ai tuoi piedi, dico: "Ahimé, come sei ridotto, o Gesù!"

E Gesù, guardandomi, mi risponde: "Vieni, o figlio mio, e sta attento a tutto ciò che Mi vedi fare, per farlo insieme con Me così poter continuare la mia Vita in te."
Ed ecco, con mio stupore vedo che invece di occuparti delle tue pene, con un amore indescrivibile pensi a glorificare il Padre, per rifarlo di ciò che noi siamo obbligati, e chiami tutte le anime intorno a Te, per prendere tutti i loro mali su di Te e dare loro tutti i tuoi beni. E siccome siamo all’albeggiare del giorno, sento la tua voce dolcissima che dice:

"Padre Santo, grazie Ti rendo di tutto ciò che ho sofferto e di quello che Mi resta da soffrire. E come quest’alba chiama il giorno ed il giorno fa sorgere il sole, così l’alba della Grazia spunti in tutti i cuori e, facendosi giorno, Io, Sole Divino possa sorgere in tutti i cuori e regnare su tutti. Vedi queste anime, o Padre? Ed Io voglio risponderti per tutti, per i loro pensieri, parole opere e passi, a costo di Sangue e di morte."
Gesù mio, Amore senza confini, a Te mi unisco e anch’io Ti ringrazio di quanto mi hai fatto soffrire e per quello che mi rimane da soffrire e Ti prego di far spuntare in tutti i cuori l’alba della Grazia, perché Tu, Sole Divino, possa risorgere in tutti i cuori e regnare su tutti.

Ma vedo ancora, mio dolce Gesù, che Tu ripari tutte le primizie dei pensieri, degli affetti e delle parole che al principio del giorno non sono offerti a Te per onorarti, e che richiami a Te, come in consegna, i pensieri, gli affetti e le parole delle creature, per riparare e dare al Padre la gloria che Gli devono.

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