domenica 17 luglio 2011

COME DIALOGARE CON IL PADRE


Quando vorrò trovanti ti cercherò sempre nel silenzio del mio cuore (Santa Gemma).

«Ed ecco che, d'un tratto, sei divenuto qualcuno». Queste parole di Claudel al momento della sua conversione potrebbero ugualmente convenire alla pre­ghiera cristiana. Spesso ti domandi che cosa si debba dire o fare durante l'orazione e metti in opera tutte le risorse della tua persona: ma tutto ciò non esprime l'intimo di te stesso. La preghiera è innanzi tutto un'esperienza di essere e di presenza.

 Quando incontri un amico, sei, s'intende, interessato a quanto dice, pensa o fa, ma la tua vera gioia è di essere là, davanti a lui e di sperimentare la sua presenza. Più l'intimità con lui sarà completa, più le parole diventeranno inutili o persine d'impaccio. Ogni amicizia che non ha conosciuto questa esperienza di silenzio è incompleta e lascia insoddisfatti. Lacordaire diceva: «Beati due amici che sanno amarsi abbastanza da poter tacere insieme».

In fondo, l'amicizia è il lungo apprendistato di due esseri che si rendono familiari reciprocamente. Vogliono lasciare l'anonimato dell'esistenza per divenire unici, l'uno per l'altro: «Se tu mi addomestichi, avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo. Io sarò per te unico al mondo». Improvvisamente ti accorgi che l'altro è divenuto qualcuno per te e che la sua presenza ti appaga al di là di ogni espressione.

La parabola dell'amicizia può aiutarti a capire un poco il mistero della preghiera. Finché non sei stato sedotto dal volto di Dio, la preghiera è ancora in te qualche cosa di esteriore, è imposta dal di fuori, ma non è quel faccia a faccia nel quale Dio è divenuto qualcuno per te.
La via della preghiera sarà aperta per te il giorno nel quale farai realmente l'esperienza della presenza di Dio. Ti posso descrivere l'itinerario di questa esperienza, ma al termine della descrizione sarai ancora alla soglia del mistero. Non potrai esservi ammesso che per grazia e senza alcun merito da parte tua.

Non puoi ridurre la presenza di Dio a uno «stare lì», a uno stare di fronte fatto di curiosità, di giustapposizioni, di asservimento o di necessità: essa è una comunione, ossia un uscire da te verso l'altro. Una condivisione, una «Pasqua», un passaggio di due «io», nell'intimo di un «noi», che è insieme dono e accoglienza.

La presenza a Dio suppone dunque una morte a te stesso, nella pretesa che ti spinge senza tregua a porre le mani sulle persone del tuo ambiente, per appropriartene. Accedere alla vera presenza di Dio, è fare una breccia nel tuo io, è aprire una finestra su Dio, di cui lo sguardo è l'espressione più significativa. E tu sai bene che, in Dio, guardare è amare (san Giovanni della Croce, Cantico Spirituale, 33,4). Nell'orazione, lasciati sedurre da questa presenza, poiché tu sei stato «scelto per essere santo e immacolato al suo cospetto nella carità» (Ef 1, 4). 


Che tu ne abbia coscienza o no, questa vita alla presenza di Dio è reale, è dell'ordine della fede. È un esistere l'uno per l'altro, un faccia a faccia reciproco nell'amore. Le parole diventano allora sempre più rare: a cosa serve ricordare a Dio quello che già sa, se ti vede nell'intimo e ti ama? La preghiera è vivere intensamente questa presenza, e non pensarla o immaginarla. Quando lo crederà opportuno, il Signore te la farà sperimentare al di là di ogni parola, e tutto quello che potrai allora dirne o scriverne, ti sembrerà insignificante o ridicolo.
Ogni dialogo con Dio suppone sullo sfondo questo scenario della presenza. 

Dal momento che ti sei stabilito in profondità in questo faccia a faccia in cui guardi Dio gli occhi negli occhi, puoi servirti di qualsiasi altro registro nell'orazione: se è in accordo con questa nota principale e fondamentale, tu sei veramente in preghiera. Ma puoi anche intravedere questa presenza a Dio con tre ottiche differenti, che ti fanno penetrare sempre di più nello spessore di questa realtà. 

Essere presente a Dio è essere davanti a lui, con lui e in lui. Sai bene che in Dio non vi è né di fuori né di dentro, ma un solo essere sempre in atto; da un punto di vista umano si può vedere questo atteggiamento sotto varie angolature. Non dimenticare mai che se tu puoi dialogare con Dio è perché egli ha voluto dialogare con te. Il triplice atteggiamento dell'uomo corrisponde dunque a un triplice volto di Dio nella Bibbia: il Dio del dialogo è il Santo, l'Amico e l'Ospite.  (Jean Lafrance)

venerdì 8 luglio 2011

Devozione rivelata tramite la serva di Dio

                        Teresa Higginson (1844-1905)
   
  Nostro Signore mi ha fatto sentire che questa devozione                                                                                             sarà come il seme di senapa".



Questa devozione fu insegnata da Gesù alla serva di Dio e stigmatizzata Teresa Higginson (1844-1905) promettendo benedizioni e grazie grandissime a coloro che la pregano ogni giorno e la diffondono. La festa del Sacro Capo di Gesù è posta il venerdì seguente la festa del Sacro Cuore ed è riassunta nelle seguenti parole dette dal Signore Gesù alla Serva di Dio il 2 Giugno 1880:

"Vedi, o figlia prediletta, sono rivestito e schernito come un pazzo nella casa dei miei amici, sono messo in derisione, Io che sono Dio di Sapienza e di Scienza. A Me, Re dei re, l’Onnipotente, si offre un simulacro di scettro. E se vuoi contraccambiarmi, non potresti fare di meglio che dire che si faccia conoscere la devozione su cui ti ho così sovente intrattenuta.
Desidero che il primo venerdì seguente la festa del mio Sacro Cuore sia riservato come giorno di festa in onore del mio Sacro Capo, quale Tempio della Divina Sapienza e mi sia offerta una pubblica adorazione per riparare a tutti gli oltraggi e peccati che vengono continuamente commessi contro di Me." E ancora: "E' immenso desiderio del mio Cuore che il mio Messaggio di salvezza sia propagato e conosciuto da tutti gli uomini."
In altra occasione Gesù disse: "
Considera l'ardente desiderio che provo di vedere il mio Sacro Capo onorato, così come ti ho insegnato." Per capire meglio riportiamo alcuni stralci degli scritti della mistica inglese al suo Padre spirituale:
 
"Nostro Signore mi mostrava questa Divina Sapienza come potenza direttrice che regola moti ed affetti del Sacro Cuore.  Mi ha fatto capire che al Sacro Capo di nostro Signore devono essere riservate adorazioni e venerazioni speciali, in quanto Tempio della Divina Sapienza e potenza direttrice dei sentimenti del Sacro Cuore. Nostro Signore mi ha mostrato anche come il Capo sia il punto di unione di tutti i sensi del corpo e come questa devozione non sia solo il complemento, ma anche il coronamento e la perfezione di tutte le devozioni. Chiunque venererà il suo Sacro Capo attirerà su di sé i migliori doni del Cielo.


Nostro Signore ha detto inoltre: "Non vi scoraggiate delle difficoltà che sopraggiungeranno e delle croci che saranno numerose: Io sarò il vostro sostegno e la vostra ricompensa sarà grande. Chiunque vi aiuterà a propagare questa devozione sarà mille volte benedetto, ma guai a coloro che la rifiuteranno od agiranno contro il Mio desiderio al riguardo, perché li disperderò nella mia collera e non vorrò più sapere ove siano. A quelli che mi onoreranno darò dalla mia Potenza. Io sarò il loro Dio e loro Miei figli. Metterò il Mio Segno sulle loro fronti e il mio Sigillo sulle loro labbra."
 ( Sigillo = Sapienza)





Preghiera al Sacro Capo di Gesù

O Sacro Capo di Gesù, Tempio della Divina Sapienza,
che guidi tutti i moti del Sacro Cuore,
ispira e dirigi tutti i miei pensieri, le mie parole, le mie azioni.
Come Tu hai promesso,
                                                sii il Rimedio contro i grandi flagelli del nostro tempo:                                     
l’orgoglio  intellettuale e l’infedeltà.
Per le Tue Sofferenze, o Gesù,
per la Tua Passione dal Getsemani al Calvario,
per la Corona di spine che straziò la Tua Fronte ,
per il Tuo Sangue Prezioso, per la Tua Croce ,
per l’amore ed il dolore di Tua Madre,
fai trionfare il Tuo Desiderio per la Gloria di Dio,
la salvezza delle anime e la gioia del Tuo Sacro Capo
(Teresa Higginson)



3 Padre Nostro.
1 Ave Maria.
1 Gloria al Padre

 

"O Maria, ti imploro per tutto l'amore e gli omaggi da Te offerti a questo Tempio della Divina Sapienza, davanti al quale i Cherubini ed i Serafini si prostrano  in adorazione tremanti di timore e di amore, per questo Sacro Capo che sì sovente stringesti al Tuo Cuore Immacolato e facesti  riposare sul Tuo Seno!
O Maria, o Giuseppe, o Cori degli Angeli e Gloriosa Assemblea dei Santi, levate in alto, ora, i vostri spiriti, i vostri cuori e le vostre mani verso l’Adorabile Trinità e supplicate il Santo dei Santi di rivolgere i sui occhi su queste calde gocce vermiglie di valore infinito del Sangue Prezioso di Nostro Signore, che obbedirono agli ordini della Sua Divina Sapienza; chiedetegli, per la sua obbedienza sino alla morte, per la Sapienza e l’Amore da Lui testimoniati alle Sue creature, di levarsi e spandere questa Luce su tutta la terra.
Ove saremmo senza la sua Sapienza ed il suo Amore infiniti? Nel nulla, dal quale Egli trasse tutte le cose. Che tutte le creature, dunque, riconoscano, lodino, benedicano ed amino questa Sapienza ed adorino il Sacro Capo di Gesù come Suo Tempio!”.



 3 Padre Nostro.
1 Ave Maria
1 Gloria.








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