sabato 1 dicembre 2012

Dialoghi da Lui e io - Gesù a Gabrielle Bossis






Gesù: (parla del Padre) … se ha preparato tante magnificenze nella natura, per tutti in generale, l’ha fatto anche per ognuno, come se ciascuno fosse il suo unico figlio. Oh, l’amore multiplo e per uno solo! Il profumo di un’anima non è quello di un’altra. Tu … sai ciò che sei tu per me? Sei la ragione per cui ho vissuto e sono morto su questa terra. Tu, piccola creatura, mi hai strappato dagli splendori del Padre mio per sottomettermi alle ignominie dell’uomo … Io non vi ho lasciati durante i miei trentatre anni di vita e durante tutta l’eternità. Allora posso chiederti di non abbandonarmi volontariamente fino all’ultimo istante, all’istante del nostro incontro? Comprenderai allora, in quel momento, il bisogno di stringermi al tuo cuore a ogni respiro per tener sempre più vivo il tuo amore. Ecco ciò che tu sei per me. Tu…proprio tu!

 27 Agosto 1940 Gabrielle: (in visita alla chiesa) Se parlarmi ti stanca, non dirmi niente oggi. Gesù: Ma è proprio nel parlarti che io mi riposo. Metti un pò del mio cuore nel tuo, figliola mia. Dimmi sovente: La tua piccola serva ti ascolta. 4 Ottobre 1940 Gesù: Vedi? Ho sempre sete del vostro amore, quell’amore che è libero di rifiutare il mio … Così per quali sentieri traversi passo per raggiungervi senza spaventarvi! Io, il re, vengo a voi come un servo. Dimentico le vostre ingratitudini e non vedo che la mia tenerezza, che la mia fame di voi, come il giorno in cui lavando i piedi a Giuda, li ho appoggiati sul mio cuore. Anch’io ho delle speranze. Prega perché tutti si avvicinino finalmente al mio cuore aperto. Assicurali che li aspetto, che non abbiano paura. Come possono avere paura d’un povero agnellino, l’agnello di Dio?

 20 febbraio 1941 Gesù: Ecco la scena: due amici s’avvicinano da punti opposti della strada, si riconoscono e corrono l’un verso l’altro per abbracciarsi. Questi due amici siamo noi. Non lasciarmi mai solo sulla strada. Sono alla ricerca frenetica di te e tu invece non arrivi mai. 5 maggio 1944 Gesù: Ho tante maniere d’amare, quante sono le anime sulla terra. Non ci sono due anime che si assomigliano. Entro nella sinfonia di ciascuna. Se no, sarebbe l’amore di un Dio? 6 marzo 1947 Gesù: Amo ciascuna (anima) con amore particolare e personale. Vedo ciascun individuo, comprendi? Il mio amore non è un amore di massa. Ho bisogno di ogni anima come se fosse tutta sola al mondo, come se l’universo fosse stato creato solo per lei, ma il mio cuore è ancora più grande. Questo pensiero t’infonda forza e calma sorridente.

 2 Ottobre 1947 Gesù: Com’è forte un desiderio divino! Supera ogni tuo concetto. Fammi l’onore di ammetterlo. Ho sete di voi, capite? Datemi da bere. 25 dicembre 1947 Gesù: Il buon ladrone ha compreso l’amore e ha mandato un grido di dolore. Pochi istanti dopo si riposava sul mio cuore. L’amore chiama l’amore. Rispondimi. Ho sete di te. Che cosa ti impedisce di venire? I tuoi peccati ripetuti? Le tue infedeltà? Le distrazioni? Le dimenticanze? Le memorie peccaminose? M’incarico io di tutto. Raccolgo le miserie e le cambio in gioielli preziosi. Dammi tutto: vuoi dire che rimane ancora qualcosa in te che non appartiene già a me?

 17 marzo 1948 Gesù: Ho sete. Ho solo quello che mi date. Non prendo nulla. 4 Novembre 1948 Gesù: Io busso alla porta. Credi, vero, che io non ho bisogno delle mie creature? Tuttavia il mio amore di Dio ha bisogno del vostro amore. È sempre stato così. Ti ricordi il mio: Ho sete? Ho sempre sete. Se tu conoscessi questa sete più ardente della sete degli uomini …

 1° giugno 1939. “Scrivi: ‘Vorrei che non si avesse più paura di me, che si guardasse il mio cuore pieno d’amore, che si parlasse con me come con un Fratello diletto’. Per alcuni, sono uno sconosciuto. Per altri, un estraneo, un maestro severo, un esattore. POCHI vengono a me come si va in una famiglia amata. E il mio amore è lì che aspetta... Tu, di’ loro di venire, di entrare, di affidarsi all’Amore così come sono. Così come essi sono. IO LI RISTORERO’, LI CAMBIERO’. Avranno una gioia che non conoscono. Io solo posso darla. Ma che vengano! Di’ loro che vengano!...” (con una voce di grande desiderio).

 Il 5 luglio, le dice: “A chiunque volesse ascoltarmi, parlerei. A chiunque mi desiderasse, verrei”. 23/06/1938. “Io sono eternamente morente per la sete della vostra salvezza. Dissetatemi!” 5/12/1938. “Fino a quando manterrai queste distanze con me? L’amore è totale assenza di separazione”. 12/12/1938 Gabrielle Gli dice: “Signore, quando parlavi sulla croce soffrendo tanto, come mai quei minuti non hanno salvato tutti i peccatori della terra?”. Gesù risponde: “Io ho aperto il cielo a tutti, ma ognuno è libero. Siete voi, fratelli miei, che dovete completare la salvezza degli uomini, chiedendomela e soffrendo per loro”.

 26/05/1939, ore 5:30. “Tutto ciò che dico ad un’anima, è per tutte le anime. Tutte, sono le mie preferite... Tutte. Una sola. Ah, se si sapesse del mio amore per ognuna di loro! Credi a quest’amore. Sfruttalo!”. “Io sono morto per loro. Sono morto senza essere stato malato, anzi pieno di vita. Sono morto a forza d’essere picchiato”. 1° giugno 1939. “Scrivi: ‘Vorrei che non si avesse più paura di me, che si guardasse il mio cuore pieno d’amore, che si parlasse con me come con un Fratello diletto’. Per alcuni, sono uno sconosciuto. Per altri, un estraneo, un maestro severo, un esattore. POCHI vengono a me come si va in una famiglia amata. E il mio amore è lì che aspetta... Tu, di’ loro di venire, di entrare, di affidarsi all’Amore così come sono. Così come essi sono. IO LI RISTORERO’, LI CAMBIERO’. Avranno una gioia che non conoscono. Io solo posso darla. Ma che vengano! Di’ loro che vengano!...” (con una voce di grande desiderio).

 16 giugno 1939. “Sai tu che cosa è l’amore di un Uomo-Dio, che chiama? che chiede il vostro amore? e che sente in risposta solo il riso che insulta?”. 17 luglio 1939. “Di’ agli altri di essere con me come con l’amico intimo che conosce i loro segreti”.

 19/07/1939. Dopo la Comunione. “Io mi sono donato agli uomini, che hanno fatto di me ciò che hanno voluto. L’ho fatto per amore. Ora, mi dono nell’Eucaristia. Di nuovo, gli uomini fanno di me ciò che vogliono... Io faccio questo per amore. Sino alla fine. La fine dei tempi”. 26 luglio 1939. “La tua riconoscenza, i tuoi omaggi, naturalmente, li amo. Ma è soprattutto il cuore-a-cuore che cerco in voi, le confidenze del prediletto”. 31 luglio. “Chiamatemi in vostro soccorso, mie amate anime. Voi avete la libertà di volermi o non volermi; e io resto qui, aspettando la vostra decisione con il cuore che batte. Il mio cuore desideroso della vostra scelta... Ama seminare il mio nome nelle parole che pronunci. Come una tenera riparazione per il dolore che mi procurano coloro che vogliono cancellarmi da tutto, persino dall’anima dei fanciulli. Semina il mio nome, io lo farò crescere”.

 16 novembre 1939. “Non si deve aver paura di me nella nostra vita. Io sono tutto bontà, tutto amore, tutto misericordia. Avvicinati al Roveto ardente, che brucia senza consumarsi”. 3 dicembre 1939. “Vedi questa grossa porta di ferro e di legno spesso? Com’è pesante! E’ una porta fatta dalla paura e dalla diffidenza... Come potrei entrare da una porta come questa? O voi, miei intimi! Abbiate grande fiducia nella mia ricchezza d’amore. Allora, io mi precipiterò in voi con quanto desiderate, poiché siete irresistibili!”. 

17/01/1940. “Tu non mi senti sempre allo stesso modo; ma che l’oscurità non ti impedisca di camminare! Umiliati e cammina fedelmente. Cammina! Non mi vedi. Non mi senti, ma io sono qui, tutto amore, tendendoti le braccia. Nulla sulla terra mi distrae da voi... Le idee, i pensieri umani sono brevi, e mi si giudica così...
IO SONO L’ESSERE STABILE, IMMUTABILE. IO SONO LA PRESENZA. IO SONO LO SGUARDO. IO SONO COLUI CHE CONTIENE TUTTO. IO SONO SIA L’STANTE CHE L’ETERNITA’. IO SONO LA RICCHEZZA D’AMORE. IO SONO COLUI CHE CHIAMA, AFFINCHE’ VENIATE SENZA TIMORE A GETTARVI SUL MIO CUORE. IO CHIAMO. TU, ALMENO, SII LA RISPOSTA”.

 21/09/1940. Durante l’ora santa. “Il mio è l’affetto di colui che sta in piedi alla porta, ascoltando se il rumore di casa è a suo favore; e se egli sta ‘in piedi’ è perché sa che si può scacciarlo... Talvolta, non si vuole neanche che Lui aspetti, gli si dice: “Non entrerete mai da me!”, come se Lui fosse un malfattore, Lui, che è morto d’amore per loro... Ma quando gli si dice: “Entrate!” e quando si aggiunge: “Restate! Vivete con noi!”, questo povero solitario prova allora quella gioia che Egli chiama “le delizie dei figli degli uomini”. Questo voi non lo sapete, ma Dio lo sa, e conoscerete più tardi la somma delle delizie, che avrete procurato al vostro Salvatore”.

 20/08/1941. Lui, da una croce: “Siccome i miei piedi sono immobilizzati e forati, io non posso più andare a cercare i peccatori! Siccome le mie braccia sono tenute distese, io non posso più stringerli al mio petto... Ma il mio Cuore è aperto: che entrino e vi rimangano. Di’ loro che la mia croce è conficcata profondamente per attenderli tutti attraverso i secoli. O miei poveri peccatori, che amo!...”.

 14/09/1941. “Molti credono che io sia il malvagio che ha solo desideri di vendetta. Io sono qui, con le braccia ed il Cuore aperti! Oh, miei cari peccatori, così attesi...!”.

 1/11/1941. Festa d’Ognissanti. Durante la messa solenne. “I posti lasciati dagli angeli ribelli non sono ancora esauriti in cielo! Tutti voi siete chiamati, ciascuno per nome. Oh! figli miei, che disgrazia se non rispondete... Se un uomo ricco, proprietario di un grande castello in cima alla montagna, avesse invitato gli abitanti della valle ad andare ad abitare con lui, e questi abitanti, temendo la fatica della salita, non volessero darsi nemmeno la pena di tentare: non credi che il ricco, consapevole delle splendide gioie del suo castello, proverà un vivo dispiacere per la negligenza degli invitati? Aiutami a farli salire TUTTI. E chiedi a quelli che sono arrivati di aiutarci”.

 28 novembre 1941. Mentre Gabrielle si preparava all’Ora santa. “Oh! Riponi in me tutto quello ch’è tuo, i tuoi desideri, anche i più irrealizzabili. Fra le mie mani, tutto è semplice. Ho chiesto la tua fiducia fino al miracolo. Allora comincerò ad essere soddisfatto. Avresti mai pensato che ti avrei salvata fino al punto di subire un’atroce Passione e una morte ignominiosa? Avresti mai pensato che avrei inventato un Sacramento come l’Eucaristia? Per vivere fra voi e nutrirvi? Avresti mai pensato al perdono delle colpe più grandi dopo una semplice confessione e il pentimento? Questo supera la tua concezione della bontà. E ora, non posso fare grandi cose per voi? Il mio potere è forse diminuito? Oh! che ogni anima si avvicini, mi esponga i suoi bisogni, mi mostri tutte le sue debolezze e desideri ardentemente da me la sua guarigione: LA SUA CONVERSIONE.

 19/08/1942. “Oh! figliolini miei, come vi amo... Acconsentite ad essere amati. Lavorate a credere. Lasciatevi guidare... E’ già molto. Tanti impegnano tutte le loro forze a sbarazzarsi di me... Trovano pretesti per attribuire al caso i favori che faccio loro. Non sarebbe più dolce ringraziarmi, ringraziare me, l’AMORE? Poiché tutto viene da me. Tutto viene dall’amore e dalla tenerezza. Sappiate vedere in me il Dio, ma anche l’Uomo. AVVICINATEVI DI PIU’. Che cosa vi fa paura di me? Si ha paura di un piccolissimo bambino in una mangiatoia? Si ha paura di un uomo disteso a terra, che offre ai chiodi i suoi piedi e le sue mani?...”

 16 dicembre 1942. “Vedi me negli avvenimenti. Io sono Direttore, tu amerai tutto in questa direzione. Mi tenderai le braccia nei fatti dei tuoi giorni. Ci avviciniamo all’Incontro. Cominciamo a tenderci le braccia da una riva all’altra. Rive del tempo, rive di eternità. Dimmi che passerai volentieri da una sponda all’altra, con il cuore che balza di gioia e di desiderio, come l’agnello della vallata. Dimmi che ormai i tuoi giorni passeranno facendo preparativi, come ripetizioni d’amore al tuo Maestro, al tuo Grande, al tuo più Caro”.

 14 gennaio 1943. La Voce le dice: “Aiutami a salvare i peccatori. Ce ne sono tanti... Non fu questo il mio più grande dolore nel Gethsemani? Li vedevo tutti insieme. Prendevo le loro colpe come mie, che onta!... Agonizzavo per loro. Morivo per loro. Quanta sete ho! Che lo sappiano. Sappiano che io sono tutto perdono, che chiedo loro di essere, a loro volta, perdono e misericordia verso i fratelli; che la loro vita deve essere ormai devozione e penitenza; che vi troveranno gioie maggiori dei piaceri che trovano nel loro traviamento. Ah! se sapessero che cosa significa essere nel mio Amore... Non lo sai tu? Che cosa può colpirti? Tu sei nel mio cuore. Restaci sempre. Dove andresti per stare meglio, dove? E io, io sono come quel padre che tiene stretto il suo piccino per timore che scappi dietro ad una sciocchezza. Trovo sempre le mie delizie tra i figli degli uomini”.

 18 febbraio 1943. Mentre Gabrielle entrava in chiesa. “Ti aspettavo. Mettiti ai miei piedi, silenziosa. Dico ‘silenziosa’ perché ogni pensiero e ogni ricordo delle cose terrene si taccia. Ti voglio tutta per me. Lo vuoi anche tu? Io non prendo nulla con la forza. Tante volte, aspetto... Ti ricordi quel povero pazzo che ogni giorno andava sulla strada incontro a sua figlia, morta da un pezzo? Io aspetto i miei figli. Alcuni sono morti da tempo alla vita della Grazia... Prega per loro, perché mi diano la gioia di credere finalmente alla mia misericordiosa tenerezza. Altri vivono della vita del Padre, ma sono distratti dalle preoccupazioni e dall’ansia di guadagnare denaro. I miei più intimi, quelli che mi hanno capito meglio, quelli che sono divorati dallo zelo della mia casa, quelli che desiderano essermi i più cari come Giovanni e Lazzaro e Maddalena, costoro bevono alla sorgente di un’acqua che non si esaurisce mai.

 Giovedì Santo. “La festa del mio Cuore è l’Istituzione di questo sacramento in mezzo ai miei Apostoli verso i quali mi chinavo in modo inesprimibile. Entravo in loro, in ognuno di loro, nel loro intimo. E mi spandevo in loro in modo così soave che versarono lacrime. Una crudeltà in questa felicità: la presenza del traditore. Avevo tanto amato Giuda... Che dolore, figlia mia! Immagina che, avendo scelta un’amica, tu vedessi che ti vende a vile prezzo ai tuoi nemici e sotto le apparenze dell’affetto... (un bacio!!!) Giuda, se tu desideri trenta denari, perché non chiederli a mia Madre? Lei, venderebbe piuttosto se stessa per risparmiarmi la morte... Ho ricevuto il bacio di lui sulla mia guancia... Avevo già tanto sofferto quando lo avevo visto avanzare nel giardino del Gethsemani...” Gabrielle Gli dice: “Signore, posso invitarvi a restare nei miei bei giardini, per consolarvi?”. Lui risponde: “Sei tu, l’anima del giardino. I miei fiori, sono i pensieri della tua anima. E se sento il tuo zelo per i peccatori, dimentico le angosce degli Ulivi. Se tu mi dai l’amore del tuo cuore, dimentico l’odio e la cupidigia di Giuda. Se nel tuo spirito hai compassione della mia miseria di verme, dei miei patimenti di lebbroso, delle mie infamie di flagellato, della mia vergogna di condannato, dei miei supplizi di crocifisso, allora tutto si allontana da me e io mi dono a te che mi chiami. Prendi un linguaggio nuovo e forte, questa sera del Giovedì Santo, per testimoniarmi la tua riconoscenza amorosa. Tante OSTIE ricevute... Il più felice dei due sono io”.

 16 settembre 1943. “Io sono il Buon Pastore. Dimmi il nome delle anime, che vorresti portarmi... Le chiamerò con insistenza. Non temere di portarmene troppe. Ne aspetto di più. Quanto a te, apri bene il tuo cuore. Io entro e non me ne vado più. A meno che tu non ti stanchi dell’Amico che è morto per salvarti... Se tu mi scacciassi, resterei ancora davanti alla tua porta”

. 21 dicembre 1944. Gabrielle pensava: “Tante volte ho scritto le sue parole! Basterà o devo continuare?” La Voce le dice: “Sei stanca di me? Mi costringeresti a non poterti più parlare? La mia consolazione non è forse quella di espandermi incessantemente nei vostri cuori? Io dico ‘incessantemente’, tanto è grande il mio bisogno di tenermi vivo nei vostri pensieri. Io in voi. Figlia mia, sono queste le mie delizie. Raccontatemi tutto, povere pecorelle che il Pastore è andato a cercare così lontano da lasciar colare il suo sangue goccia a goccia fino all’ultima! E quando ciò è terminato sulla terra, ha trovato il modo di restare vicino a loro fino alla fine del mondo (con la presenza reale nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia). Prega per coloro che hanno paura.

 8 novembre 1945. “Consideri la morte come una festa che vuoi preparare fin d’ora? Con quanta cura prepari i tuoi ricevimenti terreni? E la riunione di Lassù, non vale forse tutte le delicatezze? Affrettati, mia diletta! Le foreste degli anni sono ingiallite come l’oro. La tua anima, piena di linfa, arriverà agli ultimi sprazzi di luce, poi rientrerà nella sua sorgente, lasciando lo sguardo di quaggiù per un Sole più bello”.

 19 settembre 1946. “Non vuoi lasciarmi prendere gioia da te? Tu mi credi infinitamente felice; ma pensa alla gioia contingente che voi potete procurarmi e che mi è negata in tanti cuori! Questa è la tua occasione di consolarmi. Un uomo aveva molti figli che amava d’un affetto misurato su ciascuno. Prevedeva ogni dettaglio e cercava solo di renderli felici. Alcuni si stancarono d’un tale amore e lo lasciarono con insolenza. Altri, trascinati da questo esempio, se ne andarono con meno scalpore, ma con la stessa ingratitudine. Altri ancora furono tentati dal piacere dell’indipendenza e si allontanarono pieni di orgoglio. Quest’uomo rimase solo con l’ultima delle sue figlie, che gli dimostrò una devozione così fedele, una tale volontà di riparare le ferite causate dai fratelli che quest’uomo, per la presenza di quest’unica figlia, per il suono puro della sua voce, per i suoi gesti che cercavano soltanto di piacergli, dimenticò le colpe ingiuriose (degli altri figli) e il proprio dolore. Vuoi essere tu questa presenza per me? Vuoi donarmi tutte le tue azioni?” Gabrielle risponde: “Signore, sono così piccola”. Gesù le dice: “Unisciti a me. Ti farò grande”.