sabato 8 gennaio 2011

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

Gesù mio, Maestro Divino, giacché in questa prigione abbiamo un’ora libera e siamo soli, non solo voglio fare ciò che fai Tu, ma ripulirti, aggiustarti i capelli e fondermi tutto in Te. Mi avvicino perciò alla tua sacratissima testa e, riordinandoti i capelli, voglio riparare per tante menti stravolte e piene di terra, che non hanno un pensiero per Te; e fondendomi nella tua mente, voglio riunire in Te tutti i pensieri delle creature e fonderli nei tuoi pensieri, per trovare sufficiente riparazione per tutti i pensieri cattivi, per tanti lumi ed ispirazioni soffocati. Vorrei fare di tutti i pensieri uno solo con i tuoi, per darti vera riparazione e perfetta gloria.


Mio afflitto Gesù, bacio i tuoi occhi mesti e pregni di lacrime. Avendo le mani legate alla colonna, non puoi asciugarli né toglierti gli sputi con cui Ti hanno imbrattato; e siccome la posizione in cui Ti hanno legato è straziante, non puoi chiudere i tuoi occhi stanchi per prendere riposo. Amor mio, quanto volentieri vorrei che le mie braccia Ti facessero da letto per darti riposo; e voglio asciugarti gli occhi, e chiederti perdono e ripararti per quante volte non abbiamo avuto la mira di piacerti e di guardarti per vedere che volevi da noi, che cosa dovevamo fare e dove volevi che andassimo. Voglio fondere i miei occhi nei tuoi, e anche quelli di tutte le creature, per poter riparare con gli stessi occhi tuoi tutto il male che abbiamo fatto con la vista.

Mio pietoso Gesù, bacio le tue SS. Orecchie, stanche dagli insulti di tutta la notte e molto più dall’eco di tutte le offese delle creature, che si ripercuote nel tuo udito. Ti chiedo perdono e Ti riparo per quante volte ci hai chiamato e siamo stati sordi o abbiamo fatto finta di non ascoltarti, e Tu, stanco mio Bene, hai ripetuto le tue chiamate, ma invano! Voglio fondere il mio udito nel tuo e anche quello di tutte le creature, per farti una continua e completa riparazione.

Innamorato Gesù, adoro e bacio il tuo SS. Volto, tutto illividito dagli schiaffi. Ti chiedo perdono e Ti riparo per quante volte Tu ci hai chiamato ad offrirti riparazione, e noi, unendoci ai tuoi nemici, Ti abbiamo dato schiaffi e sputi. Mio Gesù, voglio fondere il mio volto nel Tuo, per restituirti la tua naturale bellezza, dandoti piena riparazione per tutti i disprezzi che si fanno alla tua adorabile Maestà.

Amareggiato mio bene, bacio la tua dolcissima bocca, addolorata dai pugni e riarsa dall’amore. Voglio fondere la mia lingua nella tua, e anche la lingua di tutte le creature, per riparare con la tua stessa lingua tutti i peccati e i discorsi cattivi che si fanno; e voglio, assetato mio Gesù, unire tutte le voci in una sola con la Tua, per fare che, quando stiamo per offenderti, scorrendo la tua voce in quelle di tutte le creature, possa soffocare le voci del peccato e cambiarle in voci di lode e di amore.

Incatenato mio Gesù, bacio il tuo collo, oppresso da pesanti catene e da funi, che scorrendoti dal petto fin dietro le spalle e passando dalle braccia, Ti tengono stretto stretto legato alla colonna. Le tue mani già sono gonfie ed annerite dalla strettezza delle legature e da più parti sprizzano sangue. Deh, permettimi che Ti sciolga, mio legato Gesù, e se ami di essere legato, che Ti leghi con le catene dell’amore, che essendo dolci, invece di farti soffrire, Ti raddolciranno. E mentre Ti sciolgo, voglio fondermi nel tuo collo, nel tuo petto, nelle tue spalle, nelle tue mani, nei tuoi piedi, per poter riparare insieme con Te tutti gli attacchi e così dare a tutti le catene del tuo Amore; per poter riparare con Te tutte le freddezze e così riempire il petto di tutte le creature del tuo fuoco, ché vedo che ne contieni tanto che non puoi contenerlo; e per poter riparare con Te tutti i piaceri illeciti e l’amore alle comodità per dare a tutti lo spirito di sacrificio e l’amore al patire.

E voglio fondermi nelle tue mani, per riparare tutte le opere cattive, il bene fatto malamente e con presunzione, e dare a tutti il profumo delle tue opere; e fondermi nei tuoi piedi, per chiudere tutti i passi delle creature e così ripararli e dare a tutti i tuoi passi, per farli camminare santamente.

Infine, dolce mia Vita, permettimi che, fondendomi nel tuo Cuore, racchiuda tutti gli affetti, i palpiti e i desideri, per ripararli insieme con Te e per dare a tutti i tuoi affetti, palpiti e desideri, affinché nessuno più Ti offenda.

Ma sento il rumore dello scricchiolìo della chiave; sono i tuoi nemici che vengono a scarcerarti. Ed io tremo, Gesù, mi sento agghiacciare; Tu sarai di nuovo nelle mani dei tuoi nemici: che ne sarà di Te? Mi pare di sentire ancora lo scricchiolìo delle chiavi dei tabernacoli. Quante mani profanatrici non vengono ad aprirli, e forse per farti scendere in cuori sacrileghi? In quante mani indegne sei costretto a trovarti! Mio prigioniero Gesù, voglio trovarmi in tutte le tue prigioni d’amore, per essere spettatore quando i tuoi ministri Ti sprigionano e per farti compagnia e ripararti le offese che puoi ricevere.

Vedo che i tuoi nemici sono vicini, mentre Tu saluti il sole nascente nell’ultimo dei tuoi giorni; e loro, sciogliendoti, nel vederti tutto maestà e che li guardi con tanto amore, per ricambio Ti scaricano sul Volto schiaffi sì forti da farlo arrossare col tuo preziosissimo Sangue.

Gesù Amor mio, prima di uscire dalla prigione, nel mio dolore Ti prego di benedirmi per ricevere forza per seguirti nel resto della tua Passione.

Mio addolorato Gesù, già sei fuori della prigione; sei tanto sfinito che vacilli ad ogni passo. Voglio mettermi al tuo fianco per sorreggerti, quando vedrò che starai per cadere.

Ma vedo che i soldati Ti portano innanzi a Caifa, e Tu, O mio Gesù, ricompari in mezzo a loro come Sole, e sebbene sfigurato, spandi luce dappertutto. Già vedo che Caifa gongola di gioia, nel vederti sì malamente ridotto. Ai riflessi della tua Luce si acceca maggiormente e nel suo furore Ti domanda di nuovo: "Sicchè Tu sei veramente il vero Figlio di Dio?"

E Tu, Amor mio, con una maestà suprema, con una grazia del tuo dire e col tuo solito accento dolce e commuovente, da rapire i cuori, rispondi: "Si, Io sono il vero Figlio di Dio."

E i tuoi nemici, sebbene sentano in sé tutta la forza della tua parola, soffocando tutto, senza voler sapere altro, ad unanime voce, gridano: "E’ reo di morte, è reo di morte!"

Caifa conferma la sentenza di morte e T’invia a Pilato. E Tu, mio condannato Gesù, accetti questa sentenza con tanto amore e rassegnazione, quasi da strapparla all’iniquo Pontefice, e ripari tutti i peccati fatti deliberatamente e con tutta malizia, e per quelli che invece di affliggersi nel male, ne gongolano ed esultano per lo stesso peccato, e questo li porta alla cecità ed a soffocare qualsiasi lume e grazia. Vita mia, Gesù, le tue riparazioni e preghiere fanno eco nel mio cuore, e riparo e prego insieme con Te.

Dolce mio Amore, vedo che i soldati, avendo perduto quel poco di stima di Te, vedendoti sentenziato a morte, Ti prendono, aggiungono funi e catene, Ti stringono tanto forte da togliere quasi il moto alla tua Divina Persona e, spingendoti e trascinandoti, Ti mettono fuori del palazzo di Caifa.

Turbe di popolo Ti attendono, ma nessuno per difenderti; e Tu, mio Sole Divino, esci in mezzo a loro, volendo con la tua luce ravvolgere tutti. E come muovi i primi passi, volendo racchiudere tutti i passi delle creature nei tuoi, preghi e ripari per coloro che muovono i primi passi ad operare con fini cattivi: chi per vendicarsi, chi per rubare, chi per tradire, chi per uccidere ed altro. Oh, come Ti feriscono il Cuore tutte queste colpe! E per impedire tanto male, preghi, ripari ed offri tutto Te stesso.

Ma, mentre Ti seguo, vedo che Tu, mio sole Gesù, al momento dal palazzo di Caifa, T’incontri con la bella Maria, nostra dolce Mamma. I vostri sguardi a vicenda s’incontrano e si feriscono e, benché ne restiate sollevati nel vedervi, nascono pure nuovi dolori: Tu, nel vedere la bella Mamma trafitta, pallida e ammantata di lutto, e la cara Mamma nel vedere Te, Sole Divino, eclissato e coperto di tanti obbrobri, piangente ed ammantato di Sangue. Ma non potete godere a lungo lo scambio di sguardi, e col dolore di non potervi dire neppure una parola, i vostri Cuori si dicono tutto, e fuso l’uno nell’altro, cessate di guardarvi, perché i soldati Ti spingono; e così, calpestato e trascinato, giungi a Pilato.

Mio Gesù, mi unisco alla trafitta Mamma nel seguirti, per fondermi in Te insieme con Lei e, dandomi un tuo sguardo di amore, benedicimi.

Legato mio Bene, Gesù, i tuoi nemici, insieme ai sacerdoti, Ti presentano a Pilato e, affettando santità e scrupolosità, siccome devono festeggiare la Pasqua, restano fuori dell’atrio. E Tu, Amor mio, vedendo il fondo della loro malizia, ripari tutte le ipocrisie del corpo religioso; anch’io riparo insieme con Te. Ma mentre Tu Ti occupi del loro bene, loro invece incominciano ad accusarti presso Pilato, vomitando tutto il veleno che hanno contro di Te.

Pilato, mostrandosi insoddisfatto delle accuse che Ti fanno, per poterti con ragione condannare, Ti chiama in disparte e da solo Ti esamina e Ti domanda: "Sei Tu il Re dei Giudei?"

E Tu, Gesù, mio vero Re, rispondi: "Il mio Regno non è di questo mondo; altrimenti, migliaia di legioni di Angeli Mi difenderebbero".

E Pilato, commosso dalla soavità e dignità del tuo dire, sorpreso Ti dice: "Come, Re sei Tu?"

E Tu: "Tu lo dici, Io lo sono e son venuto nel mondo ad insegnare la Verità’".

E Pilato, senza voler sapere altro, convinto della tua innocenza, esce alla terrazza e dice: "Io non trovo colpa alcuna in quest’Uomo".

I giudei, arrabbiati, Ti accusano di tante altre cose, e Tu taci e non Ti difendi, e ripari le debolezze dei giudici quando si trovano di fronte ai prepotenti, ripari le loro ingiustizie e preghi per gli innocenti oppressi ed abbandonati.

Onde Pilato, vedendo il furore dei tuoi nemici e per sbarazzarsi di Te, T’invia ad Erode.

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