sabato 29 ottobre 2011

Inno alla Carità - 4

10°

La Carità, Gesù, non tiene conto del male ricevuto:

"Caro amico, convinciti che l'Amore sa perdonare, sa buttarsi dietro le spalle tutti i torti, le umiliazioni, le cattiverie ricevute. Proprio non le ricorda più. L'Amore riesce ad amare anche i propri nemici, perché gli amici chi non li ama? I nemici possono essere amati solo da chi ha l'Amore nel cuore.

Allora che cosa dovrai fare tu?

-  Farai come S. Teresina: "Oggi nel mondo io sarò l'Amore".

-  Quando sul tuo lavoro qualcuno "ti fa le scarpe", quando vieni attaccato, isolato, umiliato… non terrai conto del male ricevuto. Sarai l'Amore.

-  Quando nella tua famiglia non sei capito, sei frainteso, vieni ferito… sarai l'Amore che perdona, che comprende, che fa la pace.

-  Quando nella tua parrocchia o nel tuo gruppo vieni escluso, vieni giudicato, vieni provocato… anche lì sarai l'Amore che tutto perdona, che tutto dimentica, perché l'Amore è Gesù".

"L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico. Non importa, amalo. Se fai il bene ti attribuiranno secondi fini egoistici. Non importa, fa’ il bene. Se realizzi i tuoi obiettivi troverai falsi amici e veri nemici. Non importa, realizzali. Il bene che fai domani verrà dimenticato. Non importa, fa’ il bene. L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile. Non importa sii sincero e onesto.  Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo. Non importa, costruisci. Se aiuti la gente, si offenderà. Non importa, aiutala. Da’ al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci. Non importa, da’ il meglio di te.”                                 (Madre Teresa)

Guarda a Gesù Crocifisso e chiedi il dono dell’amore più grande.

11°
La Carità, Gesù, non gode dell'ingiustizia:

"Caro amico mio, guarda che la Carità soffre per l'ingiustizia. L'ingiustizia schiaccia l'uomo, lo ferisce, lo annulla. L'ingiustizia ha inchiodato Gesù sulla croce. L'ingiustizia è la negazione dell'amore. L'ingiustizia è l'arma con cui il maligno, l'accusatore, il divisore, cerca di perderti.

Non solo non devi godere dell'ingiustizia, ma devi combattere l'ingiustizia, devi denunciarla, devi contrastarla, devi smascherarla, devi sradicarla. Devi essere attento a non fare ingiustizie tu stesso.

Nella tua famiglia, con il tuo coniuge, con i tuoi figli, i tuoi genitori, i tuoi fratelli, è facile cadere nel pregiudizio, non prenderti il tempo di ascoltare e di capire l'altro: è facile giudicare, non accettare, reagire male, dire con cattiveria…

Nel tuo posto di lavoro è facile metterti al primo posto rischiando così di schiacciare l'altro, di annullare l'altro, di non dare all'altro il merito e la considerazione che gli è dovuta. Anche qui puoi giudicare male, puoi dire una parola tagliente che ferisce, che altera la verità.

Anche nella società, nella comunità, con gli amici è facile porti al centro dell'attenzione. Questo certamente rischia a volte di creare ingiustizie e sofferenze".

"Siate gentili e misericordiosi. Fate in modo che nessuno venga da voi senza andarsene migliore e più felice. Siate espressione vivente della bontà di Dio: bontà sul vostro volto, bontà nei vostri occhi, bontà nel vostro sorriso, bontà nel vostro affettuoso saluto. Ai bambini, ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli donate sempre un sorriso felice. Donate loro non solo le vostre cure, ma anche il vostro cuore".
(Madre Teresa)
Chiedi al Signore giusto e misericordioso il dono della giustizia.


12°
La Carità, Gesù, si compiace della verità:
         
"Carissimo amico, la verità è Gesù e Gesù è la Carità, è l'Amore. L'Amore si realizza pienamente nella verità e si compiace, gioisce della verità. Allora nella tua famiglia dirai sempre la verità, solo la verità, tutta la verità. Cioè sarai trasparente, sarai leale, sarai franco. Non terrai nascosta la verità delle cose. Non racconterai le favole, non userai giri di parole, non farai credere chissà quali cose. Sceglierai sempre la trasparenza, la verità, anche quando fa male. Dirai pane al pane e vino al vino. Dirai sì quando è sì, e no quando è no.

Sul tuo lavoro non rincorrerai secondi fini, non userai la verità a seconda di quando ti fa comodo. Non altererai il senso delle cose, ma sempre dirai le cose come stanno.
Nella tua comunità, con i tuoi amici, se vorrai essere davvero la Carità, dovrai rivestirti, riflettere, compiacerti della Verità, Gesù. In particolare, non dovrai chiudere gli occhi davanti alla realtà di milioni di fratelli e sorelle nel mondo che soffrono a causa della miseria e della solitudine”.

"C'è molta sofferenza nel mondo, fisica, materiale, mentale: la sofferenza di alcuni è da imputare all'avidità di altri. La sofferenza materiale e fisica è la sofferenza dovuta alla fame, alla mancanza di una casa, alle varie malattie. Ma la sofferenza più grande è causata dall'essere soli, dal non sentirsi amati, dal non avere nessuno. Con il tempo ho capito che l'essere emarginati è la malattia peggiore di cui un essere umano possa soffrire".
(Madre Teresa)

Ci sono nella tua giornata piccole bugie, ambiguità, ipocrisie?

Chiedi al Signore il dono della sincerità.

Chiedi al Signore di non chiudere gli occhi e il cuore di fronte alla sofferenza degli altri.


13°

La Carità, Gesù, tutto copre:

"Carissimo, devi sapere che quando si ha il cuore acceso di amore si è portati ad essere buoni, a non dare troppo peso alle cose anche negative, si pensa piuttosto in positivo, si è tolleranti, disposti a perdonare, quasi a non vedere e a non credere del tutto alle mancanze dell'altro.

Allora nella tua famiglia farai in modo che l'amore sia più grande di ogni mancanza, di ogni lacuna, cercherai di tenere il cuore acceso. Metterai sempre in evidenza le cose positive, costruirai solo sulle cose positive.

Così nel tuo lavoro, nella tua parrocchia, sarai positivo. Allargherai il tuo cuore ad accogliere gli altri, rispettandoli così come sono. Gareggerai nello stimare gli altri, nel mettere in evidenza i pregi e le cose positive e nel minimizzare i difetti e le cose negative."

" La santità non è un lusso di pochi. È un semplice dovere per voi e per me. Io devo essere santa a modo mio e voi a modo vostro. La gentilezza è alla base della più grande santità. Se imparate l'arte della gentilezza diventerete sempre più simili a Cristo, perché il Suo Cuore era mite ed Egli era sempre gentile nei confronti degli altri."
 (Madre Teresa)

Ti è facile coprire le mancanze degli altri, o piuttosto critichi, mettendo in luce i loro difetti, i loro errori?

Sei gentile con gli altri?

Chiedi al Signore la capacità di vedere soprattutto il bene che è negli altri.

14°

La Carità, Gesù, tutto crede:

“Caro amico, devi sapere che quando si ha il cuore acceso dall’Amore si arriva persino a sembrare ingenui, ma difficilmente ci si sbaglia, perché il cuore acceso dall’amore vero sa intuire cose lontane, sa fidarsi, sa affidarsi, sa di poter contare su di Lui, Gesù, la Carità.

È sempre Lui, Gesù, la vera Roccia a cui devi tenere ben ancorata la tua vita, su cui puoi costruire la tua casa, le tue scelte, il tuo futuro, la tua famiglia, il tuo onesto lavoro.

Se hai la Carità nel cuore, sai che tutto è Grazia, tutto è Dono, tutto ti è dato, e tutto tu devi impegnarti a dare, lasciandoti guidare ciecamente e totalmente da Gesù, la Carità, l’Amore che continuamente ripete anche a te:

Ho sete. Ho sete di te. Ho sete dei poveri. Portami dai poveri. Portami a casa tua. Portami nel tuo lavoro, nella tua comunità. Io sono la Via, la Verità, la Vita. Chi crede in me ha la vita, per sempre.”

“Di fronte alle difficoltà, ai dubbi e alle obiezioni, abbiate fiducia in Lui. Egli non vi deluderà.
Se Dio non fornisce i mezzi, significa che non vuole che quel particolare lavoro venga fatto.
Se desidera che venga fatto, ve ne renderà i mezzi. Perciò, non preoccupatevi.”
(Madre Teresa)

Chiedi al Signore il dono di una fede più grande.

giovedì 27 ottobre 2011

I FRUTTI DEL SANTO ROSARIO



«Il beato Alano della Rupe ed altri autori, fra i quali il Bellarmino, riferiscono la storia di quel buon sacerdote che aveva consigliato a tre sorelle, sue penitenti, di recitare devotamente il Rosario tutti i giorni per un anno intero, al fine di confezionare un bel vestito di gloria alla Vergine Maria. Si tratta — egli diceva — di un segreto ricevuto dal cielo. Docili, le tre sorelle eseguirono puntualmente per un anno il consiglio. Ed ecco che la sera del giorno della Purificazione, quando esse erano già a letto, la Madonna, accompagnata dalle sante Caterina e Agnese, entrò nella loro camera. Era rivestita di un abito splendente di luce, sul quale era scritto da ogni lato in lettere d'oro: "Ave Maria gratia plena". La celeste Regina si avvicinò al letto della sorella maggiore e le disse: "Ti saluto, figlia mia, che mi hai salutato così spesso e così bene. Vengo a ringraziarti del magnifico abito che mi hai confezionato". Anche le due sante vergini accompagnatrici ringraziarono la giovane, poi tutte e tre scomparvero.


Un'ora dopo, la Vergine santissima ritornò, sempre accompagnata dalle due sante. Vestiva, questa volta, un abito verde, senza ricami in oro e senz'alcuno splendore. Si avvicinò al letto della seconda sorella e la ringraziò per l'abito che le aveva fatto con la recita del Rosario. Nella prima apparizione costei aveva notato che l'abito della Madonna era molto più splendente, e chiese il motivo della differenza. "Perché — rispose Maria — la tua sorella maggiore mi ha fatto un abito più bello, recitando meglio di te il Rosario".
Circa un'ora dopo, la Madonna apparve una terza volta alla più giovane delle sorelle, vestita di uno straccio sporco e strappato e le disse: "O figlia, tu mi hai vestita così, ti ringrazio". Piena di confusione, la giovinetta esclamò: "Possibile, Signora mia? Io vi ho vestita così male? Perdonatemi. Concedetemi del tempo per fare un abito più bello, recitando meglio il mio Rosario".
Cessata la visione, la povera giovane afflittissima andò dal confessore per raccontargli quanto le era accaduto. Il sacerdote esortò lei e le altre sorelle a recitare il Rosario per un altro anno, con più perfezione che mai; così fecero. Trascorso l'anno, sempre nel medesimo giorno della Purificazione, sull'imbrunire, la Madonna riapparve alle tre sorelle. Era accompagnata come la prima volta dalle sante Caterina e Agnese che portavano delle corone, e vestiva un abito meraviglioso. Disse loro: "Siate certe, figlie mie, del paradiso, vi entrerete domani con grande gioia". A ciò tutte e tre risposero: "Il nostro cuore è pronto, nostra cara Signora, il nostro cuore è pronto". La visione disparve.
Quella stessa notte le sorelle, colte da malore, mandarono a chiamare il loro confessore, ricevettero da lui gli ultimi sacramenti e lo ringraziarono di aver insegnato loro quella santa pratica. Dopo compieta la Madonna apparve loro ancora, accompagnata da un gran numero di vergini, fece rivestire le tre sorelle con abiti bianchi, dopo di che esse si avviarono verso la celeste patria mentre gli angeli cantavano: "Venite, spose di Cristo, ricevete le corone che vi sono preparate nell'eternità"» (J. A. Coppestein, Beati F. Alani redivivi tractatus mirabilis, c. 70).

(Segreto meraviglioso del santo Rosario di S. Luigi Maria Grignion de Montfort)

Inno alla Carità - 3


La Carità, Gesù, non si vanta:

“Mio caro amico, devi sapere che la Carità non si mette in mostra, non si fa pubblicità, non si ostenta. L’Amore sa che non ha niente di suo, sa che tutto è dono e che tutto quello che ha e quello che è, gli è stato donato.

L’amore è quindi discreto, è semplice, è spontaneo. Chi ha l’Amore può non possedere nulla, o possedere tutto, ed è uguale. È felice, perché ha l’Amore e quindi ha già TUTTO.
La tua Carità quindi, non ha bisogno di suonare la tromba, non può dire: Guarda come sono stato bravo! Devi sapere ben chiaro che non hai nulla che tu non abbia ricevuto in dono. Non saresti capace di fare nulla se non ti fosse dato in dono di poterlo fare.
Tu sai che non sei nulla, ma sai anche che puoi fare tutto; non tu da solo, ma in Colui che ti da forza: Gesù”.

“Convinti che da soli non possiamo fare nulla se non abbiamo altro che peccati, debolezze e miseria, noi riconosciamo tutte le doti di natura e di grazia come doni di Dio. Non ci lasceremo scoraggiare da nessun fallimento se abbiamo fatto del nostro meglio e nemmeno ci glorieremo del successo, ma nella gratitudine più profonda riferiremo tutto a Dio autore di ogni bene in noi. La nostra chiamata non è al successo, ma alla FEDELTÀ”.
(Regola di Vita – Madre Teresa)  

Ti confronti con gli altri?

Ti lasci prendere dallo scoraggiamento?

Qualche volta ti vanti davanti agli altri?

Chiedi a Dio il dono dell’umiltà davanti agli altri.



La Carità, Gesù, non si gonfia:

“Caro amico, ti assicuro che l'Amore non monta in superbia, non spadroneggia, non si sente chissà chi. Chi ha l'Amore sa da dove gli viene ogni cosa. Sa a chi appartiene. Sa di essere stato scelto, chiamato, amato per primo.
Se tu hai la Carità potrai dire con il profeta: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso” (Ger. 20,7).

Allora ti guarderai bene dal montarti la testa, dal credere di essere chissà chi, dal sentirti "il migliore"; ma ti eserciterai ad essere umile, ad essere piccolo, a ritornare come un bambino, semplice, fragile, incapace, docile.

     Se qualcosa di buono uscirà da te, sarà perché Lui prima ti ha messo dentro tante cose buone, e poi, a suo piacere le tira fuori, quando vuole Lui."

"Nemmeno Dio Onnipotente può riempire un cuore già pieno di superbia, di cattiveria, di gelosia. Dobbiamo rinunciare a queste cose. Finché siamo attaccati ad esse, Dio non può riempire il nostro cuore.            

La più grande umiliazione è di sapere che sei un nulla. Questo arrivi a riconoscerlo quando incontri Dio nella preghiera. Quando sei faccia a faccia con Dio non puoi riconoscere altro che di essere un nulla, di non avere nulla. Dio parla nel silenzio del tuo cuore. Se ti metti davanti a Dio in preghiera e in silenzio, Dio, sicuramente, ti parlerà. Solo allora conoscerai la tua nullità. E solo quando ne sarai veramente persuaso, Dio ti riempirà".         (Madre Teresa)

Hai un cuore povero, libero per Dio?

Sai essere umile davanti a Dio?

Sai ringraziare Dio di ciò che opera in te e attraverso di te?

Invoca il dono della povertà di spirito.



La Carità, Gesù, non manca di rispetto:

"Caro amico mio, guarda che l'Amore è rispettoso, è delicato, è attento, tiene tutti in buona considerazione. Sa mettere tutti a proprio agio. Sa dire parole semplici, ma importanti.
 L'Amore dice all'altro: Tu sei importante per me. Non posso vivere senza di te.
Dunque, per te l'altro dovrà essere più importante di te stesso. L'altro sarà la persona da accogliere, da comprendere, da sopportare, da amare, da aiutare, da accettare così com'è, sempre".

"I nostri poveri sono grandi. Ci danno molto di più di quanto noi diamo a loro. Da loro abbiamo potuto imparare molte cose. Non hanno bisogno della nostra commiserazione, né del nostro pietismo. Hanno bisogno del nostro amore e della nostra tenerezza. Non dobbiamo amarli dall'alto della nostra abbondanza. Dobbiamo amarli fino a soffrire…”
 (Madre Teresa)
     “L'attenzione agli altri è l'inizio della santità. Preferirei commettere errori con gentilezze e compassione, piuttosto che operare miracoli con scortesia e durezza. Nella vostra famiglia (la vostra vocazione è avere una famiglia), amatevi l'un l'altro come marito e moglie. Avere la vostra famiglia: questa è la vostra vocazione. Il servizio che prestate, il lavoro che fate, questo è il vostro amore a Dio in azione.”
 (Madre Teresa agli sposi)

Sai metterti in relazione con gli altri?, specie con i poveri, in modo delicato, attento, amorevole?

C’è qualche atteggiamento particolare da coltivare in te, specie nella tua famiglia e con le persone più vicine?

Chiedi al Signore il dono di un amore attento e gentile.



La Carità, Gesù, non cerca il suo interesse:

"Carissimo, ti dico che l'Amore non è interessato, non cerca il proprio tornaconto. Non è egoista. Ma è gratuito, gioioso e di tutto cuore. L'Amore dà senza ritorno. Nessun compenso, nessuna gratificazione, nessun tornaconto.

Il tuo amore dovrà essere un amore forte, che ama sempre in modo speciale, in modo generoso, in modo straordinario, dando tutto quanto puoi dare. Dando tutto, fino alla fine, fino a donare anche la tua vita per amore di Gesù, nascosto nelle sembianze dei più poveri tra i poveri.
E nella tua famiglia, nel tuo lavoro, nella tua comunità? Dovrai dare generosamente, gratuitamente, gioiosamente, fino a quando non ti fa male. Dovrai dare senza misura."

"Non cercate azioni spettacolari. Quel che importa è il dono di voi stessi. Quel che importa è il grado di amore che mettete in ogni gesto. Voglio sperare che ciò che voi donate non provenga dal vostro superfluo, ma sia frutto di un sacrificio da voi compiuto per amore di Dio.           Dona finché ti fa male. Il vero amore deve fare male. La croce ha fatto male a Gesù".
 (Madre Teresa)

In che situazioni amare ti fa più male?

Sei attaccato al denaro?

Potresti dare di più ai poveri?

Chiedi al Signore il dono di un amore più disinteressato.



La Carità, Gesù, non si adira:

"Mio caro, sappi che l'Amore è sereno, tranquillo, pacifico. Non si arrabbia mai. Non si scalda. Non scatta. Non si accende. Non s'infuria. Neanche quando le cose vanno storte.
L'Amore si affida ciecamente, come un bambino nelle braccia della mamma. È sempre di buon umore. È padrone di sé e non si lascia andare all'ira, non monta mai su tutte le furie.

L'amore ha sempre una riserva di pazienza e di comprensione nel cuore e ti chiede di coltivare questa pazienza, questa comprensione, questa gioia di amare Gesù e di condividerla con tutti.
Allora nella tua famiglia, nel luogo in cui ti trovi ogni giorno a vivere la tua vita, tieni ben acceso l'amore nel tuo cuore e sii sereno, sii di buon umore, sii paziente. Fa’ in modo di rivelare agli altri con la tua vita quel Tesoro prezioso che tu hai trovato: la gioia di amare Gesù."

"Quando diamo un'amarezza a un nostro fratello o sorella, la diamo a Gesù. Non venite a dirmi: Quando mi arrabbio e dico tutto quello che mi viene, è a causa del mio carattere. Se avete un brutto carattere, esaminatevi, e vedete dov'è che mancate di amore".
 (Madre Teresa)

Sai essere paziente o perdi facilmente la pazienza e ti arrabbi?

Sei nervoso, inquieto, agitato?

C’è qualche motivo particolare che ti agita?

Chiedi al Signore il dono della pazienza.

martedì 25 ottobre 2011

Inno alla Carità - 2


La Carità, Gesù, è paziente:

“Caro amico, ricordati che l’Amore è paziente, non ha premura, non è intollerante. L’amore ha sempre tempo, e sa attendere anche tutta la vita.
In ogni circostanza l’amore sa cogliere tanti piccoli frammenti e li mette nel vortice dell’Amore che si dona.
In ogni avvenimento quotidiano l’amore sa cogliere l’importanza di quel momento. Sa che è quello il momento più importante della vita, perché è l’unico momento in cui è possibile scegliere di amare.

La pazienza è la virtù dei forti: l’Amore è “Forza”.La pazienza è la virtù dei santi: l’Amore è “Santità”. E tu, sai essere paziente? Hai in te la Carità, cioè l’amore che sa attendere, sa pazientare, sa aspettare il momento favorevole, sa riconoscere il tempo del Signore, che si manifesta in ogni avvenimento, in ogni persona, qui e ora?

Gesù è l’Amore. Chiedi a Lui di aiutarti ad essere paziente ogni giorno, con i tuoi familiari, con il tuo lavoro, con i tuoi fratelli e sorelle, con le persone che incontri nella tua comunità, con gli amici, con i poveri, con coloro in cui fai più fatica a riconoscerti.”

“Quando  si perde la pazienza con i poveri non si ha più il diritto di servirli. Siamo i servi dei poveri. Dobbiamo dare ai poveri il nostro servizio gratuito e con tutto il cuore”.
(Madre Teresa)

Quando è stata l’ultima occasione in cui hai perso la pazienza?

 Verso chi?

Chiedi al Signore il dono della pazienza.



La Carità, Gesù, è benigna:

"Carissimo amico mio, guarda che l'Amore volge al bene, sa vedere il bene anche là dov'è nascosto. L'amore è positivo, legge gli avvenimenti e i comportamenti delle persone con un cuore amorevole, con un cuore comprensivo, con un cuore buono.
L'Amore è bontà, è benignità.
Ma tu mio caro, sei benigno, sei volto al bene? Hai l'Amore in te?
Se hai l'Amore in te, si deve vedere e lo devi trasmettere agli altri con la tua benignità."

"Il nostro amore reciproco sarà:
-  altruista, generoso, tenero, personale, rispettoso;
-  al di là delle simpatie o antipatie;
-  fedele, profondo e liberante;
-  senza compromessi, compassionevole, comprensivo;
-  sempre pronto ad infondere speranza, incoraggiante, fiducioso;
-  disposto al sacrificio, fino alla morte in croce".
  (Madre Teresa)

Qual è stato l’ultimo gesto di bontà che hai fatto per Gesù, consapevolmente per Gesù?

Chiedi al Signore il dono di un amore come quello descritto da Madre Teresa.







La Carità, Gesù, non è invidiosa:

"Caro amico, l'Amore non è invidioso. L'Amore non vuole togliere nulla agli altri, anzi li vuole arricchire, vuole donarsi. L'Amore è benevolente, è generoso, è altruista.
L'invidia invece vuole togliere all'altro anche quel poco che ha. È per invidia che il diavolo ha fatto perdere l'uomo. È anche per invidia che il male e la morte sono entrate nel mondo. Guardati dall'invidia, perché l'invidia è maligna e vuole il male dell'altro. L'invidia è un vizio capitale. Dall'invidia nascono l'odio, la maldicenza, la calunnia, il piacere causato dalla sventura del prossimo e il dispiacere causato dalla sua fortuna. L'invidia affonda le sue radici nell'egoismo e nell'orgoglio. Si combatte e si può vincere con l'umiltà e con l'altruismo.

Allora per te amico mio,  quale sarà l'impegno? Dovrai essere fortemente motivato a contrastare questo cancro dell'umanità: l'invidia. Dovrai essere consapevole che è un veleno, una peste che va debellata a tutti i costi. Va aggredita e va vinta da te, anzitutto dentro di te, con l'Amore, con l'umiltà, con la generosità, la benevolenza, la mitezza, la Carità. Potrai contrastare l'invidia coltivando in te la gioia  per le fortune, per i meriti e per i progressi degli altri, specialmente dei tuoi fratelli e sorelle."

"Conservate nel vostro cuore la gioia dell'Amore per Dio e per i poveri. Questo è tutto quello che vi serve. La gioia è Amore, è il risultato normale di un cuore che arde d'amore. La nostra lampada arderà dei sacrifici fatti per amore, purché abbiamo gioia. La gioia è una rete d'amore in cui captiamo le anime. La gioia è una necessità e una forza, anche fisicamente."
(Madre Teresa)

Sono presenti in te sentimenti di invidia? Se sì, chiedi al Signore che te ne liberi!

domenica 23 ottobre 2011

Carità


Nuovo Testamento: Lettere di san Paolo
Prima lettera ai Corinzi
Cap. 13

1Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

2E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
3E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

4La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. 7Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 

11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. 12Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!



L’altro è un fratello
per mezzo del quale
Dio ci parla.
Per mezzo del quale
Dio ci aiuta
e ci consola,
Dio ci ama
e ci salva.
L’altro - ogni altro -
è un fratello da amare:
Egli è in cammino
con noi
verso la casa del Padre.
L’altro è Gesù.  (M. Quoist)




Inno alla Carità
di
Madre Teresa di Calcutta



Se non ho la Carità, Gesù:
-         sono un bronzo che risuona,
-         un cembalo che tintinna
-         non sono nulla
-         niente mi giova

Forse San Paolo, con queste parole, vuole scuotermi, vuole spronarmi, vuole risvegliare la mia coscienza, e dirmi:  

"Amico mio, se dentro di te e intorno a te non hai saputo conquistare l'Amore, Gesù, davvero sei fuori posto, sei stonato come uno strumento musicale rotto; non servi a niente, non vali niente e non sei nessuno.
Se continui a restare così, niente e nessuno ti potrà aiutare.
Però puoi cambiare! Con la grazia di Dio puoi rinnegare il tuo egoismo, puoi svegliarti, puoi chiedere, puoi cercare e trovare l'Amore.
Puoi cambiare registro, puoi convertirti, puoi scegliere di lasciarti riempire il cuore da Lui, puoi lasciarti cambiare il cuore, puoi riscaldarti al fuoco del Suo Amore.
La Carità, cioè l'Amore,  è Gesù, il tuo Re, coronato di spine e crocifisso, che ti ama di un tenero amore, e per te dà continuamente la Sua Vita.
Lui ti sta cercando, vuole darti il suo amore, vuole il tuo cuore, la tua carità.
Coraggio, non continuare a stare lì, pieno di te e dei tuoi problemi. Consegnati a Lui, dagli il tuo cuore, dagli le tue mani, dagli i tuoi piedi, i tuoi occhi, la tua volontà, la tua libertà, dagli tutto te stesso.
Lascia che dentro di te risuoni qualcosa di veramente nuovo, lasciati compenetrare, attraversare da Lui, lascia che Lui agisca in te, lascia che Lui possa giovare a te e a tutti quelli che Lui desidera raggiungere attraverso di te. Non potrà farlo senza la tua collaborazione!".

"L'amore è un frutto per tutte le stagioni ed è alla portata di tutti. Dio ama ancora il mondo!
Voglio che vi mettiate questo in testa: Dio ama ancora attraverso voi e attraverso me, oggi.
Fatemi vedere questo amore di Dio nei vostri occhi, nelle vostre azioni, nel vostro modo di comportarvi".
 (Madre Teresa)

A che punto ti senti nel cammino dell’amore?

Quali sono le resistenze ad abbandonarti di più all’Amore?

Chiedi al Signore il dono di abbandonarti totalmente al Suo Amore.






sabato 8 ottobre 2011

Nostra Signora Universale





Apparizione di Torino (Piemonte)- 1918 -
Nostra Signora Universale
"Temi l'esilio terreno e rifugiati sotto il Mio manto...
Io sono la Madre Universale, Mamma di tutti, di tutti i dolori, di tutti i desideri...
Ogni volta che l'occhio di creatura si poserà sulla mia Immagine avrà la Mia Benedizione"

"Nostra Signora Universale proteggi il Vaticano e attraverso il Vaticano proteggi il mondo"
La Madre di Dio alla Venerabile Flora Manfrinati
(1907-1954)


Nel 1918 la Vergine apparve a Flora Manfrinati (1907-1954), mentre stava ricevendo la sua prima comunione e la guarì dalla grave malattia di cui era affetta. La Madonna le apparve anche in altre occasioni, ispirandola a fondare l'Opera delle apostole educatrici e dicendole in particolare:



"Lotto contro il nemico del mondo; il demonio prepara il suo esercito, io le mie schiere di angeli"


Tratto dal libro:"Apparizioni mariane" di M.Gamba, ed.Segno



La Venerabile Flora Manfrinati (1907-1954)


Flora Manfrinati, morta in concetto di santità nel non così lontano 12 Marzo 1954 ed attualmente "Venerabile", ha trascorso tutta la Sua non lunga vita - era infatti nata nella bonifica ferrarese il 7 Luglio 1907 ad approfondire la conoscenza e l’amore per il Cristo. Un amore rafforzato ininterrottamente per mezzo della devozione alla Beata Vergine Maria pregata e fatta conoscere a tutti come "Nostra Signora Universale", come "Mamma di tutti i dolori e di tutti i desideri" come Colei che dice alla Sua figlia Flora "Temi l’esilio terreno, rifugiati sotto il mio manto" e come Colei che Chiede a tutti di recitare l’invocazione :"Nostra Signora Universale proteggi il Vaticano e attraverso il Vaticano proteggi il mondo".


L’immagine della Madonna come appare nel quadro dipinto da un' amica pittrice su sua indicazione si presenta piena di amorevole dolcezza avvolta in un manto che risplende bianchissimo su un campo azzurro tenue soffuso di luce paradisiaca. Ai piedi della Vergine sta il Vaticano e sotto il Vaticano il mondo. Si noti: un mondo notevolmente avvolto da spesse nubi, tali da non rendere così "limpida" agli occhi l’immagine della nostra terra.


La protezione di Nostra Signora – proprio con il nome di "Signora" la Madonna chiedeva di essere chiamata da Flora -  sia sul vaticano che sul mondo è ben connotata dal manto amplissimo che le braccia della Madonna distendono come ad avvolgere tutto sotto la Sua materna misericordia.


L’immagine nel suo insieme si presenta sorprendentemente "nuova" e genera in chiunque la vede conforto e sicurezza.
A conclusione la Madonna trasmette attraverso Flora il seguente messaggio di speranza:



"Ogni volta che l’occhio di creatura si poserà sulla Mia immagine riceverà la Mia benedizione".




Il manto appare bordato di stelle e croci dorate mentre la figura delle chiavi e della tiara emerge alle due estremità del manto ….sulla punta del piede sinistro della Madonna una stella d’oro lucentissima…


Le mani della Madonna sono aperte….a dare fiducia, si ma anche ricordano le mani del Figlio Gesù crocifisso per noi…
L’apparente trionfo della scienza non deve farci dimenticare la "fame di soprannaturale" che vi è nel mondo così come l’invasione del materialismo e dell’edonismo non può far tacere quella voce interiore che ci spinge verso ideali grandi di amore, di generosità, di silenzio.


Non dimentichiamo che anche il Cielo con più frequenti apparizioni e messaggi interviene in quella che può essere intesa di più in questi tempi come una decisiva lotta tra il bene e il male…
In quest’ottica occorre avvicinare l’esperienza di Flora, il "Piccolo fior del Campo, anima di sofferenza fisica e morale eccezionali, di profonda carità, di fede travolgente, di umiltà e nascondimento a tutta prova, di attività continua nella vita ordinaria e nell’apostolato. 


Ad evidente conferma della soprannaturalità di tante sue affermazioni possiamo ritenere per vero che Ella talvolta si trovava a dover chiedere spiegazione di certe cose dette...Evidentemente ad illuminare "Fior del Campo" era direttamente Dio"!


Tra i vari contributi, opuscoli, stampati cui abbiamo attinto per scrivere qualcosa su Flora Manfrinati da non sottovalutare il volume : "Una vita per gli altri" di Vittorio Felisati ediz.Sate, Ferrara, 1970.



Alcuni pensieri di Flora…


Tutto ciò che viene qui riportato è stato a suo tempo fatto conoscere dalle "compagne" di FLORA MANFRINATI, fondatrice della "OPERA DI NOSTRA SIGNORA UNIVERSALE" - Educatrici Apostole- con casa madre in Torino in Via S.Francesco Da Paola. Raccogliamo volentieri per voi questo mazzo di pensieri e di espressioni così alte e così concrete per chi voglia farne tesoro. 

Parole edificanti ed ispirate per la quali siamo tanto riconoscenti a Flora ma anche alle sue compagne che continuano con zelo l’opera iniziata per volontà della Madonna.
Esortava a "lavorare nell’ombra" ad "essere come l’ombra che non soffre ad essere calpestata".

Pregava così: "O MAMMA BELLA DEL CIELO STELLA, SCENDI CON LA BANDIERA, CON LA LANCIA DEL TRIONFO SCENDI IN TERRA COME GUERRIERA!.

Diceva che la SANTITA' "non consiste nella corsa, ma nel fare le cose perfette!"
Che Dio non ama il rumore, ma il silenzio dell'anima raccolta.

Diceva di "NON MISURARE LE PROPRIE FORZE CON LE NECESSITA’ DEL CASO; MA DI CONTRAPPESARE LE PROPRIE OPERE CON LA MISERICORDIA DI DIO!

Diceva di "NON LASCIARSI ESALTARE!
Affermava che "TUTTO E' NELLE NOSTRE MANI CON L'AIUTO DELLA MADONNA!

Che "BASTA LA BUONA VOLONTA' E AL MOMENTO BUONO IL CIELO AGISCE:
GESU’ ha preferito la solitudine, la preghiera, il Calvario, e il sacrificio della Croce.
La mia sofferenza è sempre stata il mio libro d'oro.

Diceva "Che era troppo preziosa la sofferenza per chiedere di morire"!

Diceva che "la nostra ricchezza è la croce"! "Che è necessario al nostro cuore di soffrire"! "Che il cuore ha bisogno della Croce per santificarsi."!
Quando la Madonna la chiamava, lasciava tutto e si raccoglieva in preghiera sicura di far cosa gradita alla buona mamma del cielo.
Il manto aperto sul Vaticano e sul mondo viene a confermare "FEDE E AMORE"
A Flora la Madonna si presentava come "La Signora"!
Spesso quando Flora doveva esortare alla vigilanza e all’impegno diceva: la mia Signora mi ha detto…

Vogliamo riportare qui le frasi raccolte nel lontano 1959 in un aureo libretto intitolato "LA MADONNA ad un Piccolo Fior del Campo"; libretto che raccoglie le annotazioni di Flora durante momenti di particolarissima intimità con la Signora negli anni che vanno da 1949 al 1954. La prefazione è dell'allora Vescovo ausiliare di Torino Mons.Stefano Tinivella.

Tale raccolta, evidentemente solo una scelta di f
rasi tra le moltissime lasciate da Flora, è stata curata dalle "Educatrici Apostole" di Via S. Francesco da Paola 42 - Torino.







La Madonna a Flora…


 "…Io sono la Signora dell’alba. Il mondo e gli uomini sono caduti nella notte oscura. Io sono l’alba di un mattino che spunterà per rischiarare la via agli uomini e portarli all'alba della vera luce…"


 "…Essendo Io la Mamma di tutti, desidero accogliere le preghiere che ciascuno dei miei figli sa offrirmi spontaneamente e accettare dal povero ignorante il desiderio semplice di amarmi. Io non voglio una preghiera speciale, desidero che ognuno dica il proprio cuore, quello che sentirebbe di dire in quel momento alla propria Mamma che tutto può concedere…"


 "…Io sono la Regina del Cielo e della terra, ma sono nello stesso tempo la Mamma pietosa di ogni mortale. Lascerò ai miei figli tutta la possibilità e il tempo di convertirsi, ma guai a coloro che resistono!… Io sono la Mamma pellegrina, che in tutto il mondo vado in cerca di cuori e di anime, chi vorrà proprio ripudiarmi mi troverà imperatrice e piegherà a terra le ginocchia… A Me è stata data la potestà di lottare e di vincere …..e dopo questa lotta si rinnoverà il fervore…"


 "…Mi dirai:Io ti saluto, Signora dell’alba! La tua benedizione, il tuo amore, la tua misericordia scendano in questo momento su tutta l’umanità e la tua pace avvolga questo mondo traviato e desolato…"


A Flora la Madonna "…spiegò il significato di "Signora" e disse che col nome di Signora voleva includere tutti i titoli coi quali La si onora nel mondo. "Tu mi chiamerai sempre così: "La mia Signora…".


 "Non mi chiedi che cosa vuol dire il rosario che mi cinge i fianchi? Vuol dire che coloro i quali recitano sovente questa preghiera formano come una cintura che li unisce a me".
 "Chi è con Maria e lavora per Maria, è forte di Maria".


 "E’ questa l’ora della Vergine Universale. E’ l’ora del combattimento aperto con il nemico della Chiesa, ma abbiate fede e siate forti.Dappertutto si dice che l’ora del castigo è venuta, ma io voglio dire ancora a tutti che è l’ora dell’estremo amore e della misericordia".


 "…la mia potenza è più forte della potenza degli uomini".


Notizie tratte dal sito www.maria.org


FLORA MANFRINATI
APOSTOLA LAICA
VENERABILE

Flora Manfrinati, nacque a Mottatonda Nuova Tresigallo (FÉ) nel 1906 e morì a Torino nel 1954.
Fu anima di sofferenze fisiche e morali eccezionali, di profonda carità, di fede travolgente, di umiltà e nascondimento a tutta prova, di eroica fortezza cristiana, di attività continua nella vita ordinaria e di apostolato.


Non ebbe né maestri, né scuola, né istruzione di questo mondo, ma fu "sapientissima nelle cose di Dio e abilissima nelle attività umane. Intuì l'importanza dell'istruzione e della formazione della donna.


Istituì con criteri moderni scuole materne pervenire in aiuto a mamme lavoratrici.
Si prodigò per attivare scuole elementari, centri estivi caratterizzati da iniziative sportive, teatrali e ricreative. Promosse la formazione umana e professionale delle giovani, preoccupandosi della loro sistemazione e inserimento nel mondo del lavoro. In mille modi aiutò genitori, ragazzi e ragazze bisognosi, malati, poveri, peccatori, Sacerdoti, Suore, intere famiglie in difficoltà e molti Istituti religiosi, dandosi tutta a tutti senza nulla chiedere in cambio.
1960, 27 dicembre


il Cardinale Maurilio Fossati apre il Processo informativo diocesano sulla fama di santità, vita, virtù e miracoli di Flora

1976, 7 gennaio
il Cardinale Michele Pellegrino nomina il Tribunale per riprendere e chiudere il Processo ordinario sulla fama di santità, vita, virtù  e miracoli di Flora

1996, 12 gennaio
la Congregazione per le Cause dei Santi emana il Decreto sull'eroicità delle virtù di Flora Manfrinati

-  il suo STILE:

"La mia vocazione è questa: lavorare nel campo e sparire nell'ombra"
.
-  il suo FONDAMENTO:

"L'abbandono in Dio dà forza. Più che affanno abbiate fede"

- la sua DIMENSIONE:

"Il mondo è la mia patria e tutti sono miei fratelli"

La presentazione al mondo della figura di questa Serva di Dio può dare ai fedeli la convinzione che la perfezione nella virtù, anche in modo eroico, è raggiungibile pur nell'esercizio delle più umili occupazioni quotidiane. Ella può essere modello di partecipazione ai dolori del mondo per alleviarli, in totale servizio con il dono di sé: invito ad impegnarsi, in ogni stato di vita, in varie forme di apostolato, secondo le attuali necessità della Chiesa e della società. 

È LEI CHE PARLA … 
  • Nei pensieri uniamoci al Piccolo Gesù, nei desideri a Gesù Eucaristia, nel dolore a Gesù Crocifisso.
  • Sia l'Ostia Santissima il centro dei nostri sguardi, sia l'Eucaristia il centro dei nostri affetti, sia la Croce il centro della nostra meditazione, affinché ogni sacrificio nel fare il bene, non sia più sorpresa o affanno.
  • L'abbandono in Dio dà forza
  • Attraverso Lui la Madonna; attraverso la Madonna a Lui. Hai fatto bene a farmi amare prima il tuo Figlio Eucaristico, non avrei amato Te così.
  • Fa' di tutte le date una data e su di essa scrivi: amore, fa' di tutti i giorni un giorno e su di esso scrivi: sacrificio.
  • Devo salire, dimenticarmi, devo essere lampada, bruciando d'amore per Lui.
  • Camminare con i piedi a terra, guardando fisso al Cielo, con l'anima che tende a Dio e il cuore al prossimo.
  • La mia casa è ovunque si trova un Tabernacolo. La mia casa è ancora dovunque non c'è, perché ovunque non c'è, lo devo portare io con l'anima mia.
  • Desidero che nel cuore di ogni anima vi sia un sol motto: Vivo con la Chiesa, la mia casa è la Chiesa, la mia umiltà la trovo in Chiesa, la mia forza la trovo in Chiesa! Vivo con la Chiesa, perché la Chiesa è stata benedetta da Cristo, da essa ho ricevuto la vita attraverso i Sacramenti; il mio pane lo trovo nell'Eucaristia, l'umiltà la trovo nell'Ostia, dove un Dio si cela, tace, aspetta in silenzio, in un Tabernacolo oscuro