mercoledì 9 febbraio 2011

Colloqui Eucaristici - terza parte-

3. L'INDIFFERENZA


A - "A volte mi sento arido, senza slancio, senza entusiasmo, quasi indifferente. Allora non so che fare. "

R - "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso". (Lc. 12 - 49)

Allora vieni a Me, offrimi la tua situazione interiore, e Mi troverai che vigilo su di te e ti precedo, perché Io ti aspetto sempre, con l'impazienza di sempre, perché Io sono sempre l'Infinito Amore.

Le aridità e le apatie appartengono alla vostra natura umana, e talvolta sono prove che Io permetto per aiutare la vostra buona volontà ad agire.

Allora occorre un primo movimento della volontà su se stessi, contro se stessi, supplicando umilmente il mio aiuto; allora si annientano le resistenze della natura corrotta, si rivede il mio volto, si riode la mia voce, si distruggono le cattive abitudini e si ritorna alla vita, la mia vita, perché Io sono la vita.

Ma l'indifferenza no, mai.
L'indifferenza è la schiuma dell'orgoglio.
L'indifferenza è il più grave peccato contro il mio amore. Con l'indifferenza il maligno trascina il mondo alla perdizione.
L'indifferenza è l'emarginazione, il vuoto, il nulla..., è il peccato.
Per l'indifferente Io non esisto, anche se non mi nega; la mia voce non la ode, anche se la mia voce grida perché si ravveda; la mia presenza vale meno di un'ombra e finisce per dare fastidio. Quanti sono gli indifferenti anche tra i miei!

Quanto ho sofferto per l'indifferenza degli uomini! Meglio l'inimicizia aperta di un non credente che la noncuranza di un'indifferente. Con il miscredente posso sempre tendere la mia rete d'amore che, prima o poi, lo conquisterà, ma l'indifferente sente solo la voce del suo io e, gonfio di sè, rotolerà di precipizio in precipizio, vittima della sua superbia.
Con l'indifferenza si può giungere anche a peccare contro l'Eucaristia, peccato che non consiste solo nel non credere nel Sacrificio-Sacramento, ma in un certo modo di comportarsi e di pensare nei confronti della mia presenza eucaristica umile e nascosta, come se Io non ci fossi, come se non Mi curassi di voi, come se non Mi donassi continuamente a voi, come se non fosse vera la mia parola: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue". (Mc. 14 - 21, 24)

I peccati non si commettono solo con gli atti, ma anche con certi atteggiamenti, con certi stati d'animo e con certe mentalità sempre rivolte altrove.
Dovete allargare la preoccupazione morale alle vostre attività interiori; se volete camminare con Me, dovete dirigere il vostro pensiero costantemente verso di Me, sentendo Me come la persona più interessante.
Molti passano davanti a Me presente nel Santo Sacramento e neanche si accorgono ch'Io sono lì: non un cenno di saluto, non un pensiero, non uno sguardo. Per loro Io sono l'"estraneo".
Vorrei dare a loro i miei doni, ma non posso, perché non Mi vogliono.
Ecco che cosa ottiene l'indifferenza: il vuoto, l'abbandono.

"Ma senza di me non potete fare nulla" (Gv.15 - 5) Altri mi vengono a ricevere nella Comunione, ma perché lo fanno?
Per abitudine, per convenienza, perché i genitori li mandano, perché gli altri vedono...
Non pensano a Me, non cercano il mio amore, non Mi danno il loro amore, non Mi donano se stessi, così, come sono...
Ma non mi dicono neanche grazie.
Non riescono neanche a dire una volta sola: "Gesù, ti Amo". Se lo dicessero, già ne gioirei, mi consolerebbero dei loro errori e Io li contraccambierei, come solo Io so contraccambiare.

Ma l'apatia li distrae, li porta altrove, per le strade del mondo, nella confusione dei loro interessi, nel cuore di certe persone, ed Io resto l'emarginato. Ed essi restano i figli ignari delle gioie che provano solo coloro che amano vivere nella casa del Padre e udire la voce dell'Amico eterno, adorandolo con l'umiltà degli angeli del cielo.
Mi ricevono nella Santa Comunione senza un sospiro d'amore, senza una parola di ringraziamento, senza pensare un attimo a Me, assetato del loro amore.

A volte vengono a Me con l'anima imbrattata di peccato. E poi credono di essere da Me capiti e perdonati! No! Perdono il ladrone, perdono la mia Maddalena, ma non perdono Giuda.
Almeno tu consolami dell'indifferenza orgogliosa di tanti, avvicinando il tuo cuore al mio. Donami il tuo cuore.
Parla con l'Eucaristia come con il più dolce Amico. L'Ostia ti ascolta. Credi che l'Ostia ti ascolta, e vede la tua volontà di esser fedele e di appartenermi sempre. L'Ostia ti esaudisce, perché sono Io. La mia gioia sta nell'esaudire chi Mi chiama.

"Se credi, vedrai la gloria di Dio" . (Gv. 11- 40)

4. L'UMILTÀ

A - "Dopo un'assolata giornata trascorsa all'ombra di un arbusto nel deserto, dopo una notte insonne, la cerva si muove per rintracciare un corso d'acqua che la ristori dall'arsura.
Ma i raggi infiammati del sole lo hanno prosciugato. Allora anela, geme, si strugge dal desiderio in un lamento sconsolato. "
Io sono, o mio Signore, come l'infelice cerva e "come terra deserta, arida, senz'acqua" (Sal. 62 - 2), mi rivolgo a Te, mio Dio, perché mi dia l'acqua del tuo amore, della tua parola che toglie l'arsura dell'anima mia.
Tu sei il buon Pastore che fai riposare su pascoli erbosi e conduci ad acque tranquille.
Ti sei fatto mio cibo e mia bevanda con il Sacramento del tuo corpo e del tuo sangue.
L'anima mia anela a te, mio Pastore. Il tuo amore mi protegge. Il tuo corpo e il tuo sangue sono il mio cibo, e io vivo nella pace tua.
Mio Signore, mio Gesù.
È bello stare con Te nascosto nell'Ostia immacolata e ricevere da Te la forza necessaria a camminare sempre con Te.

Di questa possibilità che mi dai con la tua grazia, ti sono grato dal più profondo dell'anima, e vorrei ringraziarti senza pausa, giorno e notte.
Grazie, o mio Bene. Grazie, o mio Signore.
Ho però una paura nell'anima e te la voglio confidare. È la paura del peccato. Se io ritornassi ad offenderti, dimenticando che Tu sei il mio Bene, che sarebbe di me? "

R - "La paura del peccato è un mio dono. Conservalo, ma senza affanno, senza agitazione. L'affanno non viene da me. Chi si agita spreca. Da Me viene la gioia della vita divina che ti comunico.
Vivi in questa gioia e la paura di perdermi si trasformerà in desiderio di possedermi. Questo desiderio deve essere il sole della tua giornata, la forza della tua volontà, l'entusiasmo capace di sprigionare sante energie da tutto il tuo essere."

A - "Ma io conosco i miei limiti, la mia fragilità, le mie debolezze, i miei peccati, i miei difetti e so quanto sono lontano dai traguardi che mi proponi. "

R - "Anch'Io so tutto di te. Eppure ho voluto attirarti a Me, dandoti il desiderio di venire a trovarmi, di tacere per ascoltarmi, di metterti in sintonia con Me.

Fai bene a riconoscere i tuoi limiti e i tuoi difetti: è segno di umiltà.

Riconoscili ogni giorno umiliandoti per quello che sei. I tuoi peccati? Ad ogni assoluzione del sacerdote li cancello e li cancello ogni volta che me ne chiedi perdono. Donali a Me perché Io li distrugga nel fuoco del mio amore. Il loro ricordo non ti avvilisca, ma ti serva a passare in mezzo ai tuoi fratelli senza calpestarli in niente. Potrebbero anche essere migliori di te, senza sembrare di esserlo. Potrebbero avere pregi e virtù che tu non hai, senza aver avuto i tuoi doni. Ma Io ti chiudo nel mio Cuore, come sempre, perché ti ho acquistato a prezzo del mio Sangue, sangue di Dio.

Non credere di aver raggiunto la perfezione; piuttosto non stancarti di cercarla, ricordando che: "Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi" (Mt. 19 - 30)
Ma non temere, perché per non condannarti, mi sono lasciato condannare al tuo posto."

L'odio al peccato

"Rimani in Me e Io ti insegnerò quanto orribile sia il peccato dal quale nulla all'infuori di Me ti può liberare. Sono Io colui che ha il potere di rimettere i peccati, ma sono anche colui che ti può donare la forza per vincerli. Chiedimi questa forza incessantemente, chiedimela quando vieni a me con la santa Comunione. Chiedimi, anzi, l'odio al peccato. Non temerlo soltanto, ma odialo perché è il tuo peggiore nemico. Odia il peccato per riuscire ad amare Me. Se vuoi la luce devi odiare le tenebre, se vuoi il bene devi odiare il male, se vuoi la salvezza devi odiare la perdizione. Satana è sempre in agguato per perderti.

Se i tuoi limiti sono grandi, sia grande anche la tua capacità di riconoscerti peccatore, perché Io non posso rimettere i peccati se non li riconoscete. E questo tuo riconoscimento sia pronto, perché possa essere pronto il mio perdono che ripara...

Ripara anche tu però, ripara le offese che mi recano tanti sacrilegi, che profanano il mio corpo e il mio sangue nel sacramento eucaristico.

Perdonare è la mia gioia, ma ricorda che ogni tua libertà contro il mio amore mi crocifigge. Bisogna che il tuo cuore umilmente si apra al mio amore. Bisogna che il tuo spirito si apra umilmente alla mia luce, ricordando che: "[…] chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 18 -14).
Impegnati in questo..."

A - "A volte mi sforzo, a volte mi stanco, a volte la vita mi distoglie... "

R - "Io sono sempre pronto ad assecondare i tuoi sforzi e a renderli fruttuosi, ma tu annienta l'orgoglio che impedisce o ritarda il pentimento, e impedisce a Me di intercedere davanti al Padre.
Le tue vicende umane, gli elementi umani, non ti impediscano di essere con Me. Accogli Me e gli altri, ma utilizza tutto per giungere a Me e per portare tutti a Me, specialmente per mezzo del Sacramento Eucaristico.

Il lavoro, la famiglia, gli impegni della tua condizione, le tue aspirazioni, le persone che ami, i tuoi progetti, non li abbandonare, no, ma vivi ogni situazione insieme con Me. Non ti servirebbe a niente voler fare da solo, nè vegliare da solo su te stesso. Sarebbe solo orgoglio. Vivi, lavora, spera, ama con Me che ti aspetto sempre nella Santa Eucaristia.

Come un tempo ho vissuto mediante elementi umani senza mutarli, ma rispettandoli per tutto ricondurre alla vostra salvezza, anche oggi agisco in voi mediante gli elementi umani che mi portate, per tutto ricondurre alla vostra felicità.
Ho mutato il pane e il vino nel mio corpo e nel mio sangue per donarmi a voi, per lavorare con Voi.
Se faremo insieme questo lavoro, il risultato sarà sicuro."

L'ostacolo dei tumulti della vita

"Perché possiamo lavorare insieme occorre però che nelle vostre anime vengano annientati i tumulti che il mondo vi insinua: gelosia e invidia da cui provengono amarezze e giudizi errati sulle persone; inquietudini alimentate dal poco amore verso il prossimo; tumulto di affezioni esclusive che vi distolgono dal dovere della carità verso quanti hanno bisogno della vostra comprensione; tumulto di attaccamento a certe forme di divertimento contrarie allo spirito cristiano.
Se amate Me nella Eucaristia, dovete essere un cuore solo e un'anima sola nella testimonianza, nella preghiera, nella mortificazione...

Tutti uniti per il mio Regno Eucaristico in tutti i cuori. Ma sono troppi quelli che non mi ascoltano, che non mi vogliono.

"La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce […] Chiunque fa il male odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere" (Gv. 3 -19, 20)

Quanti tumulti di passioni non combattute, di pensieri lontani dalla mia chiamata, di desideri estranei e contrari alla mia predilezione! È il vostro orgoglio che genera questi tumulti i quali soffocano lo spirito di fede e l'amore che Io vi chiedo.

Sono questi tumulti i sentieri tortuosi che vi conducono a peccare, dopo avervi fatto vivere riserve inconfessate di egoismo che paralizzano la mia amorevole azione dentro di voi. Quanti rancori, invidie, gelosie turbano i vostri giorni e tengono il vostro cuore lontano da me.

Sono nascosto nell'Eucaristia per insegnarvi come si conquista la serenità e la pace dell'anima.
A volte vi lamentate e mi accusate di lasciarvi soli, di non venire in vostro soccorso, e pensate che Io mi sia dimenticato di voi ... Ma voi con quale prontezza ricorrete a Me, con quale fedeltà ascoltate quello che lo Spirito dice al vostro cuore? Non c'è bisogno che mi sentiate sempre vicino, basta che gli occhi della vostra anima non si distolgano da Me, perché Io ci sono, sempre; basta che il vostro cuore batta all'unisono con il mio che palpita per voi nel Santo Sacramento."

A - "So che Dio ama gli umili e resiste ai superbi, ma quanto è difficile capire e vivere di umiltà."

R - "Ricordate che il primo peccato fu di disubbidienza perché la superbia aveva accecato i vostri progenitori. Per superbia essi disubbidirono ed è rimasto in voi il pungolo della ribellione.
Ecco cos'è la superbia: disubbidienza e ribellione a Dio, non più amato come padre, ma considerato padrone; così avete la giustizia del padrone e rifiutate la misericordia del Padre.

L'umiltà è la virtù che vi fa amare da Dio, perché vi mette al vostro giusto posto, quello di creature, e vi fa riconoscere che solo Dio è perfettissimo ed è il solo che può purificare la vostra anima da ogni miseria.
E se siete umili, Dio vi purifica, vi santifica, vi salva. La verità è che voi siete così orgogliosamente attaccati alle cose che fanno ala intorno a voi, siete così sedotti dalla loro bellezza, dalla loro utilità e dal piacere che vi danno. Siete così attaccati al vostro stesso corpo - che prima vi fa inorgoglire e poi vi fa rammaricare - che, invece di vedere in tutto degli strumenti di un bene superiore ed eterno, considerate tutto ciò che avete e ciò che siete, come beni assoluti, bastevoli a voi stessi, e dimenticate Dio che è l'unico vero Bene.

E quel che è peggio è che voi temete che le cose viste e usate come strumenti di perfezione, perdano la loro attrattiva, la loro bellezza, la loro utilità.
Parlo della Chiesa, delle funzioni religiose, della Santa Messa, delle adorazioni eucaristiche, del Santo Rosario. No, perderanno niente. Anzi, acquisteranno la loro verità, che è quella di venire da Dio e di servire per giungere a Dio, servire per elevare, per purificare, per nobilitare voi stessi.

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