venerdì 11 febbraio 2011

Colloqui Eucaristici - quarta parte -

A - "So che Dio ama gli umili e resiste ai superbi, ma quanto è difficile capire e vivere di umiltà."


R - "Ricordate che il primo peccato fu di disubbidienza perché la superbia aveva accecato i vostri progenitori. Per superbia essi disubbidirono ed è rimasto in voi il pungolo della ribellione.
Ecco cos'è la superbia: disubbidienza e ribellione a Dio, non più amato come padre, ma considerato padrone; così avete la giustizia del padrone e rifiutate la misericordia del Padre.

L'umiltà è la virtù che vi fa amare da Dio, perché vi mette al vostro giusto posto, quello di creature, e vi fa riconoscere che solo Dio è perfettissimo ed è il solo che può purificare la vostra anima da ogni miseria.

E se siete umili, Dio vi purifica, vi santifica, vi salva. La verità è che voi siete così orgogliosamente attaccati alle cose che fanno ala intorno a voi, siete così sedotti dalla loro bellezza, dalla loro utilità e dal piacere che vi danno. Siete così attaccati al vostro stesso corpo - che prima vi fa inorgoglire e poi vi fa rammaricare - che, invece di vedere in tutto degli strumenti di un bene superiore ed eterno, considerate tutto ciò che avete e ciò che siete, come beni assoluti, bastevoli a voi stessi, e dimenticate Dio che è l'unico vero Bene.
E quel che è peggio è che voi temete che le cose viste e usate come strumenti di perfezione, perdano la loro attrattiva, la loro bellezza, la loro utilità.

Parlo della Chiesa, delle funzioni religiose, della Santa Messa, delle adorazioni eucaristiche, del Santo Rosario. No, perderanno niente. Anzi, acquisteranno la loro verità, che è quella di venire da Dio e di servire per giungere a Dio, servire per elevare, per purificare, per nobilitare voi stessi.
Conserveranno la destinazione al bene e vi restituiranno la pace.

Tutte le cose di questo mondo passano. Io solo resto col Padre e con lo Spirito Santo. Io resto con la piaga del mio costato, con le piaghe delle mani e dei piedi, con la sofferenza spirituale e fisica nell'orto degli ulivi, con la sofferenza spirituale e fisica sulla Croce.

"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Lc. 21-33)

Io resto come pane della vita. Questo è il pane che discende dal cielo perché chi ne mangia non muoia. "Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv. 6 - 51)

Sono queste le realtà alle quali vi dovete riferire per conoscere la mostruosa negatività del peccato, della ingratitudine che esso esprime togliendovi la capacità di vivere nella mia intimità.

Se sarete umili capirete anche il mio nascondimento nell'Eucaristia e vorrete imitarmi.

La croce documenta che cos'è la colpa, e non solo quella mortale, ma anche quella veniale con tutte le più piccole deformazioni di cui siete capaci senza darvene pensiero. Troppi sono i miei seguaci che non si preoccupano della mostruosa ingratitudine costituita da quelle che voi chiamate venialità, a causa delle quali l'Eterno Spirito è fermato nella sua opera santificatrice.

Non credete a chi vi dice che lo Spirito Santo agisce sempre anche senza i vostri sforzi per ascoltarlo. Se non lo supplicate, non viene e se non lo ascoltate, si ritira. È l'Amore Divino, ma non accetta di essere disprezzato. Egli opera anche a vostra insaputa, ma vi colma di doni se collaborate.

La Madre Santa fu piena di grazia anche perché collaborò sempre con lo Spirito Santo.

La Madre, la senza macchia, che non ha mai commesso peccato, lo conosce meglio di chiunque altro, perché lo vede dalla parte di Dio. Anzi sul Calvario Ella ha scoperto il vero volto del peccato rispecchiato sul volto insanguinato del Figlio.

Anche voi non giudicate il peccato guardando alla vostra umanità, sarebbe orgoglio; giudicatelo dall'oscurità dell'orto degli ulivi che ha raccolto il mio sudore di sangue, giudicatelo dall'alto della croce che vi mostra l'infinito dolore umano che è stato il prezzo della vostra redenzione.

Quel dolore umano, di cui anche voi non andate esenti, vi dice che la Redenzione vuole la vostra collaborazione fatta di rinunzia, di mortificazione, di accettazione e anche di aridità, di abbandono, di ingratitudine, di incomprensione.

Quando vi capita qualcuna di queste occasioni, accettatela volentieri e con l'umiltà che vi avvicinerà di più a Me, e per la quale, vi amerò in modo tutto particolare.

Offrite tutte le vostre contrarietà a me sempre presente nell'Eucaristia.

Sarete così più vicini a Me che vi amo da sempre, e realizzerete l'abituale unione con Me nella realtà del mio Sacramento.

State attenti, però, voi che mi amate, che se peccate, voi peccate mentre camminate con Me.

Non avviene la stessa cosa per quei cristiani che non si ricordano mai di Me, perché vivono nell'indifferenza, e non vanno mai in chiesa, non si accostano ai Sacramenti.

Essi non Mi cercano, non Mi incontrano, non conoscono la mia intimità.

Voi la conoscete. Forse di essa avete gustato infinite dolcezze, fino alla commozione, perché Io ve ne ho fatto dono. Il rapporto tra voi e Me è vivo, pieno d'amore e di tenerezza - almeno da parte mia - e la vostra vita è impregnata di Me, anche se non sempre siete coerenti come dovreste. Allora, se peccate, lo fate camminando con Me.

Voi non siete legati a Me solo dal fatto imprescindibile del carattere del Battesimo e da quello della Cresima, per cui la vostra vita già dovrebbe essere tutta mia.

Voi siete legati a Me ancora più intimamente, perché ricevete spesso il mio Corpo, intrattenendovi con Me nell'intimità dell'amore.

Voi sapete che chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.

Voi sapete che "Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me". (Gv. 6 - 57)

Ed Io, venendo a voi, vi porto l'eternità, vi porto l'infinito, vi porto il paradiso e, anche se voi queste cose non sempre le pensate, il legame che ci tiene uniti è, comunque, un legame di cielo che Io metto dentro di voi, un legame intimo che ci fa camminare insieme.

Allora, ci pensiate o no, voi camminate con Me, e se peccate, peccate camminando con Me.

Così Io, guardandovi potrei dire: "Anche tu, mio familiare, che dividi la tua vita con Me, che mangi la mia carne e bevi il mio sangue, anche tu!"

Ma c'è un'altra considerazione di cui dovete tener conto.

Voi Mi siete più vicini e ancora più cari, ancora più amati, perché volete testimoniare la mia presenza eucaristica, difendere la verità e il culto di Me Eucaristia. Per questo camminate più vicini a Me."

L'umiltà e la fede

"Per questa particolare vicinanza che c'è tra voi e Me, fate in modo ch'Io possa sempre stringervi sul mio Cuore vedendo riflessa in voi la mia immagine per l'abbondanza della mia grazia, per la identica finalità dell'azione, per l'umiltà che vi deve distinguere.

Fate in modo che la fede nel dogma eucaristico attragga tutti i vostri fratelli, figli di Dio, a cibarsi di "questo pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia" (Gv. 6 - 50)

Capite allora che è indispensabile per tutti voi il nutrimento costante dell'Eucaristia, perché Io possa saziarvi di Me e mettere in voi il controveleno per le seduzioni della carne, della mente, del cuore, del mondo, per le seduzioni dell'orgoglio che possono rovinarvi.

Credete alla mia parola per quanto riguarda l'Eucaristia. Credete anche a Pietro che un giorno Mi disse: "Signore, da chi andremo noi? Tu solo hai parole di vita eterna" (Gv. 6 - 68)

E ricordate sempre che il Cristo ha pagato l'incommensurabile dono di amore, se stesso sempre presente nel Tabernacolo, proprio col martirio del suo Sangue, della sua crocifissione..."

A - "Sì, questo ricordo mi aiuterà a vincere ogni contrarietà. "

R - "Per le povere, misere contrarietà umane che potrete incontrare, non dimenticate il Golgota, la Croce, il Crocifisso, il mio Tabernacolo.

Non dimenticate che il Cristo, solo subendo l'umiliazione del Calvario e subendo l'atroce morte in croce, ha permesso agli uomini di chiamare Dio: Padre di Misericordia e di Amore.

Non dimenticate questa mia incomparabile lezione di umiltà.

"Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua" (Lc 9 - 23) Anche l'orgoglio da vincere può essere una croce di ogni giorno. Non abbiate paura del sacrificio, qualunque cosa vi costi, perché "Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà" (Lc. 9 - 24)

Io stesso ho fatto umilmente la volontà del Padre donandomi a voi e vi ho insegnato che "Il servo non è più grande del suo padrone, nè l'inviato più grande di colui che lo ha mandato" (Gv.13 -16)

Ma cercate di capire l'umiltà come atteggiamento di altruismo, poiché questa virtù, essendo legata in modo strettissimo all'amore, deve diventare l'atteggiamento fondamentale verso il fratello. Quanti problemi si risolvono con l'umiltà! "

Non stancatevi di chiedere alla Vergine Santa di rimanere accanto a voi nella faticosa salita del vostro calvario, affinché al termine di essa, con Lei e per Lei, possiate raggiungere il Redentore nella gloria dei cieli. ChiedeteLe di insegnarvi ad essere umili, perché è l'umiltà che vi attira il perdono di tutti i peccati, e la gloria futura.

Sarà questo il premio del lavoro svolto costantemente, instancabilmente e umilmente per l'avvento del mio Regno Eucaristico, nella regalità della Madre mia e vostra, dentro le vostre anime e nelle vostre famiglie. Così vi avvicinate di più a Me quale modello di umiltà nella radicalità del mio amore, ricordando che nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per il proprio fratello.

Per questo l'umiltà è stata definita: l'armonia dell'amore.

L'umiltà assumerà allora il volto distintivo cristiano dell'amore-carità, e anche nella vostra era della tecnica e dell'automanipolazione dell'uomo, sarà evidente il valore di questa virtù cristiana, che continuerà a conquistare i cuori di quanti vogliono essere veramente miei."

Umiltà e carità

A - "Vuoi dire che umiltà e carità camminano insieme? "

R - "Voglio dire che senza carità non può esistere vera umiltà, ma voglio anche dire che in questo vostro tempo che ha per suo distintivo l'orgoglio, l'umiltà diventa la virtù che caratterizza il cristiano.

E voi dite di cambiare il mondo, ma siete restii a praticare l'umiltà che sarebbe un mezzo potente per questo cambiamento. Praticate questa virtù, talvolta, con chi è superiore a voi, con coloro ai quali dovete ubbidienza e rispetto.

Ma l'umiltà acquista il suo pieno valore quando portate rispetto, considerazione e amore a chi è inferiore a voi, a chi è povero e impotente, a chi non lo merita, in spirito di ubbidienza al mio comandamento di amare anche i nemici.

So che questo è difficile perché dovete agire contro la vostra umana corrotta natura, ma dovete impegnarvi, senza stancarvi di ricominciare, di riprovare, perché con il mio aiuto finirete col vincere. L'uomo è ingrato, e voi amatelo; è autosufficiente, e voi amatelo; è scontroso, e voi amatelo; è maleducato, e voi amatelo.

Io sono nell'Eucaristia non solo per amarvi, ma anche per vivere con voi, essere il vostro aiuto e la vostra forza.

Questo mondo impastato di autosufficienza e di superbia, ha bisogno del servizio, della mitezza, della dolcezza, del sorriso dei miei fidi per capire che è fuori strada... Per questo vi è necessaria l'umiltà, poiché "ciò che esaltato tra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio": (Lc. 16-15)

Attingete da Me carità, mitezza, dolcezza, e, sorridendo, donate il mio amore a chi non Mi conosce. Sarà il miglior contributo che potrete dare alla pace, caratteristica del mio Regno Eucaristico; sarà il miglior modo per portare sempre la pace nella vostra famiglia.

Chi più del Cristo è stato umile e ubbidiente? Chi più di Maria ha fatto sue queste meravigliose virtù per donare ai redenti il suo amore materno vigile e sostenitore? Chi più ha amato?

Avete così due modelli di ubbidienza, di umiltà e di donazione: il Cristo e la Madre sua.

L'incarnazione del Verbo fu il primo insegnamento di amore e di umiltà proposto alla vostra ricerca della perfezione cristiana. Ma non fu solo un insegnamento; fu una precisa richiesta agli apostoli e a quanti mi volevano seguire.

Quando dicevo: "Vieni e seguimi", chiedevo ubbidienza, ma non solo nell'agire, bensì nel pensare, nel giudicare, nell'accettare senza riserve, chiedevo l'annientamento dell'io umano, chiedevo umiltà.

Oggi dico a te: "Vieni e seguimi". Vuoi entrare nella mia intima confidenza? Vuoi gustare le tenerezze del mio amore? Annienta ciò che mi dispiace e ti toglie la serenità della coscienza. Obbedisci alla mia parola, piega la tua volontà alla mia, cambia la tua mentalità con la mia. Ti costerà sacrificio, ma, tra l'altro, conquisterai l'amore e con esso conquisterai Me.

E Io dal tabernacolo ti sorriderò sempre.

Non fare come coloro che dicono di volermi seguire e apparentemente mi ubbidiscono, ma non piegano mai del tutto la loro mente ai miei disegni, alla mia volontà, alla mia parola; non sono mai pienamente in sintonia con la verità, con la mia testimonianza, la mia autorità, perché in loro c'è troppo orgoglio e manca l'amore. "Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me, disperde" (Lc. 11-23)

Sono come coloro che vengono in chiesa perché sanno che Io li aspetto, ma non piegano mai il ginocchio per adorarmi. Che cos'è per loro l'Ostia santa? Si direbbe che la ritengono solo un simbolo. Invece sono Io, Vivo e Vero in corpo, sangue anima e divinità. Io, il loro Dio!

Ma ci credono? Mi amano? O l'orgoglio li tiene lontani dalla verità del mio Vangelo?

Eppure sanno che Io ho detto: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. […] Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; Io lo risusciterò nell'ultimo giorno" (Gv. 6 - 35, 40)

Per questo non voglio solo le vostre azioni, voglio la vostra intelligenza, la vostra volontà, il vostro cuore, il vostro credo, perché questo significa seguirmi.

In verità vi dico: "Chi crede ha la vita eterna" (Gv. 6 - 47)

Lasciate gli arzigogoli della vostra mente con i quali siete tanto abili nel costruire giudizi contrari alla mia parola, o nel costruirvi riserve provenienti dall'attaccamento a voi stessi, con le quali vorreste giustificare incoerenze e infedeltà. Queste dimostrano che il bene che fate è solo frutto di una ubbidienza esecutiva, dovuta più a convenienza che a convinzione. Dimostrate che non è mai frutto di una ubbidienza d'intelletto e di amore, frutto dell'annientamento della vostra volontà contraria alla mia, frutto di vera fede in me e di amore incondizionato.

Non stancatevi di chiedere alla Vergine Santa di rimanere accanto a voi e di insegnarvi la grandezza della virtù dell'umiltà. Ella che piacque a Dio per la sua verginità, ma fu scelta quale Madre di Dio per la sua umiltà, vi insegni che l'umiltà è qualcosa di più elevato della stessa verginità, perché l'umiltà è la stessa verginità dello spirito che si riconosce un nulla davanti a Dio e che non sacrifica l'onore e l'amore di Dio a pensieri e a desideri vanitosi ed egoistici.

Chiedete alla Madre santa che vi dia la forza di vincere la terribile tendenza dell'uomo ad adorare se stesso, a sopravalutare se stesso. Come la Incarnazione è frutto e premio di un atto di annientamento ineffabile della Madre, frutto e pena di un atto di superbia che reclama l'autonomia dell'uomo, può essere l'abbandono di Dio...

Che faresti tu, o anima diletta, in mezzo ai pericoli di un mondo sempre più perverso, in mezzo a tante difficoltà della vita, alle mille debolezze della tua natura, se Io dovessi abbandonarti?

Se vuoi, come Io lo voglio, incontrare il mio sorriso ad ogni tuo risveglio, sentire la mia carezza ogni sera nell'addormentarti, avere il mio abbraccio e il mio bacio quando vieni a Me nell'Eucaristia, sentire la forza del mio amore che ti sostiene, che ti incoraggia, che ti salva ogni volta che ne hai bisogno, imita la Madre: sii umile, vieni a Me, portami ai tuoi fratelli, a tutte le famiglie, incominciando dalla tua, con quell'amore umile che non conosce riserve.

"Solo il superbo non crede all'Eucaristia come il Sacramento del mio corpo e del mio sangue che Io do per la vita del mondo" (cfr. Gv. 6 - 51)

Come avranno la vita eterna queste anime che non credono alla mia parola?

"Questo è il mio corpo che è per voi. Fate questo in memoria di me".

"Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finchè egli venga" (I Cor. 11 - 23, 32)

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