giovedì 23 dicembre 2010

Tu ci cerchi - dal'epistolario di Padre Pio

Tu lasci la tua celeste reggia.
per venire in cerca della traviata pecorella.

Ti manifesti ad essa,
e con impulsi della tua grazia
incessantemente la chiami,
ne muovi il cuore verso di te,
affinché a te d'appresso ti conosca,

ti ami, ti adori.

Hai tu forse bisogno di essa
per essere pienamente felice
nel tuo Paradiso?

No, è la tua sola bontà
che ti piega verso di essa,
è il tuo amore, che ama spandersi
e conquistarla per renderla felice

di quella stessa felicità
di cui tu ne sei ripieno.

O Gesù,

noi siamo un brutto nulla,
e tu ci cerchi proprio per questo:

per darci l'essere tuo divino,

mediante l'operazione
e la comunicazione della tua grazia.

O Gesù,
E chi potrà resisterti?

Lascia che povero, quale io mi
sono, ti chiegga tutto quello che mi
bisogna. per piacere a te,

che sia di te, che dia gusto a te.

Dammi e conservami quella fede viva
che mi faccia credere ed operare
per tuo solo amore.

È questo il primo dono che ti presento

ed unito ai santi magi,
ai tuoi piedi prostrato,
ti confesso senza alcun rispetto umano
dinanzi al mondo iutiero

per vero e unico nostro Dio.

(Epist. IV 884)

«Comprenderai perché l'anima che ha scelto il divino amore non può rimanersene egoista nel Cuore di Gesù, ma si sente ardere anche ella carità verso i fratelli, che spesso fa spasimare l'anima.

Ma come mai può avvenire tutto questo?! Non è difficile intenderlo, perché non vivendo più l'anima della propria vita, ma vivendo di Gesù che vive in lei, deve sentire, volere e vivere degli stessi senti­menti, voleri e vita di chi vive in lei. E tu, o mia direttissima figliuola, benché tardi l’hai appreso, sai, dico, da quali sentimenti e da quali voleri era ed è animato il Cuore di questo divin Maestro per Iddio e per l'umanità.

Spasimi pure la tua anima per Iddio e per i fratel­li che non vogliono saperne di lui, perché c'è il sommo gradimento di lui. Vivi tranquilla e sia in pace la tua amarezza».

(Epist. 111, 962-963)

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