giovedì 30 dicembre 2010

LA PASSIONE SECONDO LE RIVELAZIONI DI LUISA PICCARRETA

Gesù si congeda dalla sua Madre SS.

Preparazione

O Signor mio Gesù Cristo, prostrato alla tua divina presenza, supplico l'amorosissimo tuo cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell'anima tua santissima fino alla morte di croce. Deh, dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti per comprendere fino in fondo la tua Passione.

Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa intenzione, e fa che sia di profitto per me e per tutti, come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare. Intanto grazie ti rendo, o mio Gesù, ché per mezzo della preghiera mi chiami all'unione con te e, per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutto nella tua Volontà e nel tuo amore, e, stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo cuore ed incomincio implorando l’aiuto della tua Santissima Madre e del mio Angelo Custode.

Si reciti un’Ave Maria alla Ss. Vergine, un Gloria al Padre al Santo Angelo Custode e un L’eterno riposo alle Anime Sante del Purgatorio, (specie a quelle che devono scontare le pene fino alla fine del mondo) alle quali non si manchi di applicare queste potentissime orazioni e l’eventuali indulgenze

O celeste Mamma, l'ora del distacco già s'appressa ed io a te ne vengo. O Madre, dammi il tuo amore e le tue riparazioni, dammi il tuo dolore, perché insieme con te voglio seguire passo a passo l'adorato Gesù.

Ed ecco che Gesù viene, e tu, con l'animo traboccante d'amore, gli corri incontro, e nel vederlo così pallido e triste, il cuore ti si stringe per il dolore, le forze ti vengono meno e sei già per cadergli ai piedi.

O dolce Mamma mia, sai tu perché è venuto da te l'adorabile Gesù? Ah, egli è venuto per darti l'ultimo addio, per dirti l'ultima parola, per ricevere l'ultimo abbraccio!

O Mamma, a te mi stringo con tutta la tenerezza di cui è capace questo mio povero cuore, affinché stretto e avvinto a te, anch'io possa ricevere gli abbracci dell'adorato Gesù. Mi disdegnerai tu forse? O non è piuttosto un conforto per il tuo cuore avere un'anima a te vicina, che ne divida le pene, gli affetti, le riparazioni? O Gesù, in quest'ora così straziante per il tuo tenerissimo cuore, quale ammaestramento non ci dai tu di filiale ed amorosa ubbidienza verso la Mamma tua! Quale dolce armonia non passa fra te e Maria! Che incanto soave d'amore, che sale fino al trono dell'Eterno e si dilata a salvezza di tutte le creature della terra!

O celeste Mamma mia, sai tu che vuole da te l'adorato Gesù? Non altro che l'ultima benedizione. E' vero che da tutte le particelle del tuo essere altro non escono che benedizioni e lodi al tuo Creatore; ma Gesù, nel congedarsi da te, vuol sentire la dolce parola: "Ti benedico, o Figlio". E quel "Ti benedico" storna tutte le bestemmie dal suo udito e dolce e soave scende al suo cuore; e, quasi a mettere un riparo a tutte le offese delle creature, Gesù vuole il tuo "Ti benedico".

Anch'io mi unisco a te, o dolce Mamma: sulle ali dei venti voglio girare il cielo per chiedere al Padre, allo Spirito Santo, agli angeli tutti, un "Ti benedico" a Gesù, affinché, andando da lui, gli possa portare le loro benedizioni. E qui in terra voglio andare da tutte le creature e chiedere da ogni labbro, da ogni palpito, da ogni passo, da ogni respiro, da ogni sguardo, da ogni pensiero, benedizioni e lodi a Gesù; e se nessuno me le vorrà dare, intendo io darle per loro.

O dolce Mamma, dopo aver girato e rigirato, per chiedere alla Trinità Sacrosanta, agli angeli, alle creature tutte, alla luce del sole, al profumo dei fiori, alle onde del mare, ad ogni alito di vento, ad ogni favilla di fuoco, ad ogni foglia che si muove, al luccicar delle stelle, ad ogni movimento della natura, un "Ti benedico", me ne vengo a te ed insieme alle tue metto le mie benedizioni. Dolce Mamma mia, vedo che tu ne ricevi conforto e sollievo ed offri a Gesù tutte le mie benedizioni, in riparazione delle bestemmie e maledizioni che lui riceve dalle creature. Ma mentre offro tutto a te, sento la tua voce tremante che dice: "Figlio, benedici me pure!" O dolce mio Amore, Gesù, benedici ancora me insieme alla Mamma tua; benedici i miei pensieri, il mio cuore, le mie mani, le mie opere, i miei passi, e con la Madre tua benedici tutte le creature.

O Madre mia, nel mirare il volto dell'addolorato Gesù, pallido, triste, straziante, si risveglia in te il ricordo dei dolori che tra poco egli dovrà soffrire. Prevedi il suo volto coperto di sputi e lo benedici, il capo trapassato dalle spine, gli occhi bendati, il corpo straziato dai flagelli, le mani e i piedi forati dai chiodi, e dovunque egli è per andare tu lo segui con le tue benedizioni; ed insieme a te lo seguo anch'io. Quando Gesù sarà colpito dai flagelli, coronato di spine, schiaffeggiato, trapassato dai chiodi, dovunque troverà insieme al tuo, il mio "Ti benedico".

O Gesù, o Madre, vi compatisco; immenso è il vostro dolore in questi ultimi momenti; il cuore dell'uno pare che strappi il cuore dell'altro.

O Madre, strappa il mio cuore dalla terra e legalo forte a Gesù, affinché, stretto a lui, possa prendere parte ai tuoi dolori e, mentre vi stringete, vi abbracciate, vi gettate gli ultimi sguardi, gli ultimi baci, stando io in mezzo ai vostri due cuori, possa ricevere i vostri ultimi baci, gli ultimi vostri abbracci. Non vedete che io non posso stare senza di voi, malgrado la mia miseria e la mia freddezza?

Gesù, Mamma, tenetemi stretto a voi; datemi il vostro amore, il vostro Volere; saettate il povero mio cuore, stringetemi fra le vostre braccia; e insieme con te, o dolce Madre, voglio seguire passo passo l'adorato Gesù, con l'intenzione di dargli conforto, sollievo, amore e riparazione per tutti.

O Gesù, insieme alla Mamma tua ti bacio il piede sinistro, pregandoti di voler perdonare a me e a tutte le creature per quante volte non abbiamo camminato verso Dio. Gloria…

Bacio il tuo piede destro: perdona a me e a tutti per quante volte non abbiamo seguito la perfezione che tu volevi da noi. Gloria…

Ti bacio la mano sinistra: comunicaci la tua purità. Gloria…

Bacio la tua mano destra: benedicimi tutti i palpiti, pensieri, affetti, affinché, avvalorati dalla tua benedizione, tutti si santifichino; e con me benedici ancora tutte le creature e suggella la salvezza delle loro anime con la tua benedizione. Gloria…

O Gesù, insieme alla Mamma tua ti abbraccio e, baciandoti il cuore, ti prego di mettere in mezzo ai vostri due cuore il mio, acciò si alimenti continuamente dei vostri amori, dei vostri dolori, dei vostri stessi affetti e desideri e della vostra stessa vita. Così sia.

Mio adorabile Gesù, mentre insieme con te ho preso parte ai tuoi dolori e a quelli dell'afflitta Mamma, vedo che ti decidi a partire per andare dove il Volere del Padre ti chiama. E' tanto l'amore tra Figlio e Madre che vi rende inseparabili, per cui tu ti lasci nel cuore della Mamma e la Regina e dolce Mamma si depone nel tuo, altrimenti vi sarebbe stato impossibile il separarvi. Ma poi, benedicendovi a vicenda, tu le dai l'ultimo bacio per rafforzarla negli acerbi dolori che sta per sostenere, le dai l'ultimo addio e te ne parti. Ma la pallidezza del tuo volto, le tue labbra tremanti, la tua voce soffocata, come se volessi dare in pianto nel dirle addio, ah, tutto mi dice quanto l'ami e quanto soffri nel lasciarla!

Ma per adempiere la Volontà del Padre, coi vostri cuori fusi l'uno nell'altro, a tutto vi sottoponete, volendo riparare per quelli che, per non vincere le tenerezze dei parenti e amici, i vincoli e gli attacchi, non si curano di adempiere il Volere santo di Dio e di corrispondere allo stato di santità a cui Dio li chiama. Quale dolore non ti danno queste anime, nel respingere dal loro cuore l'amore che vuoi dar loro, per contentarsi dell'amore delle creature! Amabile amor mio, mentre con te riparo, permettimi che rimanga con la tua Mamma per consolarla e sostenerla, mentre tu parti; poi accelererò i passi, per venire a raggiungerti. Ma con mio sommo dolore vedo che la mia angosciata Mamma trema, ed è tanto il dolore che, mentre fa per dire al Figlio addio, la voce le muore sulle labbra e non può articolare parola, quasi viene meno e nel suo deliquio d'amore dice:

"Figlio mio, Figlio mio, ti benedico! Che amara separazione, crudele più di ogni morte!" Ma il dolore le impedisce ancora di parlare e la rende muta! Sconsolata Regina, lasciami che ti sostenga, ti asciughi le lacrime e ti compatisca nel tuo amaro dolore! Mamma mia, io non ti lascerò sola; e tu prendimi con te, insegnami in questo periodo così doloroso per te e per Gesù ciò che devo fare, come devo difenderlo, come ripararlo e consolarlo e se devo mettere la mia vita per difendere la sua. No, non mi sposterò da sotto il tuo manto. Ai tuoi cenni volerò da Gesù e gli porgerò il tuo amore, i tuoi affetti, i tuoi baci insieme ai miei, e li metterò in ogni piaga, in ogni goccia del suo sangue, in ogni pena ed insulto, affinché, sentendo lui in ogni pena i baci e l'amore della Mamma, le sue pene restino raddolcite.

Poi ritornerò sotto il tuo manto, portandoti i suoi baci per raddolcire il tuo cuore trafitto. Mamma mia, il cuore mi batte, voglio andare da Gesù. E mentre io bacio le tue mani materne, tu benedicimi come hai benedetto Gesù e permettimi che vada da lui. Mio dolce Gesù, l'amore mi addita i tuoi passi e ti raggiungo, mentre percorri le vie di Gerusalemme insieme ai tuoi amati discepoli. Ti guardo e ti vedo ancora pallido. Sento la tua voce, dolce, si, a mesta, tanto da spezzare il cuore dei tuoi discepoli, che ne sono conturbati. "E' l'ultima volta - tu dici - che percorro queste vie da me solo; domani le percorrerò legato, trascinato tra mille insulti". E additando i punti dove sarai più vituperato e straziato, segui a dire: "La mia vita sta per tramontare quaggiù, come sta per tramontare il sole, e domani a quest'ora non ci sarò più... Ma come sole risorgerò il terzo giorno".

 Al tuo dire, gli apostoli divengono mesti e taciturni e non sanno che rispondere. Ma tu soggiungi: "Coraggio, non vi abbattete; io non vi lascio, sarò sempre con voi; però è necessario che io muoia per il bene di voi tutti". Così dicendo, sei commosso, ma con voce tremula continui ad istruirli. E prima che ti chiuda nel cenacolo guardi il sole che tramonta, come sta per tramontare la tua vita, offri i tuoi passi per quelli che si trovano al tramonto della vita e dai loro la grazia di farla tramontare in te, riparando per quelli che, nonostante i dispiaceri e i disinganni della vita, si ostinano a non arrendersi a te. Poi guardi di nuovo Gerusalemme, il centro dei tuoi prodigi e delle predilezioni del tuo cuore, che per contraccambio ti sta preparando la croce, aguzzando i chiodi per compiere il deicidio, e tu fremi, ti si schianta il cuore e piangi la sua distruzione. Con ciò ripari per tante anime a te consacrate, che con tanta cura cercavi di formare come portenti del tuo amore, ed esse, ingrate ed in corrispondenti, ti fanno patire più amarezze. Voglio riparare insieme con te, per raddolcire lo schianto del tuo cuore.

Ma vedo che resti inorridito alla vista di Gerusalemme e, ritirando lo sguardo, entri nel cenacolo. Amor mio, stringimi al tuo cuore, affinché faccia mie le tue amarezze, per offrirle insieme con te, e tu guarda pietoso l'anima mia e, versando in essa il tuo amore, benedicimi.

O Gesù, già arrivi al cenacolo insieme con gli amati discepoli e ti metti a cena con loro. Quale dolcezza, quale affabilità non mostri in tutta la tua persona, nell'abbassarti a prendere l'ultima volta il cibo materiale! Ivi tutto è amore in te; anche in questo tu non solo ripari i peccati di gola, ma impetri anche la santificazione del cibo e, come questo si converte in forza, così impetri per noi la santità anche nelle cose più basse e più comuni.

Gesù, vita mia, il tuo sguardo dolce e penetrante pare che scruti tutti gli apostoli, ed anche in quell'atto di prendere il cibo il tuo cuore rimane trafitto, nel vedere i tuoi cari apostoli deboli e fiacchi ancora, specie il perfido Giuda, che ha già messo piede nell'inferno. E tu, dal fondo del cuore, amaramente dici: "Qual'è l'utilità del mio sangue? Ecco un'anima da me tanto beneficata: è perduta!"

E con i tuoi occhi sfavillanti di luce lo guardi, come a volergli far comprendere il gran male compiuto. Ma la tua suprema carità ti fa sopportare questo dolore e non lo fai manifesto neppure ai tuoi amati discepoli.

E mentre soffri per Giuda, il tuo cuore si vorrebbe riempire di gioia nel vedere alla sinistra il tuo amato discepolo Giovanni, tanto che, non potendo contenere più l'amore, attirandolo dolcemente a te, gli fai posare il capo sul tuo cuore, facendogli provare il paradiso anticipato.

Ed è in quest'ora solenne che nei due discepoli vengono raffigurati i due popoli, il reprobo e l'eletto: il reprobo in Giuda, che sente già l'inferno nel cuore; l'eletto in Giovanni, che in te riposa e gode.

O dolce mio Bene, anch'io mi metto a ti vicino e insieme al tuo amato discepolo voglio poggiare il mio capo stanco sul tuo cuore adorabile e pregarti di farmi sentire, anche su questa terra, le delizie del cielo, onde rapito dalle dolci armonie del tuo cuore, la terra non sia per me più terra, ma cielo. Ma in quelle armonie dolcissime e divine sento che ti sfuggono dolorosi palpiti: sono per le anime perdute! O Gesù, deh, non permettere che nuove anime si perdano; fa che il tuo palpito, scorrendo nel loro, li faccia sentire i palpiti della vita del cielo, come li sente il tuo amato discepolo Giovanni, e attratti dalla soavità e dolcezza del tuo amore, possano tutti arrendersi a te.

O Gesù, mentre rimango nel tuo cuore, dà anche a me il cibo, come lo desti agli apostoli: il cibo della tua Divina Volontà, il cibo dell'amore, il cibo della divina parola. Mai mi negare, o mio Gesù, questo cibo che tu tanto desideri di darmi, in modo da formare in me la tua stessa vita.

Dolce mio Bene, mentre me ne sto a te vicino, vedo che il cibo che tu prendi insieme ai tuoi cari discepoli non è altro che un agnello. E' questo l'agnello figurativo; e come in questo agnello non rimane umore vitale per la forza del fuoco, così tu, Agnello mistico, che tutto devi consumarti per le creature per forza di amore, neppure una goccia di sangue serberai per te, versandolo tutto per amore nostro.

Sicché, o Gesù, niente tu fai che non raffiguri al vivo la tua dolorosissima passione, che hai sempre presente nella mente, nel cuore, in tutto; e ciò m'insegna che, se anch'io avessi innanzi alla mente e nel cuore il pensiero della tua passione, mai mi negheresti il cibo dell'amor tuo. Quanto te ne ringrazio!

O mio Gesù, nessun atto ti sfugge che non abbia me presente e che non intenda farmi un bene speciale, perciò ti prego che la tua passione sia sempre nella mia mente nel mio cuore, nei miei sguardi, nelle mie opere e nei miei passi, affinché dovunque mi volga, dentro e fuori di me, trovi te sempre a me presente; e dammi la grazia che mai dimentichi ciò che hai sofferto e patito per me. Sia questa sia la mia calamita, che attirando tutto il mio essere in te, non mi faccia più allontanare da te.

Dolce Amor mio, incontentabile sempre nel tuo amore, vedo che mentre finisci la cena legale insieme coi tuoi cari discepoli ti alzi da tavola e, unito con loro, innalzi l'inno di ringraziamento al Padre per avervi dato il cibo, volendo riparare con ciò tutte le mancanze di ringraziamento delle creature, e per i tanti mezzi che ci dà per il mantenimento della vita corporale. Perciò tu, o Gesù, in ciò che fai, tocchi o vedi, hai sempre sul labbro la parola "Grazie ti siano rese, o Padre". Anch'io, Gesù, unito a te, prendo la parola dalle tue stesse labbra e dirò sempre ed in tutto: "Grazie per me e per tutti", per continuare la riparazione per le mancanze di ringraziamento.

Nessun commento: